DELLA GATTA all'Assemblea degli industriali:
«Occorre buona amministrazione per far ripartire l'economia»
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DELLA GATTA all'Assemblea degli industriali:
«Occorre buona amministrazione per far ripartire l'economia»
Cautamente ottimista il presidente degli industriali di Terra di Lavoro nella sua relazione annuale
di Antonio Arricale
Da sinistra Renzo Polesel, Antonio Della Gatta e Bruno Cortese
Da sinistra il direttore Lucio Lombardi, il presidente Antonio Della Gatta e il vice presidente Luciano Morelli
«La crisi è passata, anche se gli effetti della congiuntura negativa si stanno facendo ancora sentire. Ora
però non è più tempo di recriminare, ma di guardare avanti. E di chiedere e pretendere dalla politica, dalle istituzioni, un diverso passo, sincronizzato con la velocità dei mutamenti e le aspettative del mondo delle imprese». La relazione del presidente Antonio Della Gatta alle assisi annuali degli industriali di Terra di Lavoro, convocate l'8 luglio scorso, presso la sede dell'associazione datoriale, per gli adempimenti statutari di bilancio, è cautamente improntata all'ottimismo, ma decisa nei toni quando si tratta di reclamare maggiore attenzione e responsabilità dalla classe politica. «Nonostante un accentuato processo di desertificazione delle grandi fabbriche - ha sottolineato Della Gatta - la provincia di Caserta resta una delle più industrializzate del Mezzogiorno. Ma ci sono ancora molte iniziative ferme al palo». «Occorre perciò agire in fretta per far ripartire l'economia. Gli industriali non chiedono misure occasionali o straordinarie. Ma neanche slogan: «Occorre, più semplicemente, una buona amministrazione a livello locale», ha detto il numero uno degli industriali casertani. E «le tanto attese riforme, sia a livello nazionale che regionale» per evitare quegli sperperi che alimentano soltanto sacche improduttive, clientelari e parassitarie, ma che non generano valore aggiunto. Che fare, allora? Si è chiesto il presidente degli industriali. «Bisogna far ripartire l'economia», ha affermato. E per fare ciò, Della Gatta ha chiesto «alla Regione e alla Provincia di rendere operativi e decisionali i tavoli istituzionali prodromici alla reindustrializzazione, alle bonifiche, alla realizzazione dell'aeroporto di Grazzanise, al rilancio della logistica». Il numero uno degli industriali casertani ha chiesto inoltre di far ripartire quelle opere pubbliche iniziate e subito bloccate (dal Policlinico all'Interporto) e di rendere operativi gli accordi di programma abbandonati (è il caso di Impreco) o che aspettano ancora il disco verde (ex3M).
«Ci sono molte cose da fare», ha ribadito Della Gatta, «che già cominciandole a fare potremmo dare sicuro fiato alla nostra economia, iniziative che da sole potrebbero generare molti posti di lavoro, addirittura diverse migliaia». Il presidente degli industriali, infine, ha ricordato alla platea le numerose iniziative che il sistema associativo locale ha messo in campo per sostenere le aziende nell'ultimo e difficile anno: dal progetto Garanzia d'Impresa (un fondo capace di generare un volume creditizio di 30 milioni di euro) per sostenere l'accesso al credito, allo Sportello Equitalia presso la sede, dalle iniziative per la Legalità alla creazione del Distretto industriale energetico, dal patto formativo della filiera bufalina al protocollo con il Consiglio notarile per la consulenza alle aziende. La relazione è stata sottolineata da un convinto applauso da parte dei numerosi industriali intervenuti, i quali hanno poi all'unanimità anche approvato i bilanci consuntivo e preventivo dell'associazione datoriale e la delibera contributiva.
Pubblichiamo di seguito alcuni stralci della relazione del presidente Antonio Della Gatta all'Assemblea ordinaria dei soci di Confindustria Caserta, tenutasi lo scorso 8 luglio 2010.
