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  Dicembre 2012

Articoli n?02
MARZO 2012
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CREDIT CRUNCH: allarme rosso per le imprese italiane

«Migliorare i conti dello Stato SUBITO»

CASTAGNA: «Esiste un'oggettiva criticitÀ sotto il profilo della LIQUIDITÀ»

«Il Fondo Italiano d'Investimento È sempre piÙ vicino alle PMI»


CASTAGNA: «Esiste un'oggettiva criticità sotto il profilo della LIQUIDITÀ»

L'esigenza di ottemperare ai nuovi parametri sulla capitalizzazione imposti dall'Eba impone alle banche una restrizione dei flussi in uscita

«In Italia le banche hanno continuato ad operare per l'economia reale, raccogliendo risparmio e impiegandolo al servizio di imprese e famiglie. Scontiamo però un momento di bassa redditività, compromessa da fattori congiunturali e normativi»

«Le fusioni tra le banche italiane, spesso criticate per il paventato allontanamento dei centri decisionali dal territorio, hanno reso più solide le banche»

di Raffaella Venerando


Giuseppe Castagna
Presidente ABI Campania

La crisi si conferma giorno dopo giorno estremamente grave: a farsi portavoce della serietà del momento tra gli altri anche il presidente della BCE Mario Draghi. L'allarme è chiaro: l'euro è sempre più a rischio tenuta. Questo che effetti provoca sul nostro sistema bancario?
La crisi ha certamente messo a dura prova tutto il sistema economico e finanziario. In Italia le banche hanno continuato ad operare per l'economia reale, raccogliendo risparmio e impiegandolo al servizio di imprese e famiglie. Scontiamo però un momento di bassa redditività, compromessa da fattori congiunturali e normativi.
Aggiungiamo a questo le note questioni Eba e Basilea che in qualche modo possono impattare sulla capacità di erogazione creditizia, attraverso più stringenti richieste di aumento di capitale. Anche se i dati più recenti ci dicono il contrario: a dicembre abbiamo registrato un +3,6% e, rispetto alla fine del 2010, il flusso netto di nuovi prestiti è stato pari a 50 miliardi di euro.

Ci saranno, a livello locale, per le imprese ulteriori restrizioni di credito?
Non credo si possa sostenere che le banche non abbiano la volontà di erogare credito.
É evidente, piuttosto, che siamo di fronte ad una situazione mai verificatasi prima: esiste un'oggettiva difficoltà per la maggior parte delle banche nel reperire un'adeguata liquidità da immettere sul mercato per una serie di concause, tra cui, naturalmente, l'esigenza di ottemperare ai nuovi parametri sulla capitalizzazione imposti dall'Eba.
Di conseguenza, occorre veicolare con molta attenzione questo messaggio: non esiste un problema di politica creditizia restrittiva, ma si configura un'oggettiva criticità sotto il profilo della liquidità. L'esigenza di rafforzare il capitale e la carenza di liquidità sia sul mercato interbancario e su questo fronte l'azione della Bce è senza dubbio provvidenziale che sul versante della raccolta stanno imponendo una restrizione dei flussi in uscita.

Ma, vista dal suo osservatorio privilegiato, quali sono le principali difficoltà per le imprese campane attualmente e in che modo le banche possono essere loro di sostegno?
L'oggettivazione del merito creditizio è un procedimento che incide purtroppo negativamente sul tessuto produttivo del Sud perché prende in considerazione alcuni parametri come le dimensioni, l'incidenza delle sofferenze, le caratteristiche comportamentali nella relazione con le banche (sconfinamenti, insoluti).
Ecco, lavorare su questi aspetti oltre che, naturalmente, sulla correttezza e sulla leggibilità del bilancio aiuterebbe certamente a raggiungere fasce di rating migliori e più vantaggiose per le aziende. Da questo punto di vista una maggiore interlocuzione sarebbe un passo in avanti molto importante.
Le iniziative delle banche sono finalizzate alla patrimonializzazione delle imprese, all'accompagnamento degli strumenti di internazionalizzazione e all'incentivazione del trasferimento di tecnologia ed innovazione.
Inoltre le banche, per favorire l'accesso al credito delle PMI, stanno sollecitando il ricorso al fondo di garanzia (Legge 662/96) che, com'è noto, favorisce l'accesso alle fonti finanziarie delle piccole e medie imprese mediante la concessione di una garanzia pubblica.
Al Sud questo tipo di garanzia non ha un costo, ma quante imprese ricorrono a questo tipo di strumento così importante per la valutazione del merito del credito?
Infine, ritengo, che anche la collaborazione con i consorzi di garanzia fidi sia da valutare con attenzione. Magari superando l'eccessiva frammentazione esistente e verificando il tipo di garanzia che sono in grado di offrire.

