L'industria CHIMICA cambia vertice
Italia INDIETRO sulle politiche per il turismo
In difesa della PLASTICA, «il materiale che la natura si è dimenticata di creare»
In difesa della PLASTICA, «il materiale che la natura si è dimenticata di creare»
Necessaria più informazione, indispensabile per far crescere la cultura del consumo consapevole e del riciclo responsabile
Nicola Centonze Presidente Federazione Gomma Plastica
Riuscite ad immaginare un futuro senza plastica?
Questa interessante domanda è stata proposta agli Italiani da una campagna di informazione che è stata organizzata alla fine del mese di luglio. La chiamo campagna di informazione perché di ciò si tratta.E di informazione, quando si parla di materie plastiche, c'è tanto bisogno.
Questi materiali, che per eccellenza interpretano il futuro e il progresso, sono circondati da pregiudizi. Provatea immaginare un computer senza plastica.Pensate a quanto ne sarebbero compromesse le prestazioni, a partire dal peso e quindi dalla "portabilità" alla quale siamo abituati. Provate ad immaginare un ospedale senza plastica.
Senza arrivare alle valvole cardiache o alle protesi, pensate a un ospedale senza siringhe e sacche per il sangue, in plastica. Provate a immaginare una casa senza plastica.Senza tubi per il trasporto di gas e acqua e senza coibentazioni termiche in plastica: da morir di freddo in inverno e da impazzire per il caldo in estate. Provate ad immaginare un supermercato senza plastica. Senza i rodotti preconfezionati a libero servizio, senza cestelli in plastica per l'ortofrutta e senza flaconi e bottiglie in plastica: tutto più scomodo, meno igienico ma soprattutto più costoso.
Proprio dall'imballaggio è partita l'offensiva contro le materie plastiche. Quell'imballaggio che ha ridotto, negli anni, lo "scarto" di prodotti alimentari dal 48 al 3% : in un pianeta dove qualche centinaio di milioni di persone muoiono di fame non mi sembra un risultato da disprezzare. Un imballaggio sicuro e igienico.
Le norme italiane che regolano l'impiego di materie plastiche a contatto con alimenti sono tra le più aggiornate e le più severe al mondo. Un imballaggio comodo e pratico. L'imballaggio in plastica è leggero (con 35 grammi trasportiamo un litro e mezzo di liquidi), è infrangibile e ci permette di giudicare la freschezza e lo stato di conservazione di carni e verdure. Un imballaggio utile. Il tanto bistrattato sacchetto per la spesa viene utilizzato più volte per il suo uso primario per diventare poi un indispensabile strumento per il conferimento dei rifiuti domestici. E invece proprio sul sacchetto si sono lanciati con un accanimento senza precedenti, sfidando la logica prima ancora che la legge. Perché non è vero che le norme comunitarie ne vietano l'impiego, ma è anzi vero il contrario: le norme comunitarie vietano questa discriminazione tutta italiana.
E perché non è vero che i sacchetti inquinano. Ad inquinare sono quelli che li abbandonano così come abbandonano bottiglie, cartacce, lattine, e altro ancora. Non abbiamo abbandonato il sacchetto di plastica al suo destino, anzi stiamo continuando a difenderlo strenuamente perché racchiude in sé tutti i valori che abbiamo citato fin qui. È pratico, leggero, resistente, igienico, riutilizzabile e riciclabile. Gli sciagurati, se non saranno individuati e puniti, continueranno ad abbandonare i sacchetti: anche quelli biodegradabili, di carta, di rete, di iuta e di altri materiali.
Magari li abbandoneranno un po' meno ma intanto abbiamo costretto gli italiani, che non navigano certo nell'oro, a dotarsi, pagandoli, di sacchetti, quelli si monouso, per conferire i rifiuti domestici. Non crediamo che con questi sistemi si favorisca la crescita della cultura ambientale. La cultura si favorisce con la corretta informazione, con la predisposizione degli strumenti per un'efficiente raccolta differenziata, favorendo l'impiego di prodotti riciclati e consentendo il recupero energetico.
L'industria che produce imballaggi in plastica mette a disposizione centinaia di milioni di euro ogni anno per favorire raccolta differenziata, riciclo e recupero energetico. Per far crescere la cultura del consumo consapevole e del riciclo responsabile. Dobbiamo imparare a consumare il giusto e la leggerezza delle plastiche questo lo permette e lo garantisce.
E dobbiamo imparare a rispettare il territorio. Vi sognereste mai di spegnere mozziconi di sigaretta sul pavimento di casa vostra? Quanti italiani lo fanno impuniti per strada magari mettendo a rischio patrimoni boschivi secolari? Con la stessa impunità gettiamo sacchetti e bottiglie, non solo di plastica, per le strade, nei boschi, sulle spiagge. Per non parlare di coloro che permettono agli animali di depositare sui marciapiedi quelle cose che sappiamo…Non abbiamo per questo abolito i cani. Le materie plastiche hanno contribuito ampiamente al progresso economico e sociale di questo Paese.
Nei settori che abbiamo citato ma l'elenco è infinito perché infinite solo le loro applicazioni. Un'auto senza plastica sarebbe meno sicura e consumerebbe molto più carburante, l'industria della telefonia non avrebbe certo sviluppato gli innovativi prodotti che sono oggi in circolazione e anche il mondo della moda e dell'abbigliamento ha trovato nelle fibre sintetiche prestazioni senza precedenti (dal pile alle imbottiture delle giacche a vento). Quello delle materie plastiche è un comparto che cresce e innova e che ha mantenuto i livelli occupazionali anche durante la fortissima crisi degli ultimi anni. Non per questo chiede di essere guardato con favore, ma quanto meno non vorrebbe essere oggetto di inutili discriminazioni.
Inutili perché a pagarne le conseguenze sono i consumatori in termini di qualità e prezzo.
Per molti anni abbiamo
pensato soprattutto a produrre bene ma da molti anni siamo anche impegnati a ripensare le nostre Imprese con sempre maggior attenzione all'ambiente. Non vogliamo essere premiati ma ci sembrerebbe giusto che questi sforzi ci venissero almeno riconosciuti. Del resto, come ha detto il Premio Nobel Paul John Flory«la plastica è il materiale che la natura si è dimenticata di inventare». Più naturale di così… |