Green economy,
nasce a Caserta il Distretto
industriale energetico
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Green economy,
nasce a Caserta il Distretto
industriale energetico
Proposto dall'Associazione degli Industriali, a sostegno del progetto
c'è già un consorzio di diciotto imprese e la proposta di un patto formativo locale
di Antonio Arricale
Da sinistra Renzo Polesel, Antonio Della Gatta e Bruno Cortese
Trasformare la provincia di Caserta nel primo "distretto industriale energetico" italiano: è questo l'obiettivo del progetto lanciato da Confindustria Caserta, con il coinvolgimento di istituzioni e forze produttive locali, per creare sviluppo e occupazione.
Il progetto muove, per un verso, dalla perdurante situazione di crisi delle industrie presenti sul territorio (con conseguente incremento del tasso di disoccupazione ed un numero di cassintegrati e/o lavoratori in mobilità che supera ormai le ottomila unità) e, per l'altro verso, nei concreti segnali di avvio di reindustrializzazione che si stanno registrando proprio nella scia dell'interessante filone della Green Economy. Un settore, quest'ultimo, che in Italia presenta ormai ritmi di crescita che fanno ricordare gli entusiasmi della new economy, ma che rispetto a quella - differenza non da poco - è sostenuta dall'industria reale, dalla ricerca e dall'innovazione.
Il progetto di Confindustria Caserta è stato presentato dal presidente degli industriali Antonio Della Gatta, il 18 giugno scorso, in una conferenza stampa che si è tenuta presso la Sala Convegni dell'associazione datoriale, cui hanno partecipato- tra gli altri - i rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl e Uil, l'assessore provinciale Gerolamo Cangiano in rappresentanza del presidente Domenico Zinzi, i consiglieri regionali Angelo Polverino e Nicola Caputo, il parlamentare Stefano Graziano, i rappresentanti della Sun con i presidi delle facoltà di Architettura, Ingegneria, Scienze ambientali e Scienze politiche.
A fianco al leader degli industriali sono intervenuti il vice presidente Renzo Polesel ed il consigliere di giunta Bruno Cortese, che hanno invece illustrato le iniziative immediatamente collegate al progetto del Distretto industriale energetico. Vale a dire, la costituzione del consorzio Pte scarl (Polo territoriale energetico) e la proposta del Patto formativo locale della filiera fotovoltaica. Nella circostanza è stata anche preannunciata l'organizzazione, già prima della pausa estiva, di un convegno di approfondimento con specialisti internazionali della materia e la presenza di autorevoli esponenti dei governi regionale e nazionale.
«Il progetto - ha spiegato il presidente degli industriali Della Gatta - muove da due considerazioni: la prima è che la perdurante situazione di crisi delle industrie presenti sul territorio (incremento del tasso di disoccupazione ed un numero di cassintegrati e/o lavoratori in mobilità che supera ormai le otto mila unità) impone di trovare nuove strade produttive. La seconda, è che ci sono concreti segnali di avvio di reindustrializzazione in provincia di Caserta, che si stanno registrando proprio nella scia dell'interessante filone della Green Economy. Da qui, l'idea di dare vita ad uno specifico distretto industriale, il cui sviluppo rappresenterebbe anche un'opportunità per riqualificare e ricollocare la massa enorme di lavoratori che sono usciti o stanno uscendo dal ciclo produttivo. A tal fine, anzi, essendo previsti anche fondi per la formazione delle maestranze, oltre che per sviluppare il settore, quello del Patto formativo locale appare un ulteriore strumento da mettere in campo.
«Il settore della Green Economy in Italia presenta ormai ritmi di crescita che fanno ricordare gli entusiasmi della new economy - ha aggiunto Polesel - con la differenza di non poco conto che la rinnovabile è sostenuta dall'industria reale, dalla ricerca e dall'innovazione».
Oggi il comparto delle rinnovabili, con fotovoltaico, biomasse e eolico, genera un fatturato di oltre 5 miliardi di euro al netto dell'import e degli investimenti. Nel 2002 non si arrivava al miliardo e mezzo. Il boom non ha trascurato alcun comparto: in un anno (2008) il fatturato complessivo è aumentato del 44 per cento. Il fotovoltaico ha raddoppiato, passando da 339 milioni a 700. L'industria dell'eolico (2 miliardi e 196 milioni) ha aumentato i suoi ricavi di oltre 43 punti di percentuale. E le biomasse oggi valgono 2 miliardi e 285 milioni, con un incremento netto di 564 milioni di euro.
Non solo. L'impegno preso dall'Italia con l'Europa impone di portare dal 17 al 30 per cento la quota verde dei consumi elettrici. E se oggi gli occupati del settore sono circa 60mila, entro il 2020 potrebbero essere centomila in più.
Nella regione Campania vi sono forti segnali di interesse nei confronti della Green economy.
Il Ministro delle Attività Produttive ha annunciato che questo settore sarà uno dei fattori sui quali punterà il Piano per il Sud del Governo che sarà presentato a Napoli prima dell'estate.
