Turismo, senza una governance forte non si cresce
Il ritorno all’industria
per crescere
Il ritorno all’industria
per crescere
di Raffaella Venerando
Alle Assise di Confindustria Campania, il presidente Marcegaglia sottolinea il rinnovato impegno
di Confindustria per il Mezzogiorno: «Al Sud non occorre alcun intervento straordinario, ma riforme e iniziative da realizzare con determinazione e in tempi stretti»
Dalle parole ai fatti. Potrebbe essere questo il titolo della manifestazione di impegno personale che la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia si è assunta lo scorso 9 luglio in occasione della sua visita in Campania, presso la Territoriale di Salerno la mattina per prendere parte alla celebrazione del novantennale dell’Associazione e, nel pomeriggio, a Napoli per le Assise di Confindustria Campania.
Nell’appuntamento pomeridiano a Piazza dei Martiri, la Marcegaglia ha sottolineato a gran voce infatti il rinnovato impegno di Confindustria per il Mezzogiorno, «nella piena convinzione che il Sud non sia affatto un problema per l'Italia, ma una grande opportunità di crescita per tutto il Paese».
Il monito è stato chiaro: le occasioni sono reali e foriere di possibilità positive ma solo se si riesce a non sprecare più tempo, disperdendo risorse ed energie in mille rivoli o in progetti di rilancio che però rimangono solo su carta, come finora si è verificato troppo spesso.
«Nell'ultimo anno - ha spiegato il presidente di Confindustria - la nostra priorità è stata la crisi economica, ma da oggi rivolgeremo nuovamente la nostra attenzione al Sud». Marcegaglia, ricordando il divario di Prodotto Interno Lordo tra Nord e Sud equivalente al 42 per cento, ha rimarcato che «al Sud non occorre alcun intervento straordinario, senza che questo significhi distogliere i fondi stanziati per il riequilibrio strutturale, ma ciò di cui il Mezzogiorno ha realmente bisogno sono riforme e iniziative che interessino tutto il Paese, tenendo però conto che al Sud vanno realizzate con maggiore determinazione e in tempi più stringenti».
«In questo contesto - ha proseguito la Marcegaglia - potrebbe essere utile la proposta fatta al Teatro San Carlo in occasione dell’annuale assemblea da parte del presidente dell'Unione Industriali di Napoli, Giovanni Lettieri, non di una legge speciale ma di una legge obiettivo. La città è rimasta a lungo ferma al palo, perdendo troppi anni: questa proposta risponde perfettamente all'esigenza di raggiungere obiettivi reali con risorse economiche già disponibili».
L’attenzione si è poi concentrata su di una questione quanto mai attuale: la vertenza Fiat di Pomigliano, rispetto alla quale la Marcegaglia ha assicurato esserci già «un impegno della Confindustria in sede locale - riferendosi al tavolo aperto in Regione e al dialogo in corso con Fiat e istituzioni - che va supportato su scala nazionale. Si tratta di un problema dove noi possiamo cercare di affiancare l'azienda».
Marcegaglia ha affrontato anche il tema della moratoria del credito, sottoscrivendo la proposta del ministro dell'Economia, Giulio Tremonti di estendere a livello nazionale l'accordo siglato tra Abi e Unione Industriali di Napoli, dichiarando anche di aver inviato al presidente Silvio Berlusconi la richiesta di una sospensione o un rallentamento delle regole di Basilea 2.
Altro tema su cui si è focalizzata l’attenzione della numero uno degli industriali è stato il sostegno alle piccole e medie imprese, in forte difficoltà a causa di questa crisi che non accenna a finire. «In questo particolare momento è inutile fare distinguo tra imprese di grandi, piccole o piccolissime dimensioni perché tutte sono morse dalla crisi».
«L’Italia - ha proseguito la Marcegaglia - come l’Europa ha bisogno dell’industria manifatturiera anche al di là della crisi. Per far crescere il Paese occorre più industria. Non occorrono leggi speciali ma soltanto riforme da attuare».
Quello del ritorno all’industria è un cavallo di battaglia anche della relazione del presidente di Confindustria Campania Giorgio Fiore che così si è espresso: «L’industria deve tornare al centro del nostro programma. La crisi che stiamo vivendo ci ha svelato, in maniera inequivocabile, la debolezza di un modello economico che ipotizzava di poter fondare l’epoca post-industriale sul terziario. Un modello come quello inglese, per intenderci, che sta miseramente naufragando. Per ripartire, dunque, meno finanza e più industria. Una sfida rispetto alla quale, qui in Campania, possiamo ritenerci pronti: le difficoltà dell’attuale scenario, infatti, non cancellano le eccellenze della nostra economia, dalle quali è necessario ripartire. In Campania esiste ancora un tessuto industriale diffuso che vede come motore trainante un nucleo di medio-grandi aziende che, grazie ad elevati livelli di specializzazione, può svolgere un ruolo di traino all’intero comparto produttivo. La chiave per uscire dalla situazione di crisi è, a mio avviso, la sfida dello sviluppo “autoctono”, dell’industria legata al territorio, la riscoperta di quello che possiamo definire “capitalismo familiare” e che ha costituito, nei tempi passati, la vera ricchezza di questo Paese».
Infine, la Marcegaglia non si è sottratta ad un fuoco di fila su tre questioni: trattenere i migliori talenti, impedendo che si dirigano verso altri paesi alla ricerca di condizioni lavorative più favorevoli; utilizzo dei fondi Ue; reintegro dei Fondi Fas. Rispetto alla fuga dei cervelli, la presidente sottolinea come sia un problema reale e fortemente avvertito che va risolto esclusivamente attraverso il sostegno all’industria meridionale perché è l’unica che può trattenere i giovani offrendo loro occupazione. «Per sostenere la crescita dell'economia meridionale e arginare la fuga di cervelli da Sud a Nord - ricorda il vicepresidente nazionale con delega al Mezzogiorno, Cristiana Coppola - Confindustria ha promosso il progetto Nord-Sud». «Il nostro obiettivo - ha evidenziato la Coppola - è avviare due o tre progetti pilota di collaborazione tra imprese e centri di ricerca meridionali e settentrionali, capaci di avere ricadute sul territorio».
Quanto alle risorse europee, la Marcegaglia ha espresso la sua preoccupazione circa le percentuali di spesa e di impegno molto basse: «Anche al Nord non va di certo meglio - ha sottolineato la presidente - ma non bisogna dimenticare che è l’ultima vera grande occasione che rischia di andare perduta se si commettono gli stessi errori della precedente programmazione. Proprio per questa ragione si è pensato ad una cabina di regia che vigilerà sull’utilizzo corretto e tempestivo dei fondi». |