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  Dicembre 2012

Articoli n° 06
Luglio 2010
 
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MASI: «Quella che oggi
chiamiamo green economy sarÀ l'unica economia di domani»

Rispetto alla problematica ambientale, il consumatore-cittadino è oggi più consapevole, informato, autonomo, e sempre meno influenzato dalla comunicazione commerciale

di Raffaella Venerando

«Senz'altro uno dei problemi che destano maggiore preoccupazione è proprio quello dei gas serra, contro cui bisogna ingaggiare una seria battaglia. Ogni anno si deforesta un paese grande quanto l'Italia e non è più possibile restare a guardare»



Diego Masi, Presidente Assocomunicazione

Presidente Masi, l'attuale modello di sviluppo economico oramai è superato. Serve - per dirla alla maniera di Lester Brown - un "Piano B" capace di cambiare volto all'economia mondiale. La green economy potrebbe essere, secondo lei, la via per uscire dalla stagnazione politica ed economica?
Senz'altro la green economy è al momento uno dei pochi fattori trainanti dell'economia di molti Paesi. Se prendiamo il settore dell'energia, ad esempio, l'America, la Spagna, la Cina e la stessa Italia con il fotovoltaico e l'eolico, stanno investendo molto creando occupazione grazie a quelli che possono essere definiti i nuovi job. Spingendomi in là con la prospettiva, nei prossimi dieci anni credo che tutto il mondo dovrà diventare green, cambiando i suoi comportamenti, dando vita - più o meno rapidamente - a un processo di trasformazione globale.

Nel suo libro - "Go green" - lei ha individuato 10 emergenze verdi. Quali sono e come è possibile risolverle?
Le emergenze che racconto nel libro sono tutte molto differenti tra loro. Tra queste rientrano alcune delle cose terribili che l'uomo ha fatto negli ultimi cinquanta anni. Il fattore umano sta, infatti, influenzando il clima con vaste emissioni di gas serra dovute non soltanto allo sfruttamento di combustibili fossili ma anche alla deforestazione, all'agricoltura e agli allevamenti intensivi e, naturalmente, all'industrializzazione. Senz'altro uno dei problemi che destano maggiore preoccupazione è proprio quello dei gas serra, contro cui bisogna ingaggiare una seria battaglia. Ogni anno si deforesta un paese grande quanto l'Italia e non è più possibile restare a guardare. Questo processo va interrotto e, fortunatamente, molte aziende si stanno organizzando per riforestare almeno una parte del mondo.

Quali sono i nuovi valori cui fa riferimento sempre nel suo volume?
Tutto questo mondo più pulito porta le persone a essere più solidali, altruiste, in una parola - citando Rifkin -"empatiche". Come infatti sostiene l'economista nel suo ultimo libro, il cambiamento climatico ci sta costringendo a riconoscere la nostra umanità condivisa e la nostra comune sofferenza come mai accaduto prima d'ora. Sarà inevitabile, quindi, rendersi conto che il pianeta è di tutti e che tutti siamo coinvolti. Non basta che ognuno si prenda cura della sua parte, ma c'è bisogno che tutti condividano la responsabilità nei confronti della biosfera e dell'umanità. Il mondo green conduce a questi valori, come dimostrato dai GAS (gruppi di acquisto solidale), dai farm market, dal co-housing: tutto un mondo ispirato alla totale cooperazione.

Come si è evoluta la comunicazione invece?
La comunicazione è parte integrante del processo di trasformazione verde, anche perché ogni volta che c'è una rivoluzione della comunicazione avviene anche una rivoluzione dell'energia, come sta accadendo attualmente con le rinnovabili. Oggi siamo alla terza rivoluzione in ambito comunicativo, dopo quella avuta con la stampa inventata da Gutenberg e quella delle onde con Marconi, siamo approdati alla rivoluzione digitale che - è sotto gli occhi di tutti - sta cambiando radicalmente la fisionomia del mondo. La rivoluzione digitale ha dato e continuerà a dare vita a un reticolato tra le persone completamente differente dove a predominare su tutto sarà la "socialità". Si tratta di un cambiamento epocale, inesorabile.

Ma la rivoluzione è partita dal consumatore?
Più che di consumatore, io parlerei di cittadino, assoluto protagonista di questa rivoluzione green fatta di piccoli passi, necessari per salvare il pianeta. Parlo di piccoli gesti come acquistare auto ibride che consumano meno, o comprare elettrodomestici a basso consumo energetico. Il consumatore-cittadino è oggi più consapevole che il pianeta è in pericolo, informato, autonomo, e sempre meno influenzato dalla comunicazione commerciale.

Parliamo agli imprenditori: una cosa "green" da fare subito nella propria azienda che non sia solo di facciata.
Al di là di quelle realtà produttive green per nascita, riscontro personalmente un po' di disattenzione generale che sta rimanda il processo di assessment di alcune imprese. Le aziende devono cambiare le proprie strategie se non vogliono rimanere travolte dall'onda verde, anche perché tutta questa rivoluzione significa soldi. Risorse per cambiare, per innovare le tecnologie, per modificare gli stili di vita. E quando ci sono i soldi, c'è la ricchezza, c'è il lavoro. In una parola, c'è una prospettiva di futuro. In più, quello che oggi chiamiamo green sarà il solo mercato di domani per cui è necessario attrezzarsi fin da ora. È appena iniziata, ma come tutte le rivoluzioni che partono dal basso, anche questa onda verde cambierà la nostra realtà fino a diventare normalità.

Mettiamo il nostro Paese ai voti: da uno a dieci l'Italia quanto è ambientalista oggi e quanto ritiene possa esserlo domani.
Il cittadino italiano in quanto tale è alto in una ipotetica classifica. Basti pensare che su una scala di 10 priorità, subito dopo le voci "disoccupazione e lavoro" il cittadino italiano ha elencato l'ambiente. Il Paese nel suo complesso, invece, appare declinato anche sotto l'aspetto dell'attenzione alle problematiche ambientali da parte delle istituzioni. Come spesso accade anche per altri ambiti, nell'insieme l'Italia è più avanti dei suoi governanti.


Diego Masi

Chairman di Go Green Digital, autore del libro "Go green - il nuovo trend della comunicazione", è un professionista della comunicazione esperto di green communication e di comunicazione digitale. Attualmente è presidente di AssoComunicazione, associazione che raccoglie le maggiori imprese italiane del settore. Nel campo digitale è presidente di Promodigital e partner di Wikio, il maggior aggregatore di blog europeo. Nel passato è stato fondatore di Promotions Italia e membro del Parlamento Italiano.

 

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