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  Dicembre 2012

Articoli n° 06
LUGLIO 2007
 


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Relazione programmatica di Agostino Gallozzi

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Lettieri: «Da Napoli riparta il rilancio del Mezzogiorno»

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Lettieri: «Da Napoli riparta
il rilancio del Mezzogiorno»



Di seguito pubblichiamo ampi stralci della relazione del Presidente dell'Unione Industriali di Napoli, Giovanni Lettieri, all'Assemblea Pubblica di martedì 12 giugno 2007.

L'Unione degli Industriali della Provincia di Napoli celebra il novantesimo anno di vita associativa.
Con il lavoro quotidiano le Imprenditrici e gli Imprenditori napoletani testimoniano i valori fondamentali dell'impresa, quale volano di sviluppo e di benessere.
Sento il dovere, nell'Assemblea di oggi, di interpretare in modo netto ed inequivocabile le istanze di tutto il sistema imprenditoriale, non solo delle oltre 1400 imprese associate, e porgerle all'attenzione della città e della provincia.
(...)
É forte la nostra attenzione sulla città.
C'è un disagio sociale diffuso che comprime la nascita di nuove imprese e lo sviluppo di quelle esistenti.
Le imprese private non ricevono la necessaria attenzione, laddove invece dovrebbe essere chiaro che assumono un ruolo centrale nella rinascita del territorio.
Napoli è la città nella quale si concentrano in modo acuto e parossistico i tanti problemi delle aree metropolitane.
Noi questa consapevolezza l'abbiamo tradotta in una piena e totale disponibilità per una collaborazione con la classe politica locale che avremmo desiderato proficua.
Lo abbiamo fatto in modo solenne anche nella nostra Assemblea del 2006.
In quella occasione abbiamo promosso un confronto con alcuni Sindaci di città ritenute virtuose: Chiamparino e Zanotto. Abbiamo avuto dal Sindaco Iervolino apprezzamenti per quel costruttivo e stimolante dibattito.
C'eravamo prefissi di ripetere l'esperienza periodicamente per valutare i progressi.


Ma sarebbe, al momento, un dialogo tra sordi.
Rispetto alla drammaticità dei problemi, avevamo rinnovato la nostra viva speranza e offerto il nostro contributo all'Amministrazione comunale, appena rieletta, perché potesse con maggiore determinazione dare alla città la prospettiva di una svolta.
Potesse, avvalendosi del forte consenso elettorale, imprimere da subito un'accelerazione ai processi di trasformazione urbana; potesse alimentare la speranza di una Napoli protagonista dell'integrale sviluppo del Mezzogiorno; potesse ancora, riformando e rilanciando il proprio sistema locale, essere guida dei processi di coesione europea e del fondamentale ruolo dell'Europa nel Mediterraneo.

Oggi diciamo a viva voce che l'immobilismo del governo locale è un freno allo sviluppo della città.
Lo diciamo con la stessa nettezza e franchezza con la quale l'anno scorso avevamo pronunciato aperture vere verso l'Amministrazione di Napoli, proponendole un percorso comune di lavoro e di verifica.
Percorso di lavoro che, non abbiamo difficoltà a dirlo, trova interlocutori attenti in alcuni Assessorati, ma si impantana nella frammentazione e nella indeterminazione del governo complessivo della città.

Esprimiamo oggi la nostra crescente preoccupazione per le scelte non compiute e per le cose non realizzate e ancor di più per l'assenza di una reale prospettiva nel prossimo futuro di riammettere la città sui sentieri del progresso.
Abbiamo bisogno di decisioni, abbiamo bisogno di leadership.
“Napoli, città in movimento” resta solo uno slogan elettorale.
“Passare dalle cose da fare a quelle fatte” è il refrain ancora una volta solo annunciato.



No, non ci siamo.
L'anno scorso, nella nostra Assemblea, abbiamo utilizzato un rapporto del Censis che accosta le città a dei volatili.
La scommessa era trasformare Napoli da anatra ad aquila. Ma nulla è mutato.

Si sceglie di non scegliere, e crediamo che quest'anno la metafora che renda meglio l'idea sia quella della rana che, messa in una pentola a bollire, non si accorge che la temperatura dell'acqua sale lentamente fino a cuocerla.
Il tempo non è una variabile indipendente, lo ripetiamo fino alla noia; è una condizione indispensabile per il progresso.