É stato fatto presente inoltre che gli attori che operano sul territorio devono lavorare per mettere in campo in Campania progetti che possono attingere ai 42 miliardi di euro stanziati per il settore a livello nazionale e ai 50 messi a disposizione dall'UE per tutta la Comunità.
Rinnovabili, ecco perché bisogna crederci
Il progetto di distretto industriale incentrato sulle energie rinnovabili, in particolare fotovoltaico e biomasse, nasce da una riflessione avviata in seno al consiglio direttivo di Confindustria Caserta su proposta del vice presidente Renzo Polesel.
«I ritmi di crescita delle rinnovabili in Italia ricordano gli entusiasmi della new economy, con la differenza che a sostenerla oggi c'è un'industria reale», sottolinea Polesel. E snocciola cifre che parlano da sole. Il settore fotovoltaico, dell'eolico e delle biomasse attualmente genera un fatturato di oltre 5 miliardi di euro al netto dell'import e degli investimenti. Nel 2002 non si arrivava al miliardo e mezzo. Il boom non ha trascurato alcun comparto: in un anno (2008) il fatturato complessivo è aumentato del 44 per cento. Il fotovoltaico ha raddoppiato, passando da 339 milioni a 700. L'industria dell'eolico (2 miliardi e 196 milioni) ha aumentato i suoi ricavi di oltre 43 punti di percentuale. E le biomasse oggi valgono 2 miliardi e 285 milioni, con un incremento netto di 564 milioni di euro.
«Come non credere, dunque, al sogno Green, settore "obbligato" a crescere?», si chiede il manager di Jabil Circuit Italia. Tanto più che c'è pure l'impegno assunto dall'Italia con l'Ue, che impone di portare dal 17 al 30 per cento la quota verde dei consumi elettrici. E se oggi gli occupati del settore sono circa 60mila, entro il 2020 potrebbero essere centomila in più.
Ugualmente interessante il discorso a livello regionale, dove i segnali di interesse nei confronti della Green economy certo non mancano. Senza contare il fatto, poi, che ci sono 42 miliardi di euro stanziati per il settore a livello nazionale e ben 50 messi a disposizione dalla UE per tutta la Comunità: fondi che richiedono, appunto, progetti credibili per poter essere utilizzati.
Fin qui il contesto. Ma il progetto di distretto industriale energetico muove anche da motivi contingenti non secondari. Il primo, è dato dalla perdurante situazione di crisi delle industrie presenti sul territorio della provincia di Caserta, con il conseguente e preoccupante incremento del tasso di disoccupazione, e un numero di cassintegrati e/o in mobilità che supera ormai le 8mila unità, che non è più sostenibile in un'ottica di economia sana. Nel mentre ci sono anche segnali, che vengono proprio dalla Jabil, di avvio di una reindustrializzazione nella Green economy, con investimenti di tutto rispetto (cento milioni di euro). «Si tratta, dunque, di rimodulare una filiera di conoscenze e competenze già presenti sul territorio».
Ed ecco perché Confindustria Caserta intende "giocare" un ruolo da protagonista, in questa partita, promuovendo e proponendosi capofila, insieme alle organizzazioni sindacali, all'università ed a tutti gli stakeholders istituzionali, di iniziative che abbiano per parola d'ordine il seguente motto: green economy per sconfiggere la crisi e creare nuovi posti di lavoro.
(Ad. Ar.)
Polo territoriale energetico, costituito il consorzio
Con atto del notaio Barletta, presso Confindustria Caserta è stata costituita la società consortile a responsabilità limitata denominata Pte, Polo territoriale energetico.
Al consorzio hanno aderito le seguenti società: Confindustria Caserta, Unindustria Caserta Servizi srl, Archo, Benecon, Biesse, Coimel, Cor.Im. Cpb, Energise, Etabetaenergia, F.lli Esposito Srl, General Service, Gl solarenergy, Landolfi & Traettino, Majorano, Meatec, Tea Impianti Srl, Sacogen, Sacom, Secim.
Inoltre, hanno manifestato interesse di adesione le società: Fondo Mercatech, Jabil, Gafi Sud Technodistrict, Italia Solare Srl, Facoltà Ingegneria della Sun, Facoltà Architettura della Sun, Facoltà di Scienze Ambientale della Sun, Facoltà di Alta Formazione di Studi Politici della Sun, Federarchitetti, Fondazione Villaggio Dei Ragazzi e Camera di Commercio.
Presidente del Consorzio Pte è stato nominato Renzo Polesel, amministratore delegato Bruno Cortese.
Il Comitato tecnico scientifico del Consorzio è presieduto da Bruno Falzarano e composto da Federico Sibilio, Paolo Pedone, Michele Di Natale, Gian Maria Piccinelli, Lucio Lombardi, Angelo Majorano e Rosa De Lucia.
Inutile aggiungere, infine, che il consorzio è aperto alla partecipazione di tutte le aziende che intendono aderirvi.
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