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  Dicembre 2012

Articoli n° 9
NOVEMBRE 2006
 


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A Paestum tra archeologia e turismo

il turismo fino in fondo


L’intervista di Vito Salerno

sostenere il turismo fino in fondo

 Angelo VILLANI
Presidente Provincia di Salerno



Presidente Villani, come si inserisce la Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico nel programma di sviluppo del territorio elaborato dall'Ente?
La Provincia di Salerno persegue tra i propri obiettivi la realizzazione di un qualificato programma di tutela e di valorizzazione dell'ambiente e dei beni culturali, artistici ed architettonici. Originale e significativa articolazione è rappresentata dalla Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico, che è organizzata dalla Provincia ed è sostenuta da un ampio partenariato istituzionale. L'iniziativa è nata per incentivare in modo più razionale ed organico un settore che va fino in fondo sostenuto, così da esaltare le sue potenzialità ed orientare flussi turistici sensibili ad offerte incentrate sull'attrattiva archeologica di vaste aree dei Paesi del bacino del Mediterraneo, oltre che del Mezzogiorno d'Italia.

Quest'anno l'ospite d'onore è la Grecia. Quale significato assume questa presenza alla Borsa?
La scelta del Paese ospite d'onore conferma la vocazione originaria della Borsa che guarda all'internazionalizzazione delle relazioni e dei rapporti come riferimento centrale dell'incremento di domanda e offerta. L'incontro tra culture può offrire anche un reale contributo alla soluzione di tante criticità e conflittualità.

Che cosa può rappresentare la Borsa per il territorio salernitano?
Nel contesto attuale diventa fondamentale costruire reti relazionali interistituzionali. In prospettiva la Borsa vuole diventare sempre più tassello non secondario di un processo di crescita organicamente e sistemicamente elaborato al fine di produrre sviluppo: non solo turistico, ma vero e proprio sviluppo locale integrato. Sono da qualche anno cambiate le strategie dell'offerta: il mercato di riferimento non può più essere esclusivamente quello internazionale, diventa importante la domanda interna. Occorre evitare che le identità restino nebulose ed indefinite.

Quali priorità ritiene centrali per le Province al fine di promuovere lo sviluppo turistico?
Le Province dovranno ulteriormente confermare di sapere interpretare con grande equilibrio il ruolo di coordinamento in aree sovra-comunali di progetti di sviluppo turistico condivisi. Senza il decollo operativo di un partenariato sociale ed istituzionale concreto, capace di realizzare, oltre che di immaginare progetti, non faremo molta strada. Bisogna attivare sui territori vere e proprie "cabine di regia", strumenti agili di consultazione, di scambio delle informazioni, di individuazione delle priorità, di concentramento delle risorse. Strumenti, per essere più chiari, determinanti per intervenire a fondo, strutturalmente, dove se ne ravvisa l'esigenza. É questo il fattore di competitività che può fare la differenza a livello internazionale. Questa strategia rafforza la filiera istituzionale e funzionale: Comuni, Province, Regioni - ma anche Comunità Montane, C.C.I.A.A. - e nello stesso tempo individua interlocutori sociali di riferimento: industriali, operatori privati, consorzi pubblico-privato, associazioni di categoria e datoriali, organismi sindacali. Insomma, bisogna creare un modello di ascolto reciproco capace, però, di sollecitare decisioni effettive.

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