BON TON
Il galateo
del tatuaggio
Questione non solo di moda, ma di buon gusto
a cura di Tommaso de Mottoni y Palacios e Nicola Santini
www.eredialtrono.com
È, anche questa, una questione di buon gusto. Il tatuaggio, una volta associato unicamente ai pirati, agli scaricatori di porto, ai delinquenti in galera e ai ragazzi di strada, è ormai da tempo approdato anche nelle migliori famiglie.
Dal duca Amedeo d'Aosta ai conti Gaetani Lovatelli D'Aragona, da Marina a Carlo Ripa di Meana, attraverso tutto quel contenitore social-politico-mondano, che comprende politici, imprenditori, nobili e star. E chi non li esibisce di certo non se ne vergogna.
Negli ultimi anni, poi, avere un tatuaggio è diventato una vera e propria moda e con la moda, si sa, arrivano anche gli eccessi, da tenere severamente sotto controllo.
Anche il tatuaggio ha un suo galateo e chi lo rispetta può essere certo di potersi abbandonare alla tentazione modaiola senza per questo sfociare nel cattivo gusto.
Regola numero uno: ricordare che il tatuaggio è un disegno permanente e quindi la scelta dell'immagine deve essere fatta pensando che la stessa ci accompagnerà per tutta la vita. È dunque consigliabile riflettere sulla scelta del soggetto o dell'immagine da tatuare, tenendo ben presente il significato che questa porta con sè.
Figure legate alla moda di un momento, simboli e loghi filosofico-spirituali fanno felici per breve tempo, ma successivamente possono trasformarsi in segni che non si eliminano nemmeno con le tecniche più moderne. Raccomandazione per gli innamorati: resistete almeno fino alle nozze d'argento prima di tatuarvi le iniziali reciproche. L'amore spesso (anche in vecchiaia) passa: il tatuaggio, purtroppo, rimane.
Regola numero due: le dimensioni del tatuaggio non devono essere esagerate. Esattamente come la quantità di profumo, di trucco, di gioielli, anche il tatuaggio deve, per quanto possibile, apparire con discrezione.
Regola numero tre: la posizione. È sempre consigliabile evitare di farsi tatuare in zone continuamente esposte alla visione altrui. Questa è una regola utile soprattutto sul lavoro. Un tatuaggio, per quanto bello e accettato anche dai più bacchettoni, è comunque un segno che non tutti amano e quindi si raccomanda di posizionarlo strategicamente sul corpo, in modo tale da poterlo coprire nei momenti in cui risulterebbe inopportuno. Vada per il
tatuaggio sul polso, purché di una misura tale da poter rimanere nascosto sotto l'orologio; vada per quello sulla scapola per i signori, sconsigliato però alle signore, che potrebbero voler indossare un abito con la schiena nuda e non potrebbero coprirlo in caso di necessità.
Il segreto non è rinunciarvi ma esibirlo, possibilmente, solo quando lo si vuole e questo dovrebbe essere il primo pensiero di fronte all'ingresso del tattoo studio e quando, sfogliando i cataloghi ormai contenenti migliaia di immagini, si sta per scegliere qual è quello giusto.
Regola numero quattro: ricordare che la pelle, con gli anni cede. E qui torniamo ad una questione di buon gusto, con una raccomandazione dedicata soprattutto alle signore, che non credano che il tatuaggio sulle natiche rimanga lì in eterno: celato oggi sotto la più minimal-misery microgonna, domani potrebbe sfuggire anche alla più castigata longuette!
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