Eppure fermenti ed attenzioni nuove si sono registrate per Napoli.
Le sollecitazioni del Capo dello Stato, la vigile presenza dell'Arcivescovo di Napoli, cardinale Crescenzio Sepe, al quale rivolgo il nostro sentito saluto, sono condizioni per indurre forti accelerazioni ai processi di crescita.
A Napoli, insieme ad altre città come Milano, Roma e Torino, è stata offerta l'opportunità di diventare una città metropolitana. Questa occasione poteva sprigionare nuove energie e nuovi entusiasmi, ma è stata lasciata cadere.
In questa situazione, ci chiediamo come Napoli si prepari a realizzare gli obiettivi del Quadro Strategico Nazionale 2007-2013, che vuole le città al centro delle politiche di convergenza.
Ci chiediamo, ancora, come gli aspetti positivi pur emergenti siano effettivamente posti in condizione di produrre i loro effetti sinergici e duraturi.
Il protocollo sulla sicurezza è una buona base per rendere incisiva l'azione di prevenzione e di repressione dei crimini.
Resta una priorità elevare il grado di istruzione dei ragazzi, specialmente dei quartieri a rischio e delle periferie. Apprezziamo il Presidente Bassolino per avere accolto la nostra proposta e perseguito con impegno l'apertura pomeridiana di diverse scuole. Di pari passo, però, è necessario lo sviluppo economico.

É un connubio indissolubile: dove c'è maggiore sviluppo vi sono più elevati livelli di istruzione, minori tassi di criminalità quotidiana, maggiore propensione al rispetto delle regole.
Il prossimo incontro interreligioso di ottobre sarà un avvenimento di risonanza mondiale, con la prospettiva di un dialogo tra religioni e culture.
Il Festival del Teatro, col pieno riconoscimento della creatività e dello spessore artistico di Napoli, mette in moto l'attesa dei grandi eventi.

I grandi eventi devono essere la normalità di una Napoli mediterranea ed europea, come lo sono per Barcellona e come lo stanno diventando per Torino.
Sul fronte imprenditoriale c'è una prospettiva che induce a maggiore fiducia.
Ibm, Microsoft, Boeing, Tata, colossi mondiali iniziano a guardare con attenzione al nostro territorio.
Non si tratta più di idee da sviluppare ma di realtà in fase di concretizzazione.
A giorni sarà aperto il Competence Center Ibm a Soccavo, tre settimane fa a Palazzo Chigi è stato firmato il Protocollo di Intesa per l'insediamento di un centro di ricerca software sulla sicurezza in Campania, Poste Italiane ha portato a Napoli - nella sua sede centrale - il centro di coordinamento della logistica informatica per il monitoraggio della corrispondenza, poche settimane fa è stato firmato un Accordo, alla Provincia di Napoli, che getta le basi per cospicui investimenti del Cnr a sostegno dell'implementazione dei centri di ricerca nell'area vesuviana.
Si tratta di atti concreti che avranno ricadute occupazionali importanti.
Tra tante difficoltà, credo che si possa avvertire - sotto questo punto di vista -un'attenzione e una vicinanza del Governo nazionale a Napoli e alla Campania.
Grazie al Progetto Napoli Innovativa, voluto dal Governo e da Confindustria e a cui ha aderito con entusiasmo e grande collaborazione il sistema delle autonomie locali, in soli sette mesi si sono avviati, o in alcuni casi realizzati, interventi, credo, non secondari.
Ecco la tangibile dimostrazione che, se invece di lamentarsi si riesce a fare gioco di squadra, i risultati arrivano.


Le nostre eccellenze, le università, i centri di ricerca, alcune imprese, ma, soprattutto i nostri ragazzi, laureati, ricercatori, sono la vera attrazione.
Questi giovani hanno le migliori performance nelle aziende dove operano, come testimoniano le multinazionali già presenti nella nostra provincia.
Sono diverse decine le imprese nazionali che hanno espresso interesse per possibili localizzazioni nell'area napoletana.

Bisogna, però, raccogliere con tempestività le attenzioni dei gruppi industriali interessati e affiancarli nella realizzazione dei loro progetti di investimento.
C'è anche una forte e mai sopita propensione degli imprenditori napoletani ad essere sempre più parte attiva dei processi di cambiamento.

Restano alte le potenzialità dell'industria turistica, anche se il settore soffre più di altri per l'assenza di un vero controllo del territorio e di una rete logistica adeguata.
Sulle zone franche, l'Amministrazione Comunale ha già operato la scelta nell'area est.
Ora bisogna impegnarsi per realizzare un risultato che ci consenta di chiedere maggiori risorse.
Il centro storico, il risanamento delle aree periferiche, l'accelerazione dei processi di Bagnoli e la proiezione verso il mare sono altri cardini di un progetto organico.
É necessario poi rimodellare il bilancio comunale per abbattere le spese correnti e l'imposizione fiscale locale.

