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  Dicembre 2012

Articoli n° 06
Luglio 2010
 
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PIQ: un indicatore di qualitÀ

L'INTERVISTA - Realacci: «Il PIQ legge l'economia con nuovi occhi»

L'INTERVISTA - Dardanello: «Puntiamo tutto sul PIQ perché la qualità è la leva competitiva del nostro sistema economico nel mondo»

L'INTERVISTA -Bonomi: «La competitivitÀ e la crescita del Paese passano per la qualitÀ»

L'INTERVISTA -Campiglio: «Il PIQ descrive e intercetta le nuove traiettorie dello sviluppo»

L'INTERVISTA -Fioramonti: «Il PIL non È soltanto un numero, ma rappresenta un modo di gestire l'economia
L'Intervista
Campiglio: «Il PIQ descrive e intercetta le nuove traiettorie dello sviluppo»

di Raffaella Venerando

Luigi Campiglio
Pro rettore Università Cattolica
Sacro Cuore Milano,
Presidente Comitato Scientifico PIQ


Professore, chiudendo la conferenza "Beyond Gdp", tenutasi a Bruxelles nel novembre 2007, il Presidente della Commissione europea Barroso dichiarò che non era più possibile affrontare le sfide del futuro con strumenti del passato: bisognava andare oltre il Pil. Il PIQ come nasce e da quali fattori dipende?

Il Prodotto Interno Lordo, misura centrale dei risultati economici, è una grandezza economica la cui concreta definizione, misurazione e implementazione è riconducibile alla stagione di radicali cambiamenti seguita a quella che fu definita la Grande Depressione del 1929. É in un famoso rapporto del 1934 al National Bureau of Economic Research che Kuznets - successivamente premio Nobel - cercò di misurare la dimensione della crisi, dando vita a un concetto inclusivo, quello di "prodotto netto dell'economia nazionale", misurato come differenza fra il valore dei beni e servizi ai prezzi di mercato e il valore dello stock di beni spesi, sotto forma di materie prime e beni capitali. In altre parole, nacque allora il concetto di reddito nazionale netto, inteso come «quella parte di prodotti finali dell'economia che risulta dagli sforzi degli individui che formano una nazione». Già allora però Kuznets se da un lato considerava le sue stime come uno dei possibili «tentativi di fornire un quadro totalmente inclusivo» dell'attività economica, dall'altro era consapevole del fatto che le misurazioni del reddito nazionale rappresentassero un esempio di tentativo di descrivere l'attività economica nazionale sotto un solo aspetto, cioè la grandezza del prodotto finale netto. La nascita del PIL si accompagna non solo alla Grande Depressione: la sua misurazione emerge anche come la naturale espressione di un'economia industriale nella quale la quantità omogenea prodotta aveva un ruolo centrale e, ad esempio, l'acciaio prodotto poteva essere considerato un buon indicatore dell'attività economica complessiva. Ma il mondo di oggi è assai diverso da quello di allora. Oggi l'economia dei servizi, la diversità e la qualità, l'urbanizzazione, le tecnologie dell'informazione, l'ambiente, le questione energetiche sono le caratteristiche centrali che distinguono il mondo attuale nel confronto con un secolo fa, caratterizzandone di conseguenze anche i nuovi bisogni conoscitivi e informativi. Il concetto di PIQ fa proprio questo: risponde alla domanda di nuovi indicatori tesi alla migliore comprensione, descrizione e, in definitiva, governo consapevole di una moderna economia ad alto tasso di diversificazione. Il calcolo del PIQ ha il merito di affrontare in modo pragmatico le difficoltà di lettura e di misura di una economia moderna. Tuttavia, i risultati contenuto nel Rapporto PIQ 2009 non pretendono di sintetizzare dati "definitivi" e certi ma l'inizio di un'analisi "aperta", come aperta e dinamica è l'economia. Il PIQ si iscrive con forza e validità nella cornice di un movimento mondiale che punta a nuovi concetti capaci di descrivere le nuove traiettorie dello sviluppo e ci rende consapevoli che di traiettorie al plurale si tratta: le economie moderne sono economie della varietà e della estrema diversificazione e il PIQ di questo aspetto ne tiene conto.

Ma un indicatore di ricchezza di un Paese non sarebbe più attendibile se fosse "internazionale"?

Alcuni indicatori svolgono un ruolo di conoscenza, altri vengono invece elaborati anche come obiettivo. Di sicuro indicatori internazionali consentirebbero confronti più efficaci, ma sono sicuro che nel tempo ogni Paese si doterà di misurazioni sempre più vicine all'obiettivo che come Sistema Paese intende darsi.

Secondo lei un Paese può dirsi davvero ricco se…
Se è un Paese nel quale - in primo luogo - si offre a tutti in modo concreto un'uguaglianza di opportunità, di crescita personale, professionale e umana. Un Paese può dirsi davvero ricco, se la sua dotazione umana e il suo patrimonio culturale sono elevati. È questo che provano a fare i nuovi indicatori: mettere al centro del discorso le persone e il modo per migliorare la qualità delle stesse.

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