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  Dicembre 2012

Articoli n° 06
Luglio 2010
 
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Fabio Pascapè
Vicesegretario Regionale Cittadinanzattiva Campania
Coordinatore Assemblea Territoriale NAPOLI CENTRO


Costi di cittadinanza
Pubblicato il report MSE 2008-2009


Nel rapporto mancano alcune voci fondamentali: quelle relative ai costi "occulti" come, ad esempio, quelli conseguenti ai disservizi o alla erogazione di servizi non in grado di soddisfare precise domande dei cittadini




É stato reso pubblico il "Rapporto sui costi di cittadinanza" realizzato dalla Direzione Generale per il mercato, la concorrenza, il consumatore, la vigilanza e la normativa tecnica dell'MSE - Ministero dello Sviluppo Economico - in collaborazione con la sua agenzia tecnica Ipi - Istituto per la Promozione Industriale. Sono stati individuati i costi che le famiglie di 14 aree metropolitane italiane hanno sostenuto nel 2008 e nel 2009 per fruire dei trasporti locali, dell'assistenza sanitaria, degli asili nido, della raccolta dei rifiuti, del gas, dell'elettricità, dell'acqua pagando i relativi tributi (ICI e addizionali IRPEF). Una famiglia composta da due adulti e un figlio, con un profilo di consumi standard, ha sostenuto, al netto delle imposte locali, un costo di cittadinanza pari a 2.981 euro. Napoli con i suoi 2.908 euro si colloca al di sotto della media nazionale. Milano con i suoi 2.754 euro è risultata la città più economica, mentre Cagliari con i suoi 3.564 euro quella più cara.
Il dato va completato aggiungendo una media di 639 euro a nucleo familiare per ICI e addizionale IRPEF. La più economica è Milano con 411 euro a fronte della città più cara che è Messina con 792 euro. Napoli si mantiene nel mezzo con i suoi 684 euro.
Nel 2009 il costo risulta inferiore a quello del 2008, con una diminuzione frutto del ribasso delle tariffe energetiche.
Nel quadro concettuale sono state individuate quattro fasce di beni e servizi da acquistare, graduate secondo due criteri: il carattere più o meno territoriale del consumo e la più o meno ampia possibilità di sostituzione e di scelta del servizio o del fornitore.
In questa ottica, nella "prima fascia" sono stati inseriti i prezzi di servizi locali di uso generale legati alla condizione di residente in una particolare località, come ad esempio gli asili nido, la raccolta dei rifiuti, i ticket per i medicinali e le prestazioni sanitarie in convenzione (regionali), i trasporti pubblici urbani (inclusi i taxi), la fornitura di acqua (compreso il servizio fognario), gas ed elettricità.
Nella "seconda fascia" sono state inserite le imposte locali sui redditi (addizionali IRPEF), il bollo auto, eccetera.
Nella "terza fascia" sono stati inseriti gli oneri relativi alla mobilità urbana privata (parcheggi, permessi, bollini, tariffe assicurative, Imposta Provinciale di Trascrizione al Pubblico Registro Automobilistico, sconti e sovrattasse locali sui carburanti, ecc.), alle prestazioni sanitarie non in convenzione (dentisti, ecc.), alle residenze pubbliche per anziani, agli affitti. Pur essendo spese con un forte legame territoriale si differenziano dalle precedenti in quanto sono legate a scelte individuali non obbligatorie.
Nella quarta fascia sono stati inseriti costi comprendenti quelli legati ad alimentari freschi e bevande, a bar e mense, a riparazioni e manutenzioni (officine meccaniche, lavori edili, riparazioni varie), a servizi sportivi e ricreativi. Sono beni e servizi di uso frequente che risulta oneroso ricercare e acquistare lontano dal luogo di residenza.

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L'analisi ha toccato le voci incluse nella prima e nella seconda fascia per il loro forte legame con il territorio e per l'assenza di servizi o fornitori alternativi.
Il Rapporto resta indubbiamente un apprezzabile strumento di lettura di quella complessa realtà definita come costo della vita, ma non mancano le perplessità. Anche se lo zoccolo duro dei costi è stato indubbiamente individuato e valutato, rileviamo nel contempo il mancato apprezzamento di costi di altra natura come ad esempio quelli conseguenti ai disservizi o alla erogazione di servizi non in grado di soddisfare precise domande dei cittadini.
É il caso ad esempio degli asili nido. Napoli risulterebbe la città più economica con i suoi 110 euro. In realtà ciò è legato al fatto (correttamente evidenziato anche nel rapporto) che a Napoli gli asili nido comunali sono aperti per sei ore al giorno e questo significa che i cittadini debbono sopportare costi aggiuntivi per integrare la fascia oraria ridotta con servizi di babysitteraggio o baby parking. Per non parlare dell'offerta che è talmente contenuta da costringere molti a rivolgersi agli asili privati con gli incrementi di costo che ben si possono immaginare.
Per quel che concerne la mobilità, ad esempio, non emerge il fatto che a Napoli le assicurazioni sono carissime e questo discende da una altissima sinistrosità e dai frequenti furti d'auto strettamente connessi con una bassa efficienza dei servizi di sicurezza pubblica.
Non si evince anche come il ricorso all'automobile sia più una necessità che una scelta (soprattutto se si risiede in periferia) stante la bassa qualità dei servizi di trasporto pubblico erogati. Tutto ciò nel "caso Napoli" dovrebbe portare questi costi in prima fascia in quanto inevitabili e strettamente legati al territorio.
Il medesimo ragionamento andrebbe fatto per la spesa sanitaria che stante la qualità spesso discutibile, l'affollamento delle strutture, la lunghezza delle liste e dei tempi d'attesa spinge il cittadino dell'area metropolitana napoletana a reperire il servizio che gli occorre altrove o presso strutture pubbliche situate fuori area (con incremento dei costi da sopportare) o presso strutture private o ancora in regime di intra moenia.
Il lavoro sui costi di cittadinanza, iniziato nel 2007 e di cui aspettavamo con ansia la pubblicazione per il 2008 e il 2009, resta un valido e interessante strumento di analisi che offre numerosi spunti di riflessione e che deve assolutamente diventare un appuntamento annuale. Auspichiamo che, anno dopo anno, possa arricchirsi differenziandosi maggiormente rispetto ai contesti e acquisendo il punto di vista del cittadino.
La ricerca è scaricabile al link:
www.governo.it/GovernoInforma/Dos-sier/rapporto_costo_cittadinanza/rap-porto09.pdf

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