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  Dicembre 2012

Articoli n° 01
GENNAIO/FEBBRAIO 2011
 
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BON TON


GALATEO: l'eccesso di "zeta" nel vocabolario

Seppur frequente in tv e sui giornali, bisogna tenere a mente che non è mai consentito ‑ né tanto meno scusabile ‑ l'uso di parolacce ed espressioni volgari

a cura di Tommaso de Mottoni y Palacios e Nicola Santini
www.eredialtrono.com




Sono purtroppo state ampiamente sdoganate da tv e giornali, ma parolacce ed espressioni volgari dovrebbero essere bandite da qualsiasi discussione, indipendentemente dalla situazione in cui ci si trovi. Anche se siete a casa vostra, in famiglia o con gli amici evitate il turpiloquio: le cattive abitudini sono difficili da eliminare e, se è vostra consuetudine utilizzare un linguaggio colorito nella vita di tutti i giorni, sarà difficile che poi riusciate a mascherarlo durante una serata in società.
E, senza che nemmeno ve ne accorgiate, vi troverete ad intonare quantità esponenziali di vocaboli dove, nella migliore delle ipotesi si inizierà con la "c" di casa e si finirà con la "o" di Otranto, passando attraverso la "z" di zorro! E non crediate che la disinvoltura con cui vi escono faccia sì che la bruttezza del "gesto" diminuisca. I vostri interlocutori penseranno semplicemente che siete avvezzi ad espressioni poco cordiali. Nel caso in cui vi facciate scappare una parolaccia, la cosa da fare è scusarsi con i presenti e proseguire, per non aggravare ulteriormente la situazione.
Chi si trova ad ascoltare non deve reagire con eccessivo sdegno o scoppiare in esclamazioni di disappunto; sarà più semplice allontanarsi con discrezione e ricordarsi di non invitare l'incauto conversatore.
Devono essere evitate anche tutte le espressioni volgari e i doppi sensi; il fatto che i mass media li utilizzino abitualmente non deve essere un incentivo ad abusarne, ma anzi deve rappresentare un monito per non inserirli nel vostro vocabolario abituale. Cercate di mantenere la calma e il sangue freddo in ogni occasione, qualsiasi cosa succeda, evitando di imprecare e bestemmiare.
La signora inappuntabile, che non rivolge parola a nessuno e che all'improvviso sbotta in una serie di parolacce perché è stata inavvertitamente urtata dal cameriere, attirerà su di sé la comprensibile ironia di quanti hanno assistito alla scena.
Se l'indifferenza di prima era casuale da lì in poi sarà più che motivata.
Se la conversazione si fa troppo accesa e le divergenze di opinioni diventano insanabili, la cosa migliore per riportare la pace ed evitare feriti sul campo, è un allontanamento discreto e pacificatore. Inveire contro il vostro interlocutore non servirà ad altro che a farvi apparire come estremamente maleducato agli occhi degli altri e creerà un notevole imbarazzo tra tutti i presenti.
Questo non significa che siete autorizzati a trascinare lontano da orecchie indiscrete la persona con cui avete avuto uno scontro di pareri per sommergerlo di parolacce.
Ricordate che ci sono modi molto più sottili e feroci per mortificare una persona: citare il collega che gli ha strappato la promozione; chiedere che fine ha fatto la fidanzata, che avete appena visto con un altro; consigliare un buon chirurgo plastico alla signora che è appena tornata dalla beauty farm.
Se siete degli abili sofisti potrete ricorrere alle invettive, che non devono diventare però delle catilinarie di due ore, con voi in mezzo alla stanza a declamare contro un vostro nemico.
Il fatto che di solito i giovani utilizzino un linguaggio un po' troppo colorito, non deve far pensare che turpiloquio sia sinonimo di giovinezza: ricordate che la parolaccia in bocca alla signora agèe non ha mai l'effetto lifting.

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