Confindustria Caserta rinnova le cariche: Della Gatta verso la presidenza
Beni culturali e sviluppo territoriale:
da Caserta un progetto pilota
L’impresa come fabbrica di competenze
Telecomunicazioni, il Comune realizza
una rete veloce per le aziende
di Anna Fresa, architetto e Gaetano Mercadante, segretario generale Confcultura
Beni culturali e sviluppo territoriale:
da Caserta un progetto pilota
Ecco come il rilancio di un territorio si può realizzare
attraverso una stretta sinergia fra turismo, infrastrutture e cultura
Progetto Caserta è un progetto pilota operativo teso a dimostrare che il rilancio di un territorio si può realizzare anche e soprattutto attraverso una stretta sinergia fra turismo, infrastrutture e beni culturali.
Elaborato da Confcultura con la collaborazione della sezione Turismo di Confindustria Caserta, il progetto è stato presentato nel corso di un convegno venerdì 21 novembre, presso il Teatro di Corte della Reggia, cui hanno partecipato Cristiana Coppola, vice presidente per il Mezzogiorno di Confindustria; Enrico Guglielmo, soprintendente per i Beni Architettonici di Caserta; Vincenzo Pontolillo, presidente Banco di Napoli; Carlo Cicala, presidente Confindustria Caserta; Claudio Velardi, assessore regionale al Turismo; Patrizia Asproni, presidente Confcultura; Andrea Granelli, Tecnologie innovative per i beni e le attività culturali e turistiche”; Alessandro Laterza, presidente Commissione Cultura di Confindustria; Lodovico Solima, professore di economia e Gestione degli Enti Culturali, facoltà di Economia della Sun; Mario Pagano, soprintendente per i Beni Archeologici delle Province di Caserta e Benevento; Pio Baldi, direttore regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Campania; Andrea Giannetti, presidente Confindustria Assotravel.
Di seguito, a firma dell’architetto Anna Fresa e del segretario generale di Confcultura Gaetano Mercadante, un articolo che illustra le idee e gli elementi di analisi del progetto.
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La provincia di Caserta, per il pregio del suo patrimonio naturale, artistico e storico, rappresenta uno dei potenziali attrattori di turismo del nostro Paese. Costruire un’offerta di turismo tematico è una valida opportunità per orientare il riposizionamento socio-economico di Caserta.
Pianificare uno sviluppo basato sulla valorizzazione del patrimonio culturale significa gettare le basi per:
- combattere il degrado sociale innescando un indotto economico virtuoso, sottoposto a regole e controlli speciali, con l’affermazione di legalità e mercato;
- creare un ritorno d'immagine positivo che evidenzi agli occhi dei cittadini l’identità storica ed artistica del loro territorio e la proietti verso l’esterno.
Il modello di valorizzazione che si propone mira a presentare gli investimenti sui beni culturali di Caserta come un “sistema” e a ponderarne le implicazioni complessive di sviluppo.
L’idea centrale è che una politica di valorizzazione del patrimonio culturale dispiega il suo potenziale di sviluppo se si collega ad un’adeguata offerta di beni e servizi volta ad accrescere i contenuti e la qualità della fruizione e, per conseguenza, ad incrementare i flussi di utenza.
L’investimento sul patrimonio storico artistico deve, nell’ambito di un’azione concertata pubblico-privata, incentivare la nascita di un tessuto imprenditoriale in grado di generare valore aggiunto, compatibilmente con le regole di salvaguardia applicate dall’Amministrazione dei beni culturali. Senza l’apporto di un’imprenditoria di qualità, impegnata in un insieme articolato di attività produttive e di servizio, un intervento di pura conservazione basato su restauri e allestimenti espositivi si rivelerebbe sterile di ricadute culturali, sociali ed economiche per il territorio.
La pianificazione di uno sviluppo basato sulla fruizione dei beni culturali porta in evidenza due punti di debolezza del territorio casertano: la modesta consistenza attuale del settore turistico e le condizioni ambientali al momento sfavorevoli all’ospitalità organizzata. Per contro, l’unicità dei siti monumentali e l’accresciuta consapevolezza della necessità di rimuovere vecchi ostacoli e di aprire nuove strade allo sviluppo locale incoraggiano iniziative imprenditoriali e culturali.
Un valido modello di riferimento è offerto dalle recenti vicende di Bilbao e Valencia, che pure partivano da situazioni di notevole svantaggio: su queste due città sono stati concentrati notevoli risorse per investimenti in infrastrutture e per campagne di comunicazione che son valsi a proiettare queste due aree fra le mete europee del turismo culturale.
L’ “icona marketing” del sistema casertano è ovviamente la Reggia di Caserta. Gli altri siti presi in considerazione (in tutto sono sette) sono stati divisi in: dimore storiche (Real Sito di San Leucio e Real Sito di Carditello), borghi (Casertavecchia e Sant’Angelo in Formis con l’omonima abbazia), siti archeologici (Museo Campano a Capua e l’Anfiteatro Campano a Santa Maria Capua Vetere).
Per le dimore storiche sono stati ipotizzati prevalentemente interventi di recupero di spazi attualmente abbandonati o comunque non accessibili all’utenza. Ad esempio, per il sito di Carditello è stata immaginata una parziale destinazione ricettiva inserendolo in un circuito di residenze prestigiose.
Per i borghi si è suggerita la formula dell’“albergo diffuso”, caratterizzata dalla distribuzione orizzontale delle unità ospitali, con la possibilità, per gli utenti che alloggiano nei vari stabili, di usufruire di servizi (ristorazione, piccola colazione, accoglienza, pulizie, spazi comuni), organizzati e gestiti unitariamente.
Per i siti archeologici, sono stati definiti interventi destinati ad amplificarne la notorietà e migliorarne la fruizione.
Per tutti i siti sono stati previsti investimenti volti a comunicare gli elementi identitari dei luoghi e la qualità dell’offerta turistico-culturale.
Accanto alle emergenze principali delle dimore reali, dei borghi e dei siti archeologici occorre, poi, creare un alone d’interesse verso il patrimonio culturale dei centri minori quali l’Antica Calatia (Maddaloni), l’Antica Cales (Calvi Risorta) e Sessa Aurunca per le loro importanti emergenze archeologiche e la Città di Aversa per l’architettura normanna di notevole pregio, mettendo in campo investimenti per il restauro e l’adeguamento strutturale degli abitati, finalizzati anche ad accrescere la ricettività turistica, e per stimolare la nascita sul territorio di una microimprenditorialità dedita a di nuove forme di ricettività e di intrattenimento educativo e di animazione, ad attività commerciali, all’offerta di prodotti enogastronomici tipici, ai servizi di guida ed escursionismo nelle aree naturalistiche, rivitalizzando anche attività tradizionali quali mercati, fiere e sagre locali.
La politica di sviluppo proposta mira a generare nuovo reddito nella provincia di Caserta.
Proporre itinerari integrati, migliorare la fruibilità dei beni storico-artistici, offrire pacchetti di turismo culturale e ambientale è la spinta giusta per incrementare arrivi e presenze e per mettere in moto un indotto di servizi legati al turismo.
Per rafforzare, inoltre, questo tessuto spontaneo di attività produttive e iniziative istituzionali, sono fondamentali la costituzione e il mantenimento in efficienza di una rete telematica e logistica stabile e dedicata in ambito provinciale per potenziare ed ottimizzare l’erogazione dei servizi ed una campagna di comunicazione di livello nazionale ed internazionale, che si adegui costantemente all’innovazione tecnologica nell’utilizzo dei media.
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