Reindustrializzazione, disco verde alla fase tre
Ecologia ed economia/1
Innovare la tradizione
Ecologia ed economia/2
Il rilancio della filiera
passa per il biogas
Rifiuti elettrici ed elettronici,
occhio alle nuove norme
Tfr, convenzione con Mps
per finanziamenti alle imprese
Ecologia ed economia/1
Innovare la tradizione
Nel convegno con il ministro Nicolais
gli industriali lanciano la proposta
di un contratto di programma per la filiera bufalina
di Antonio ARRICALE
«Io sono me più il mio ambiente e se non preservo quest'ultimo non preservo me stesso»: ripreso dal presidente di Confindustria Caserta, Carlo Cicala, l'ammonimento del filosofo spagnolo Josè Ortega y Gasset fa da leitmotiv alla proposta di un contratto di filiera del comparto bufalino lanciata, il 15 giugno scorso, nell'ambito di un convegno (“Economia ed ecologia: un matrimonio che s'ha da fare”) con il ministro per le Riforme e l'innovazione nella Pubblica Amministrazione, Luigi Nicolais, e i più accreditati esperti del settore, svolto nella Sala consiliare della Provincia.
Ma quella dello sviluppo sostenibile, in un settore peraltro trainante dell'economia di Terra di Lavoro, è una sfida che si può vincere soltanto percorrendo la strada dell'innovazione. Introducendo i lavori Cicala, infatti, argomenta: «Innovazione, intesa come carta da giocare per uscire dalle annose emergenze del territorio (a cominciare dai rifiuti) che, se da una parte costituiscono una palla al piede di settori come il turismo che pure avrebbero numeri significativi da mettere in campo, dall'altra creano danni incalcolabili a quei comparti che invece tirano e rappresentano veri punti di forza dell'economia provinciale». É il caso appunto della filiera bufalina. «Innovazione a 360 gradi», ripete Cicala. «Noi imprenditori siamo pronti a fare la nostra parte, ma per fare il salto di qualità è necessario anche il contributo delle istituzioni». Vale a dire, «ci sono tutte le condizioni per promuovere un contratto di programma della filiera bufalina che si ponga come fine ultimo quello di qualificare l'ambiente e rafforzare le imprese del comparto».
La ricetta di Confindustria Caserta che tende a coniugare tradizione, innovazione e ricerca è sottoscritta in pieno da Nicolais. «È sulla tradizione che vinciamo la gara con i nostri concorrenti», dice il ministro. «Bisogna saper scegliere i settori su cui puntare in un determinato territorio, intervenendo sulla base delle sue risorse: è per questo che esiste un preciso rapporto tra innovazione e tradizione. Lo sviluppo che stiamo avendo nel nostro Paese è dovuto principalmente alle imprese che stanno cambiando l'approccio al mercato. Dobbiamo lavorare perché il territorio sia competitivo sulla qualità e un giorno lo sarà anche sui costi».
Nicolais sottolinea con maggior forza anche il concetto dell'importanza di innovazione e ricerca relativamente al miglioramento della produzione, alla presentazione del prodotto e del turismo. «Bisogna assolutamente continuare a puntare su qualità e originalità per mantenere la leadership nei settori di riferimento. Nell'area di Caserta abbiamo assistito alla scomparsa di grandi imprese anche dell'elettronica, oggi le aziende hanno cambiato approccio di investimenti in questa provincia. Inoltre, bisogna guardare alle energie alternative, alla produzione di conoscenza, ma anche all'utilizzo della stessa conoscenza». E torna pure sull'argomento ecologia, allarmato per la situazione legata all'ambiente, perché «solo in Campania - dice il ministro - al contrario di quanto accade in altri Paesi, i rifiuti sono un problema».
L'intervento del ministro chiude un intero pomeriggio di discussione sui problemi che affliggono la filiera bufalina, ma soprattutto sulle nuove opportunità che si dischiudono grazie alle nuove tecnologie. Un dibattito serrato che ha appassionato politici, come il presidente della Provincia Sandro De Franciscis e il sindaco di Caserta Nicodemo Petteruti, rappresentanti delle aziende e dell'università. «In molti allevamenti - sottolinea il professore Luigi Zicarelli, neo-eletto preside della Facoltà di Veterinaria, tra i maggiori studiosi internazionali del settore - il livello di nitrati immessi nel terreno vengono ampiamente superati. Eppure queste problematiche possono trasformarsi da ostacolo in risorse».
Infatti - è questo il senso della proposta di Confindustria Caserta del contratto di filiera - la realizzazione di impianti di biogas per la produzione di energia da liquami porterebbe alla riduzione del livello di nitrati e della contaminazione delle acque, unitamente a coltivazioni agro-energetiche sui terreni contaminati da diossina darebbero agli allevatori addirittura la possibilità di aumentare il fatturato del 30%.
Al dibattito hanno preso parte Raffaele Garofalo (Buffalo Beef spa), Gennaro Pagano (Sierolat spa- Gruppo Cosma), Mario Gamberale (Kyoto Club), Luca Colasuonno (Dipartimento Energetica del Politecnico di Milano), Fabrizio Adani (Università di Milano) Paola Muraro (Centro Ricerche Nazionali sulle Biomasse), Andrea Bondonno (Seconda Università degli studi di Napoli), Bruno Falzarano (Sviluppo Italia Campania), Ciro Esposito (direttore Territoriale Corporate MPS). Infine, la proposta del contratto di filiera è stata illustrata da Antonio De Falco (Eureco Spa) e Bruno Cortese (presidente della sezione Alimentari di Confindustria Caserta). |