Basta con le elefantiache strutture pubbliche che fanno pagare a caro prezzo servizi inefficienti.
É necessario, ancora, proseguire lungo il percorso di risanamento della gestione delle partecipate e di coinvolgimento in esse di capitali privati.
Milano con gli utili delle partecipate non ha bisogno di addizionali Irpef, abbatte l'Ici sulla prima casa, lascia invariata la Tarsu.
C'è bisogno di dialogo, c'è bisogno di una effettiva collaborazione; c'è bisogno di sentirsi meno isolati e di fare più gioco di squadra. Solo così si può essere più rapidi ed efficaci.
Ognuno sappia assumersi le proprie responsabilità, ogni livello istituzionale e di governo operi, per ciò che gli compete, nell'interesse generale.
Le “grandi incompiute” e le “questioni penosamente irrisolte” trovino finalmente adeguate decisioni, strategiche e risolutive, da parte dei soggetti decisori.
Dopo 15 anni, rischiamo di continuare a trascinare una stanca discussione sul futuro dell' Area Ovest, su quello dell'Area Est, sulla valorizzazione del Centro Storico, sul problema rifiuti, sull'emergenza criminalità.

Ecco, Presidente Bassolino, da Lei che rappresenta un punto di riferimento per l'intera classe dirigente del centro sinistra nel Mezzogiorno - e nell'immaginario collettivo è forte la Sua influenza nelle vicende di Napoli - ci aspettiamo con determinazione i chiari segnali di una svolta.
(...)
Signori Ministri, Presidente Bassolino, Autorità, graditi Ospiti, Imprenditrici ed Imprenditori dobbiamo generare a Napoli una nuova vitalità, trainante per tutto il Mezzogiorno!
Dobbiamo, iniziando da Napoli, suscitare nei cittadini meridionali la fiducia che esiste una classe politica e dirigente che vuole superare i problemi.

La credibilità delle istituzioni è un fattore irrinunciabile di promozione per gli investimenti privati.
Rivendico all'impegno dell'Unione degli Industriali della provincia di Napoli la volontà di aver ricercato sempre il confronto, il dialogo, la collaborazione, individuando e, spesso, anticipando problemi piccoli e grandi che, non risolti, inevitabilmente sono esplosi.

Questa città merita, merita molto di più.
Ha il diritto di chiedere alla propria classe dirigente, a tutta la classe dirigente, non solo politica, di saper essere una squadra, di operare nell'interesse del territorio e soprattutto di fare scelte strategiche per il futuro della città e dei suoi giovani.
Un doveroso e sentito ringraziamento alle Rappresentanze Istituzionali, alla Magistratura, alle forze dell'Ordine per l'impegno profuso.
É chiaro, anche imprenditori non siamo esenti da colpe. Ma questo non giustifica il trascurare ruolo e potenzialità delle imprese, il disconoscere che esse sono il vero motore dello sviluppo.
Non sono forse imprenditori napoletani coloro che hanno contribuito nel 2006 a una crescita dell'export campano del 10%?
Non sono forse imprenditori napoletani coloro che hanno fatto della sartoria e della moda campana un simbolo mondiale dell'abbigliamento di alta qualità?
Non sono forse imprenditori napoletani coloro che hanno dato vita prima al Cis, poi all'Interporto, poi ancora al Vulcano Buono, trasformando l'area nolana in uno dei centri del trasporto intermodale e proponendosi all'estero come un modello da emulare?
Non sono forse imprenditori napoletani ad aver realizzato strutture come il Tarì e il Polo della Qualità?
Non sono forse imprenditori napoletani gli armatori di maggior successo al mondo?
Non sono forse imprenditori napoletani a primeggiare in settori di più antica tradizione come l'agroalimentare o di più elevata componente tecnologica come l'automotive e l'aerospaziale?
Tocca poi a tutti i napoletani, ai lavoratori pubblici e privati, ai professionisti, agli uomini di cultura e di scienza di questa città, tenere sempre alta la consapevolezza che tutto dipende da noi, dai nostri comportamenti, dalle nostre scelte.

Ce la possiamo fare dando fiato e sostanza ad una Napoli che sappia esprimere tutte le sue energie positive.

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