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  Dicembre 2012

Articoli n° 06
LUGLIO 2007
 


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Relazione programmatica di Agostino Gallozzi

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Reindustrializzazione, disco verde alla fase tre

Ecologia ed economia/1 Innovare la tradizione

Ecologia ed economia/2 Il rilancio della filiera passa per il biogas

Rifiuti elettrici ed elettronici, occhio alle nuove norme

Tfr, convenzione con Mps per finanziamenti alle imprese


Ecologia ed economia/2
Il rilancio della filiera passa per il biogas


L’innovazione nel settore può determinare
consistenti margini di crescita per le imprese

di Lino BONSIGNORE
Presidente 3e-environmentenergyeconomy

Il comparto bufalino è uno dei settori portanti dell'economia campana ed in particolare di quella casertana. I numeri
(V. tab.1) indicano una tumultuosa crescita, determinata anche da un buon grado di innovazione che ha interessato il settore
(V. tab.2).
 In ogni segmento della filiera c'è imprenditorialità e innovazione, con punte di eccellenza.
Sul settore, però, incombono gravi minacce (brucellosi, degrado del territorio, diossina e inquinamento da nitrati), che vanno adeguatamente affrontate: si rischia la disaffezione del consumatore. É necessaria una risposta forte che recuperi un'immagine positiva, con innovazioni pregnanti e suggestive, tali da elevare il livello delle imprese e dei prodotti, per un nuovo ulteriore sviluppo.
Non è più tempo di deroghe e rinvii!
Perciò si è realizzata una collaborazione sinergica tra componenti prettamente industriali e quelle innovative di ricerca e sviluppo e formative, nonché dei servizi reali, realizzata quasi esclusivamente con attori locali: il network della conoscenza e della ricerca (Facoltà di Veterinaria dell'Università Federico II, Seconda Università di Napoli, EURECO, Centro Nazionale Biomasse), un gruppo di Aziende di avanguardia della filiera bufalina (latte, prodotti caseari, carni, trattamento siero, ristorazione tipica), la 3e-environmentenergyeconomy, società che ha come mission la creazione di uno stabile link tra rete dei saperi e sistema delle imprese, nonchè l'applicazione concreta della clean-tech.
Da ciò gli interventi al Convegno del 15 Giugno, dove è stato delineato un progetto di investimenti complesso, articolato ed integrato, che coinvolge tutti i segmenti della filiera, ma che, in fase esecutiva, si esplicherà in maniera personalizzata e originale per ciascuna azienda, attraverso più fasi: diagnosi energetica approfondita (audit energetico); scouting delle potenzialità; individuazione tecnico-economiche ottimali all'interno di un vasto portafoglio di tecnologie disponibili, garanzia di assistenza tecnica alla gestione dei nuovi impianti.
Gli obiettivi sono: Sicurezza alimentare, da conseguirsi mediante un'alimentazione del bestiame bilanciata e ricca di foraggi locali, ma soprattutto mediante tracciabilità e garanzia igienico-sanitaria in ogni stadio del processo; rispetto per l'ambiente, da realizzarsi con la produzione di energia elettrica e termica da fonti rinnovabili e con un migliore smaltimenti dei reflui (liquami e siero). Va evidenziata la conformità degli interventi agli indirizzi del Governo Nazionale, che, nei decreti attuativi della Finanziaria 2007 di prossima emissione, intende premiare, attraverso il potenziamento dei certificati verdi, i contratti di filiera, la filiera corta, la microcogenerazione diffusa e gli impianti di potenza inferiore a 1000 kw, la produzione di biomasse.
 I benefici attesi:
- Si costituirà concretamente la prima filiera agroenergetica “corta” nella regione Campania - legata al territorio e costituita esclusivamente da attori locali - in grado di coniugare la quantità di produzione energetica con lo sviluppo economico delle imprese agricole, la valorizzazione del territorio e la sua sostenibilità, attraverso la riduzione dell'inquinamento e dell'effetto serra (risposta ai bisogni del territorio e delle istituzioni).
- Si daranno al consumatore, che non si accontenta più della soddisfazione sensoriale, garanzie forti in merito alla sicurezza alimentare e alla provenienza del prodotto, nonché alla sostenibilità ambientale del comparto di produzione.
- Gli investimenti previsti daranno alle imprese un vantaggio strategico sia per l'integrazione del reddito, sia per la diversificazione di prodotto (già iniziata con la vendita della carne) e di mercato, bilanciando con giusto equilibrio il prodotto tradizionale, il latte: basti pensare che con la produzione di energia il fatturato di un allevamento aumenterebbe di almeno il 30%, rispetto all'attuale.
Pertanto, appare matura ed inderogabile la stipula di un contratto di filiera, pre-condizione per un ulteriore balzo in avanti nello sviluppo, che possa anche funzionare da modello per la diffusione di analoghe iniziative in altre aziende del comparto e per l'insediamento di piattaforme integrate al servizio di gruppi di imprenditori di minori dimensioni.

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