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  Dicembre 2012

Articoli n?02
MARZO 2012
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ECOBIKE, il futuro È in discesa


di Raffaella Venerando


Scegliere una bicicletta a pedalata assistita equivale a dichiarare una vera e propria scelta di stile di vita, che consente di vivere in perfetta armonia con l'ambiente circostante

«Sarebbe indispensabile migliorare la sicurezza stradale per chi sceglie la bici come mezzo di locomozione, potenziare il numero di piste ciclabili e il ricorso a fenomeni ecosostenibili come il bike-sharing»

«Più di tutto però sarebbe utile dare vita ad alternative praticabili per chi magari vuole andare a lavoro in bici, rinunciando all'auto»



Massimo Panzeri
Amministratore Delegato ATALA SPA

Dottor Panzeri, quando nasce l'ecobike firmato Atala e quali sono le principali caratteristiche di questa bicicletta a pedalata assistita?

La biciletta a pedalata assistita è, senza dubbio, il più moderno ed economico mezzo di trasporto oggi in commercio.
L'idea nasce da un'esigenza di mercato sorta tre o quattro anni fa, quando ha cominciato a farsi sentire la necessità di dare vita a una bici che, oltre a consentire di muoversi agilmente e in modo confortevole in città e non solo, riducesse significativamente la fatica specie per le persone anziane, o per chi ha problemi di deambulazione dovuti magari ad un decorso post‑operatorio e che, al contempo, riuscisse anche a restare un mezzo ecocompatibile.
Le biciclette a pedalata assistita Atala rispondono perfettamente a questi requisiti in quanto non inquinano e con un pieno di energia elettrica (0,05 euro) sono capaci di percorrere fino a 90 Km. Nei fatti sono equiparabili a dei comuni velocipedi, come previsto dalle Normative Europee e dal Codice della Strada e, pertanto, non necessitano di targa, assicurazione, bollo, casco e patente.


Per avviarle bisogna pedalare in modo sostenuto (la spinta meccanica può essere attivata soltanto dalla pedalata, poiché una volta raggiunta la velocità necessaria il propulsore elettrico viene disinserito in automatico) almeno fino al raggiungimento dei 25 km orari e percorrere fino a 90 km con le batterie cariche; successivamente la velocità sarà tale da ridurre al minimo la differenza di sforzo con la bici tradizionale, in particolar modo nelle salite, dove si annulla completamente.
Acquistando una bicicletta a pedalata assistita si compra sì un mezzo di trasporto low cost, ma anche uno strumento per fare sport senza costi aggiuntivi. Scegliere una bicicletta a pedalata assistita equivale quindi a dichiarare una vera e propria scelta di stile di vita, una decisione intelligente che consente di vivere in perfetta armonia con l'ambiente circostante. Tutte queste peculiarità ne fanno quindi il mezzo di trasporto green per antonomasia.


Come sta rispondendo il mercato italiano a questa eco‑invenzione?

Quello delle ecobike è un trend in crescita per il nostro Paese. Oggi la richiesta si attesta, all'incirca, sulle 40‑50mila unità l'anno, numeri inimmaginabili qualche anno fa e comunque ancora piccoli se paragonati a quelli che si registrano in altre parti del mondo Olanda e Germania su tutte dove addirittura il 40% delle biciclette è ormai a pedalata assistita da sempre più inclini e avvezze all'utilizzo delle due ruote. Oggi che però l'attenzione per l'ambiente da moda si è via via trasformata in una abitudine più pervicace, le vendite delle eco‑bike cominciano a dare buoni risultati, anche grazie alle migliorie tecniche che ne hanno perfezionato l'estetica, la fruizione e la funzionalità. Un deterrente, però, rimane il costo ancora alquanto elevato per una bicicletta: circa duemila euro per i modelli di punta con batterie al litio, più leggere ed efficienti, ma decisamente meno economiche di quelle a piombo.


Ritiene, quindi, che un sistema di ecoincentivi centrale, regionale, o comunale potrebbe favorirne la diffusione?
Senz'altro aiuterebbe, così come sarebbe indispensabile migliorare la sicurezza stradale per chi sceglie la bici come mezzo di locomozione, potenziare il numero di piste ciclabili e il ricorso a fenomeni ecosostenibili come il bike‑sharing o, semplicemente, creare infrastrutture materiali maggiormente adeguate allo scopo. Più di tutto però sarebbe utile dare vita ad alternative praticabili per chi magari vuole andare a lavoro in bici, rinunciando all'auto, promuovendo una vera e sostenibile campagna di sensibilizzazione verso la mobilità ciclabile. Una Amministrazione che si rispetti dovrebbe attivare politiche di promozione e incentivo dell'uso della bicicletta come mezzo di trasporto concretamente sostitutivo all'uso dell'auto per gli spostamenti urbani. Ma su questo versante, vale la pena sottolinearlo, l'Italia ancora ha molta strada da fare.

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