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  Dicembre 2012

Articoli n° 01
GENNAIO/FEBBRAIO 2011
 
EDITORIALE - Home Page
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FONDO ITALIANO DI INVESTIMENTO
Un ottimo modello di collaborazione tra imprese, istituzioni e finanza

Lo strumento favorisce la patrimonializzazione delle aziende, incoraggiando i processi di aggregazione e promuovendo la crescita dell'equity nel nostro sistema imprenditoriale

Apprezzabile, su tutti gli altri aspetti, il metodo seguito, basato su accordi concreti tra parti notoriamente diverse l'una dall'altra, che hanno inteso definire un percorso comune fondato sul sostegno tangibile a imprese sane e disposte ad investire con una creatività tutta italiana. Unica e ineguagliabile

SABINO BASSO, Presidente Confindustria Avellino

Sono ottime le credenziali che il Fondo Italiano di Investimento (FII) esprime grazie alla iniziativa congiunta di Confindustria, Ministero dell'Economia, l'Associazione Bancaria Italiana e il pool
di istituti di credito che partecipano finanziariamente all'iniziativa. Ma altrettanto interessanti sono gli interventi di partecipazione al capitale delle Pmi che il Fondo intende attivare per favorire la patrimonializzazione delle imprese, incoraggiando i processi di aggregazione e promuovendo la crescita dell'equity nelle nostre imprese. Abbiamo sempre creduto che la crisi col rinnovato rapporto con le banche, da sempre partner delle imprese, si potesse superare solo rimodulando la capacità patrimoniale delle nostre aziende. Il confronto continuo già attuato con gli istituti bancari risulta essere la principale azione da adottare per individuare specifiche operazioni di sostegno al sistema imprenditoriale che, in questi mesi, accusa il peso della distorsione dei mercati finanziari internazionali. Il Fondo va in questa direzione. É evidente che occorrono anche idonei strumenti per poter concre‑ tizzare tale rapporto e affrontare in modo sereno l'introduzione di Basilea 3. Così come appare evidente creare le necessarie aggregazioni e partecipazioni tra le imprese. Il FII, grazie alla presenza di Confindustria nella società di gestione, intende realizzare questa finalità con moderni e collaudati strumenti che offrono alle Pmi la reale prospettiva di crescita. Nuove prove di ripresa per l'econo‑ mia mondiale non mancano. Qualche segnale positivo arriva dagli Stati Uniti, ma anche dalla "loco‑ motiva" tedesca nella zona Euro, mentre Pechino continuerà a essere uno dei mercati a maggiore crescita. Strumenti finanziari e discrete prospettive di crescita sui mercati internazionali possono rappresentare una buona leva capace di infondere ottimismo anche al piccolo imprenditore. Sappiamo bene però che il mercato non è caratterizzato solo da buone prospettive. Abbiamo biso‑ gno di contesti favorevoli non solo sui mercati esteri. Per questo, nell'apprezzare il lavoro svolto dalla Presidente Marcegaglia, dal Ministro Tremonti e dagli Istituti che hanno creduto nell'iniziati‑ va confindustriale, intendo plaudere al metodo che hanno inteso adottare. Un metodo basato su accordi concreti tra parti notoriamente diverse l'una dall'altra che hanno inteso definire un percorso comune fondato sul sostegno tangibile ad un potenziale di imprese sane e ben disposte ad investire con una creatività tutta italiana. Unica e ineguagliabile. In realtà è proprio questo di cui abbiamo bisogno. Di una rinnovata collaborazione tra istituzioni, imprese e istituti bancari su programmi concreti e ben definiti. Una duplice programmazione parallela a breve termine e a medio e lungo termine per offrire ai nostri territori un necessario ammodernamento per renderlo appetibile agli investimenti esterni. Da anni ormai non ci sono nuovi insediamenti nelle nostre aree e gli investi‑ menti esteri diretti sono precipitati in basso alle classifiche. Il modello del Fondo Italiano di Investi‑ mento è vincente. Adottiamolo.

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