Dal primo gennaio 2012 le banche dovranno effettuare la segnalazione degli sconfinamenti bancari in Centrale Rischi decorsi 90 giorni di sconfinamento continuativo e non più 180. Un provvedimento non poco lesivo per le attività di impresa che però l'Abi, insieme a Confindustria, vuole arginare grazie al Protocollo d'intesa denominato Past due. Ci spiega come funzionerà e quali saranno le tutele?
Vengono messi in campo strumenti informativi e di supporto alle imprese, perché siano preparate alle nuove regole.
Le banche esamineranno tempestivamente le posizioni delle imprese. L'accordo prevede anche che, ferma restando la piena autonomia della banca nella valutazione del merito creditizio dell'impresa, l'esame mirerà a valutare le effettive necessità finanziarie delle imprese e il rapporto fra le linee accordate e gli utilizzi, nonché ad evidenziare gli sconfinamenti sopra la soglia di rilevanza, focalizzando l'attenzione sull'entità e la durata dei medesimi.
Sono previsti anche interventi ad hoc, considerando di valutare insieme all'impresa cliente eventuali soluzioni personalizzate per il rientro dagli sconfinamenti, anche ricorrendo a forme tecniche di finanziamento sostitutive.
Comunque è fondamentale la diffusione di una corretta informazione al fine di far aumentare il dialogo banca‑impresa.

Venendo più nel dettaglio al nostro sistema creditizio, quali variazioni ha subito negli ultimi anni il risparmio italiano?
Non crede che anche i nostri istituti di credito oggi siano meno forti e debbano ristrutturarsi?
Le prime stime dell'ABI mostrano, a fine 2011, un lieve aumento della dinamica della raccolta denominata in euro del totale delle banche italiane, rappresentata dai depositi a clientela residente e dalle obbligazioni: il tasso di crescita tendenziale è risultato pari a +1,5%, però notevolmente più basso sia rispetto all'aumento fatto registrare l'anno precedente e sia rispetto alla dinamica di crescita degli impieghi nel 2011.
Occorre altresì considerare che il risparmio è strettamente connesso alla capacità di un Paese di produrre ricchezza e quindi è una variabile che non può non risentire della congiuntura economica negativa.
D'altro canto la riduzione del tasso di risparmio rappresenta una tendenza di lungo periodo: nello scorso decennio si è osservato un calo di circa quattro punti percentuali.
Vediamo però anche il lato positivo: restiamo tuttora uno dei Paesi in cui si risparmia di più.
Le banche italiane si sono dimostrate le più forti in Europa, superando la crisi del 2008 praticamente senza sostegno dello Stato e quindi dei contribuenti, mentre altri paesi europei e gli USA hanno fortemente contribuito al salvataggio delle banche. Inoltre, le fusioni tra le banche italiane, spesso criticate per il paventato allontanamento dei centri decisionali dal territorio, hanno reso più solide le banche.
Queste oggi pagano più per la debolezza del sistema Italia che per problemi patrimoniali. La manovra economica del Governo Monti ha chiesto più di un cambiamento specie in termini di costi e rischi agli istituti di credito.
Cosa cambia nei fatti e perché?
In generale siamo sempre favorevoli alle politiche volte al superamento di vincoli e rigidità che ingessano l'andamento dell'economia. Sembra però che assumano un significato particolare e diverso quando si riferiscono alle banche.
Per gli altri settori si tratta di rimuovere ostacoli e alleggerire norme, per l'industria bancaria, invece, introdurre prezzi amministrati, divieti e limiti operativi. Questa formulazione non ci può vedere favorevoli. Né si può dire che abbiamo un governo delle banche avendo subito provvedimenti, dai mutui ai servizi di tesoreria, che peseranno sul conto economico.

Il presidente Mussari di recente si è fatto promotore di una ammirevole iniziativa: ha chiesto ai top manager dell'industria del settore di non aumentare le retribuzioni complessive per il prossimo triennio e di contribuire personalmente al fondo di solidarietà per le assunzioni di giovani. Quale il senso di questa proposta?
In un momento di emergenza tutti sono chiamati a fare sacrifici in una logica di equa distribuzione e sostenibilità complessiva delle misure imposte dalla congiuntura. Ciò riguarda anche il settore bancario che è stato capace recentemente di rinnovare il contratto nazionale di categoria che vede al primo posto l'occupazione.
Di fronte allo scenario complessivo, infatti, si sono trovate nuove compatibilità e nuovi equilibri, attraverso soluzioni originali e innovative e ben vengano sacrifici che gravano sulla nostra generazione a vantaggio dell'occupazione giovanile.

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