«…L'Assemblea annuale è il momento in cui è necessario tirare le somme di 12 mesi di attività dell'Associazione ma, soprattutto, è l'occasione per riflettere con giusto distacco su quanto è accaduto alla nostra economia, al nostro territorio, alle nostre imprese. Non so se l'anno trascorso dalla nostra Assemblea di Giugno 2009 possa considerarsi il peggior anno degli ultimi due decenni, ma certamente, a mio modesto avviso, considerate anche le ulteriori condizioni negative non ancora manifestatesi, è certamente iscrivibile ai primi posti di una speciale graduatoria. Basta infatti per ciascuno di noi guardare ciò che è avvenuto nella propria impresa, alle imprese dei nostri colleghi e, più in generale, al tessuto economico territoriale, per rendersi conto di quanti cambiamenti, trasformazioni, modifiche sono intervenute recentemente; sono per la quasi totalità purtroppo ridimensionamenti, riduzioni, riconversioni quando non addirittura sospensione di attività…Il bilancio consuntivo della crisi, a livello regionale, è pesantissimo. Alla fine dello scorso anno la Campania ha registrato una diminuzione del Pil del 5,4%, una diminuzione di circa 70mila occupati rispetto al 2008 (e addirittura oltre 100mila rispetto al 2007); si sono contate 227 richieste di procedure di cassa integrazione in deroga, il doppio dell'anno precedente. Inoltre, sempre in Campania, a gennaio scorso, sono state 413 le aziende che hanno chiesto l'integrazione salariale per ben 8.701 lavoratori. E di queste, le imprese casertane sono state 105, interessando 3.259 lavoratori…In questi 12 mesi quindi molte energie sono state disperse per rincorrere situazioni gravi e straordinarie, da non poter essere affrontate con strumenti quotidiani ed ordinari per la entità e frequenza: eppure, per alcuni aspetti, non solo non si sono resi disponibili per le imprese strumenti straordinari ma spesso non abbiamo potuto far affidamento nemmeno su quanto c'era stato garantito in via ordinaria (esempio eclatante è il credito bancario). …Ma oramai non è tempo di recriminare. Questo è il momento di guardare avanti. E di chiedere e pretendere dalla politica, dalle istituzioni un diverso passo, sincronizzato con la velocità dei mutamenti e le aspettative del mondo delle imprese. Da qui, la reiterazione della nostra pressante richiesta di ridurre gli sperperi, sburocratizzare i procedimenti amministrativi, canalizzare le risorse su obiettivi capaci di generare ulteriore ricchezza e non invece di continuare ad alimentare sacche improduttive, clientelari e parassitarie. Non possiamo consentirci di perdere altro tempo…A cominciare dalle risorse che ancora oggi ci vengono sottratte: è il caso per esempio dei fondi Fas - che vegnono utilizzati finanche per stabilizzare il deficit nazionale e non certo per dare slancio alle aree svantaggiate - e, più in generale, dei fondi europei, il cui meccanismo di assegnazione resta tortuoso e in qualche caso centralizzato e questo indipendentemente dalle responsabilità della Regione Campania, che pure ci sono. Chiediamo di poter crescere e di essere competitivi. E per questo occorrono riforme. Occorre incoraggiare gli investimenti privati, aprendo i mercati ed eliminando i troppi vincoli che frenano le innovazioni e la concorrenza. Servono grandi progetti per innalzare la produttività. Progetti nelle infrastrutture, nella ricerca, nell'ambiente, nell'energia, nell'istruzione e nell'università. E occorrono industrie. Ci vogliono nuove fabbriche per arrestare la desertificazione industriale che sta impoverendo ogni anno di più il nostro territorio. ...Nel tirare le somme di questa riflessione, la cosa più semplice che mi sento di dire è questa: bisogna far ripartire l'economia, bisogna far crescere le imprese. E per fare questo non servono misure occasionali, né slogan: è giusta l'idea di creare - come dice il ministro Tremonti - l'impresa in un giorno, ma occorrono soprattutto interventi veloci e mirati. Occorrono riforme a livello centrale e regionale e occorre buona amministrazione a livello locale. Anzi, bisogna pretenderle. …Al presidente della Regione Caldoro e al presidente della Provincia Zinzi, abbiamo chiesto perciò di rendere già dai prossimi giorni operativi e, soprattutto, decisionali i tavoli istituzionali prodromici alla reindustrializzazione, alle bonifiche, alla realizzazione dell'aeroporto di Grazzanise, al rilancio della logistica. È con viva soddisfazione che vi comunico: in queste ore il Presidente Caldoro ha informato le nostre strutture Regionali sulle azioni che la Regione sta approntando per fare fronte alla situazione economico-finanziaria che di seguito riassumo: attuare in tempi rapidi il piano di rientro richiesto dal Governo entro fine luglio, al fine di scongiurare l'aumento delle imposte anche per l'anno prossimo; contenere la spesa per i restanti mesi dell'anno in corso, assolvendo a quelle obbligatorie come gli stipendi, tenendo conto che l'attuale disponibilità di Cassa è pari a circa 100 milioni di euro; portare avanti i progetti già "cantierati" e che creino occupazione; rimodulare i progetti attualmente non cantierabili secondo un criterio di strategicità; concentrare i fondi strutturali su pochi grandi progetti (2/3 miliardi euro) anche a carattere interregionale e da realizzare con fondi integrativi (come per es. BEI, CdP, etc). Inoltre, attualmente le Regioni del Mezzogiorno sono in trattativa con il Governo per: giungere ad una lettura più dinamica del patto di stabilità; aprire un tavolo di confronto per il Sud sui fondi FAS (liberare le risorse) e i fondi strutturali; introdurre maggiore flessibilità nel sistema sanzionatorio previsto dal Patto per la salute; sostituire la definizione di "Regioni virtuose" con "comportamenti virtuosi", intesi come verifica del miglioramento della performance regionale in un determinato arco temporale. Noi industriali, il mondo delle imprese e della produzione, siamo pronti».
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