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  Dicembre 2012

Articoli n° 08
OTTObre 2007
 


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La riforma del Welfare

Il piccolo imprenditore
non esiste piÙ


Il piccolo imprenditore
non esiste piÙ

Gennaro STELLATO
Avvocato
g.stellato@studiolegalestellato.it

Un ulteriore correttivo alla legge fallimentare
manda in pensione una figura storica

Il Governo, nell'esercizio della delega che scadeva il 16 settembre, ha approvato una serie di correttivi alla Legge Fallimentare, una riforma che andrà in vigore dal gennaio 2008. Tra i punti più importanti di queste modifiche normative spicca in modo particolare la definitiva scomparsa della figura del piccolo imprenditore. In sostanza, dal gennaio 2008, per non essere assoggettati alla procedura fallimentare sarà necessario dimostrare il possesso di tre requisiti: a) aver svolto nei tre esercizi antecedenti la data di deposito del ricorso di fallimento o dall'inizio dell'attività se di durata inferiore, un attivo patrimoniale di ammontare complessivo annuo non superiore a 300.000,00 Euro; b) aver realizzato nei tre esercizi precedenti la data di deposito dell'istanza di fallimento o dall'inizio dell'attività se di durata inferiore, ricavi lordi per un ammontare complessivo annuo non superiore a 200.00,00 Euro; c) avere un ammontare di debiti anche non scaduti che non superi i 500.000,00 Euro.
Rispetto alla normativa precedente va ricordato che si rischiava il fallimento con investimenti in azienda superiori a 300.000,00 Euro e aver ottenuto ricavi lordi per di più di 200.000,00 Euro calcolati sulla media degli ultimi tre anni o dall'inizio dell'attività. Nell'arco di un anno sono state, quindi, apportate rilevanti modifiche alla Legge Fallimentare che già di per sé aveva subito un rivoluzionario cambiamento. Questo ulteriore passaggio restringe ancor più, sotto il profilo soggettivo, l'applicabilità della Legge ed è in linea con la ratio della riforma mirante ad applicare la normativa fallimentare solo a situazioni di un certo livello. Certamente restano i problemi di sempre legati essenzialmente alla certezza del recupero del credito. Paradossalmente, infatti, l'imprenditore che possegga i requisiti di cui sopra non potrà essere dichiarato fallito e, in assenza di altri beni, nulla altro rischia. Indubbiamente è un prezzo da pagare per avere in cambio certezze definitive su una procedura fallimentare che dovrebbe essere ora finalizzata non alla liquidazione dell'azienda ma al recupero della stessa. Va ricordato comunque che queste modifiche in corso d'opera creano comunque incertezze atteso che, come è successo in precedenza, poteva verificarsi l'assurdo che, in presenza di identiche situazioni, l'esito della procedura, a causa proprio della riforma, poteva essere diverso da soggetto a soggetto con evidenti disparità di trattamento: occorrono tempi rapidi per dare sicurezza a chi opera in campo economico imprenditoriale. Conoscere bene i paletti oltre i quali non è possibile andare è un vantaggio enorme nei rapporti di natura commerciale ed è un obiettivo da raggiungere in tempi rapidi.
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