di Alfonso Amendola Dip. di Scienze Politiche, Sociali e della Comunicazione, Università di Salerno - Direttore Artistico "Mediateca MARTE"
CORPO COMUNE, appunti sull'opera di Antonella Pagnotta
Ode ad uno dei soggetti più antichi della storia dell'arte: si risale a più di 25.000 anni fa
"Corpo Comune" è un progetto che sintetizza diversi linguaggi e soprattutto diverse tensioni creative.
Un progetto che ha dentro di sé la dimensione sorgiva e fondante delle grandi avanguardie (dalle quali recupera a piene mani l'idea di lavoro collettivo, l'uso costante del "Manifesto" come viatico di teoria ed azione, il continuo giustapporsi‑contrapporsi di differenti espressioni, la dimensione politico‑sociale come prassi per entrare nel cuore pulsante delle cose).
Un progetto che ha anche una sua insistenza e rigore delle "origini" nel voler guardare verso una pulsione identitaria che è intima consapevolezza (da qui si legga la totale adesione al Futurismo italico e a tutta una genealogia che vede nella poesia di Dino Campana, nello Spazialismo di Burri e Fontana e nelle narrazioni anche post‑Beniane una struttura composita e portante dell'intera progettazione e su tutto questo riconosciamo, anche, la firma di Marcello Francolini giovane critico d'arte e profondo conoscitore del Futurismo). Corpo Comune è un progetto che ha una decisa centralità: il corpo (un corpo che a partire da quello di Antonella Pagnotta artista, performer e soggetto della propria arte ‑, diviene scenario, "comunitas", matrice pittorica, transito performativo, videoinstallazione, processo continuo del "divenire" artista, ma anche assalto provocatorio, multiplo, moltiplicazione, trasformazione infinita).
Ed è proprio sul tema del corpo che si sostanzia con forza l'azione del progetto. Quel corpo che Artaud identificherà come "corpo glorioso" e che sarà l'estremo set di tutta la storia dell'arte. Infatti il corpo (femminile e maschi‑
le) è uno dei soggetti più antichi della storia dell'arte: si risale almeno a più di 25.000 anni fa. Molti secoli dopo, nel corpo nudo raffigurato dal greco Policleto, si fa strada una maggiore naturalezza, anche se sempre dentro una "un'idea".
Così come troveremo il desiderio di trovare "un'idea" in tutti i procedere dell'arte a‑venire: dalla Venere di Milo alle "passioni tra corpo e gesti" nella pittura di Giotto.
Fino ad arrivare alla densità di Leonardo che c'indicherà il dentro e il fuori, il visibile e l'invisibile. Leonardo infatti porta nell'immagine dell'uomo la sua natura non visibile, esprimendo nell'esteriorità l'interiorità, facendo emergere il profondo attraverso la superficie, rappresentando il corpo come segno dell'anima. Mi piace
intercettare l'idea‑azione, a partire dal corpo di Antonella del progetto "Corpo Comune", originaria di tutto ciò (in una "radicale" rivisitazione post‑avanguardista, posthuman, post‑storica e contemporanea) dove il corpo è frutto di una totalità, densa di agire collettivo e percorsa da "sentieri interrotti":
dove il pittorico, la performance, la parola, il video e anche una certa funzione "critica" trovano respiro, adesione, "atto di necessità" e non logica di mercato e di usura affaristica. Un corpo quello dell'artista‑performer Antonella Pagnotta che oltre ad essere un progetto complessivo diviene un mantra.
Un mantra che, a sua volta, diviene un fiume in piena.
Un fiume in piena potente e naturale. Un fiume in piena che, al contempo, distrugge e nutre. Un fiume in piena severo e soave come, oggi più che mai, deve essere l'arte. |