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  Dicembre 2012

Articoli n?02
MARZO 2012
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La Germania? É in ITALIA!



Le tendenze e gli andamenti del nostro sistema industriale sono abbastanza simili a quelle tedesche. E ciò si riscontra anche per il trend della filiera della carta, editoria, stampa e trasformazione

«È impossibile avere un terziario forte senza una forte industria e ciò deve portare a riflettere su una concreta politica industriale»

«Internet è l'eterno presente, è l'informazione veloce. La carta, invece, è il futuro, la riflessione e la progettualità»

«Nonostante la crisi, stiamo constatando la straordinaria forza della carta stampata che non è ancorata
ai vecchi modelli di business»


Massimo Medugno
Direttore Generale Assocarta

«Se non fossimo italiani… potremmo essere tedeschi».
Sintetizzato in uno slogan, questo è uno dei contenuti emersi durante la quarta conferenza stampa "La Carta al tempo di internet: ri/conciliare valori e conoscenza" che il 15 febbraio scorso ha riunito, presso la Sala Capitolare del Senato, la filiera della carta per fare il punto sullo stato di salute del settore e sul valore della carta, oggi e nel futuro. Potrebbe sembrare l'ennesimo peccato di esterofilia, ma in realtà lo slogan rispecchia la forza dell'apparato manifatturiero in Italia emersa anche durante la conferenza, organizzata dalle otto Associazioni industriali della Filiera Carta, Editoria, Stampa e Trasformazione (Acimga, Aie, Anes, Argi, Asig, Assocarta, Assografici e Fieg).
L'incontro si è aperto, infatti, con l'analisi di Alessandro Nova della Bocconi che ha messo in evidenza prendendo in considerazione Francia, Gran Bretagna, Spagna e Germania come l'Italia sia il Paese più simile alla Germania.
Le tendenze e gli andamenti del sistema industriale italiano sono abbastanza simili a quello della Germania. E ciò si riscontra anche per l'andamento della filiera della carta, editoria, stampa e trasformazione. Sennonché l'effetto Paese crea sull'apparato manifatturiero tedesco e su quello della filiera carta, in particolare, un effetto traino che in Italia non abbiamo. Per riprendere le parole di Nova le imprese della filiera della carta sono come le palline in un recipiente d'acqua, con l'abbassarsi del livello (effetto Paese appunto) scendono anche le performance della filiera (le palline).
Ed è questo che determina la differenza. Ma, prima ancora di Nova, i lavori sono stati introdotti dal Sottosegretario con delega all'Editoria, Paolo Peluffo. Peluffo oltre a evidenziare la prossima riattivazione del Fondo per l'Editoria ha sottolineato l'importanza di difendere i luoghi della lettura come biblioteche, librerie ed edicole.
Questi luoghi saranno anche al centro della prossima campagna di comunicazione per la promozione della lettura del Dipartimento per l'Editoria. La relazione di Nova ha, quindi, fornito un'analisi quantitativa della Filiera e dei comparti in cui è articolata e del valore che rappresenta nella società italiana sotto il profilo economico e sociale. Abbiamo già anticipato come l'analisi abbia evidenziato la estrema vicinanza dell'Italia alla Germania come sistema manifatturiero e, quanto, pesi sull'industria l'effetto Paese.
All'interno, poi, della filiera si notano due diverse tendenze: quella collegata alla cartotecnica che segue il ciclo economico in maniera piuttosto reattiva e quella della grafica che, alla crisi che attanaglia in questo momento l'economia, somma anche problemi strutturali, conseguenza dell'affermarsi dei media digitali. In particolare, il fatturato della filiera nel 2011 ha registrato una crescita (+2,2% rispetto al 2010) molto ridotta rispetto a quella media dell'industria italiana (+5,8%), evidenziando il momento di particolare difficoltà attraversato. Le dinamiche dei principali aggregati del comparto, in recupero nel corso del 2010, dopo i forti cali del biennio 2008‑2009, hanno subito una preoccupante battuta d'arresto dall'estate scorsa, in conseguenza dell'acuirsi della crisi economicofinanziaria con alcuni settori, in particolare quello editoriale, che hanno registrato riduzioni dei valori di fatturato.
Quella della carta resta comunque una filiera che rappresenta il 5% degli occupati, facendone uno dei settori più importanti per numero di addetti prescindendo dal pubblico impiego. «Le imprese della filiera ha concluso Nova devono poter tornare a livelli di redditività adeguati a garantire investimenti per migliorare ulteriormente la loro competitività».


