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  Dicembre 2012

Articoli n° 06
Luglio 2010
 
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PIQ: un indicatore di qualitÀ

L'INTERVISTA - Realacci: «Il PIQ legge l'economia con nuovi occhi»

L'INTERVISTA - Dardanello: «Puntiamo tutto sul PIQ perché la qualità è la leva competitiva del nostro sistema economico nel mondo»

L'INTERVISTA -Bonomi: «La competitivitÀ e la crescita del Paese passano per la qualitÀ»

L'INTERVISTA -Campiglio: «Il PIQ descrive e intercetta le nuove traiettorie dello sviluppo»

L'INTERVISTA -Fioramonti: «Il PIL non È soltanto un numero, ma rappresenta un modo di gestire l'economia
L'Intervista
Bonomi: «La competitivitÀ e la crescita del Paese passano per la qualitÀ»

di Raffaella Venerando

Aldo Bonomi
Presidente APQI


Come nuovo indicatore complementare al Pil, la Fondazione Symbola e Unioncamere hanno proposto il PIQ che mette in risalto la qualità come elemento più pregiato del prodotto interno lordo. Come incide la qualità della vita sulla qualità del prodotto?

Per poter rispondere a questa domanda è importante fare una precisazione, la qualità della vita è, e rimane, un aspetto difficilmente misurabile da valori matematici e formule più o meno complesse, è un aspetto immateriale che dipende anche dalla percezione che si ha di sé e del mondo da cui si è circondati. Detto ciò, in realtà è molto facile associare una buona qualità di vita al soddisfacimento dei propri bisogni e delle proprie aspettative. Siamo di fronte ad un circolo virtuoso dove realizzare un prodotto di qualità aiuta a sentirsi soddisfatti, contribuisce ad accrescere il valore del proprio lavoro e la propria autostima; nel contempo il conseguente miglioramento della qualità della vita porta a richiedere e realizzare prodotti di qualità sempre più elevata.

Potenzialmente il PIQ, secondo lei, può diventare un indicatore di qualità "internazionale"?
A mio avviso essendo il PIQ un indicatore che punta a misurare la qualità della produzione più che il suo volume, in teoria può rappresentare in maniera più innovativa alcuni aspetti del tessuto industriale come quello italiano. Sarà perciò importante che anche altri sistemi economici, in primis quello Comunitario, apprezzino questo modo diverso di valutare le potenzialità industriali, affiancando ai metodi tradizionali anche valutazioni di carattere qualitativo. In tal senso Confindustria sarà sicuramente impegnata a promuovere l'adozione di indicatori capaci di valorizzare il Made in Italy anche sul piano macroeconomico.

In che modo il PIQ può aiutare l'economia italiana a crescere?
Come ho detto in precedenza l'Italia per le sue caratteristiche storico-culturali è riconosciuta da tutto il Mondo come un punto di riferimento per ciò che concerne ad esempio la moda, il design, e lo stile. La chiave per una crescita costante dei settori tradizionali e maturi è lavorare affinché la cultura della qualità venga esportata il più possibile anche in quei campi dove prima era stata sottovalutata. Attraverso un metodo di valutazione, come ad esempio quello strutturato dal PIQ, sarebbe possibile conoscere meglio il reale valore economico di un comparto evidenziandone punti di forza e aree di debolezza indirizzando così in maniera molto più puntuale e precisa azioni di rafforzamento e miglioramento. Il motore della crescita di un Paese passa attraverso la sua capacità di innovare e costruire strumenti in grado di conoscere le proprie potenzialità di sviluppo su tutti i fronti.
Noi come Sistema Confindustria siamo soci di APQI, l'Associazione Premio Qualità Italia, che promuove la competitività del Paese attraverso lo sviluppo, la diffusione di metodi, modelli e strumenti di valutazione e miglioramento delle Organizzazioni.

Le aziende, invece, come possono contribuire al benessere non solo economico di una comunità?
Le aziende possono fare molto e noi come Confindustria sosteniamo attivamente la responsabilità d'impresa. Crediamo molto nella collaborazione fra le aziende e pensiamo che ciò possa rappresentare un valore aggiunto non solo per la qualità della produzione, ma anche per la valorizzazione e lo sviluppo di tutto il tessuto produttivo italiano. Le Reti d'impresa possono aiutare a diffondere questa cultura della collaborazione e della condivisione di principi, per questo motivo stiamo seguendo questo fenomeno da vicino e ora che abbiamo uno strumento normativo come il contratto di rete abbiamo aumentato il nostro coinvolgimento sul tema realizzando un'Agenzia (RetImpresa) che si occupa di monitorare tutti gli aspetti legati a questa forma di aggregazione. Sarà importante conoscere e seguire in modo approfondito l'evoluzione di queste nuove forme di collaborazione che aumentano la competitività delle nostre imprese. Infatti sono proprio le imprese competitive che danno lavoro e generano benessere per le nostre famiglie.

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