di Alfonso Amendola, docente e vicepresidente “Centro Studi sulle Rappresentazioni Linguistiche” Università di Salerno
Fotografia
e sperimentazione digitale
Fotoreportage di Luca Lanzetta
Fin dalla sua nascita la Galleria salernitana "Leggermente Fuori Fuoco" (guidata da Nicola Palma, Antonio Scocozza e Simona Tafuri) ha voluto rivolgere il proprio sguardo di proposta verso un'idea di fotografia raccontata in tutte le sue possibilità, sfaccettature e complessità. Da una produzione che guarda alla concretezza dei maestri (Franco Fontana) alle attenzioni verso spazi di ricerca "site specific" (da evidenziare in particolare i preziosi lavori di Maura Banfo o di Raffaella Mariniello), accanto ad una nutrita serie d'importanti esposizioni centrate sulla sperimentazione fotografica di giovani (e solidi) autori come Lorenzo Cicconi Massi e Pier Paolo Lista. Senza dimenticare collettive, mostre storiche ed eventi "paralleli" (come attività didattiche e formative centrate sulla tecnica e sulla storia della fotografia o spaccati seminariali guidati da esperti della materia). Insomma uno spazio nuovo che è riuscito a coniugare l'attenzione imprenditoriale con la sensibilità verso la produzione artistica e le diverse sfaccettature dell'estetica fotografica. Un'operazione di attenta tensione culturale che sa guardare anche a quelle pratiche neo-tecnologiche che da un pugno d'anni stanno riscrivendo i codici tutti della ricerca artistica. Infatti, il tellurico sommovimento creato dalle tecnologie dentro il sistema delle arti è molto più che un semplice "dato di fatto". È una certezza (chiamarla "rivoluzionaria", "negativa", "positiva" od "inevitabile" davvero poco conta). È una concreta possibilità che l'arte (come suona consumata e retorica questa categoria) vive con continuo fervore ed alto tasso di sperimentazione. Inevitabilmente anche i tessuti espressivi legati alla fotografia non restano assenti. Anzi si nutrono di supporti e logiche tecnologiche. Un nutrimento che è nuova estetica e per questo è ricerca di un differente ragionamento del visivo, del vedere e del costruire/riprodurre immagini. La mostra più recente ospitata da Leggermente Fuori Fuoco è stata "iPhone o della matrice digitale" un racconto a più voci (firmato da Gemma Capezzone, Liliana Giannone, Vittoria Cirillo e Roberto Perotti) dove la linea analitica della fotografia ha saputo creare un dialogo denso di consumazioni, frammenti, alterazioni, stili, tentazioni con la più innovativa - al momento - delle evoluzioni del digitale: l'iPhone, appunto, che è sintesi di potente telefonia mobile e micro computeristica. L'iPhone è lo spazio di necessità che circuita con tutta una temperie post-fotografica contemporanea e proprio in questa prima mostra, grazie ad un'intuizione di Nicola Palma, trova un punto di "sistemazione" e "rappresentazione". La Galleria "Leggermente Fuori Fuoco" è stata immediatamente attenta a cogliere - e determinare - questo sommovimento del fotografico e di tutte le varianti che la abitano. Infatti i modelli/soggetti delle fotografie realizzate sono un continuo e voluto mostrare divergenze: di temi, di supporti, di logiche di composizione, di formati, di ricostruzione, di spaccati prospettici e culturali. "iPhone o della matrice digitale" è il rigoroso campionario di un divenire dell'immagine fotografica: dallo spazio ai corpi, dalle dinamiche del frammento agli scenari del metropolitano, dall'uso del colore al bianco e nero, dal realismo all'astrazione. Insomma un segno, quello della fotografia, che avanza tra gusto, innovazione, tradizione e nuove sfide del contemporaneo. Sfide che "Leggermente Fuori Fuoco" segue, costruisce, determina e rafforza con le armi della passione, la competenza della professionalità e l'intelligenza dell'umiltà. |