La ricetta finale presentata da Nova prevede misure volte, da un lato, a sostenere la domanda e, dall'altro, a migliorare l'offerta quali:
la detassazione della spesa per
l'acquisto di libri, di abbonamenti a quotidiani, periodici e servizi di agenzia di stampa; il credito d'imposta per gli investimenti delle imprese del settore e per l'acquisto della carta utilizzata per la stampa di libri e giornali; il sostegno alla modernizzazione della rete delle edicole e della distribuzione dei giornali; interventi per l'innovazione e l'industrializzazione dei servizi e l'adeguamento tecnologico delle aziende.
L'obiettivo dell'incontro però era sì quello di ricordare l'assoluto rilievo della filiera sotto il profilo economico, ma anche di sottolinearne il valore sotto il profilo della conoscenza e dei valori collettivi.
E a questo proposito Giulio Anselmi, che fungeva anche moderatore del successivo dibattito, ha evidenziato, prima di tutto, l'importanza di incoraggiare la lettura e di premiare la qualità di tutti i media. Vincenzo Boccia è tornato sul tema del rapporto tra sviluppo dell'industria e benessere della collettività. Ha sottolineato, quindi, l'importanza delle quattro variabili su cui misurare la competitività dell'industria italiana: capitale, lavoro, formazione e conoscenza, quest'ultimi due fortemente influenzati dalla lettura. Sempre secondo Boccia è impossibile avere un terziario forte senza una forte industria e ciò ci deve portare a riflettere su una concreta politica industriale.
A questo proposito è certamente fondamentale la dimensione delle imprese, ma anche il fatto che in Germania (a causa della più alta produttività) il costo del lavoro è = 37% rispetto all'Italia. Boccia ha, inoltre, evidenziato che non basta più oggi essere dei buoni produttori, ma occorre essere imprenditori nel senso più ampio del termine.
Ciò significa avere competenze di finanza aziendale e di marketing ad esempio.
Ma il presidente della Piccola Industria ha lanciato anche un suo messaggio sull'attualità della stampa su carta, soffermandosi sul fatto che internet è l'eterno presente, è l'informazione veloce. La carta, invece, è il futuro, la riflessione e la progettualità. Derrick De Kerckhove, Direttore scientifico dell'Osservatorio TuttiMedia e di Media Duemila, non ha lasciato cadere nel vuoto le ultime parole di Boccia.
Egli ha ricordato con efficacia tutti i vantaggi della carta. Innanzitutto la non interattività che contribuisce a limitare il rischio di Alzheimer digitale a cui tutti, ormai, siamo esposti. Ancora il fatto che l'uso della carta è personale e non è "profilato". Anzi, la carta si può nascondere e ci può aiutare a recuperare una certa originalità, cercando di limitare la massificazione, alla ricerca di un linguaggio più autentico e contro l'"elettrificazione del linguaggio". Insomma, secondo il massmediologo la lettura su carta è garanzia di identità…e di umanità! Tutti questi elementi, secondo De Kerckhove, che devono spingere le autorità italiane ad aumentare la lettura…Ma su carta! Secondo Anselmi, nonostante la crisi, stiamo constatando la straordinaria forza della carta stampata che non è ancorata ai vecchi modelli di business. «Appropriandosi di forme e tecniche nuove i giornali ha sostenuto
Anselmi sono stati capaci di consolidare il loro ruolo storico, rispondendo alle esigenze di un contesto sociale e culturale in continua evoluzione. Lo confermano i circa 25 milioni di lettori di quotidiani e i 33 milioni di lettori di periodici. Ma ne è testimonianza ancora più significativa la percentuale di utenti dei siti web dei quotidiani che nel 2011 ha rappresentato circa il 50% dell'utenza complessiva di internet». «I giornali ha concluso Anselmi restano il più importante strumento a disposizione dei cittadini per capire, scegliere e ri‑conciliare, al tempo di internet, valori e conoscenza». E quasi a ribadire l'importanza che la cultura abbia anche una forma corporea, Anselmi ha così chiosato: "L'odore della carta stimola il pensiero".

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