BON TON
Tintarella: il fattore "misura" È determinante
La regola fondamentale in tema di abbronzatura è una sola: mai esagerare
a cura di Tommaso de Mottoni y Palacios e Nicola Santini
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Un tempo quella che noi chiamiamo abbronzatura, ovvero l'alterata, talvolta eccessiva, colorazione della pelle a causa dei raggi del sole, era prerogativa di contadini, mozzi e manovali e così è stato fino alla fine del diciannovesimo secolo. A dire il vero, fin dall'antichità l'uomo ha sempre coltivato una certa venerazione per il sole, come fonte di vita, calore e prosperità. Il termine "solarium", che ormai rimane solo sulle insegne dei comuni al di sotto dei 15mila abitanti, non è sempre stato legato alle lampade UV. Il Solarium per gli antichi romani era lo spazio riservato all'esposizione al sole nei sontuosissimi complessi termali per la fetta patrizia della società. Successivamente, l'alternarsi delle mode ha fatto in modo che nel Seicento fosse motivo di vanto avere un incarnato talmente chiaro da consentire di distinguere le vene sotto la pelle. Il motivo era abbastanza basico: se le persone potevano permettersi di mantenere la pelle chiara, in particolare le donne, significava che potevano trascorrere molto tempo in ambienti chiusi, ergo di non lavorare, quando lavoro significava campo. Bellezza e benessere legati all'abbronzatura sono tornati in auge quando sono stati associati a viaggi esotici di piacere, sempre con lo snobismo del vederla fuori stagione. Veniamo al Galateo: la regola principale è, ça va sans dire, non esagerare. Un'abbronzatura non deve essere un estreme makeover del colore di partenza, ma una piacevole doratura del colore naturale senza il compito di alterare i lineamenti al punto tale da chiamare i pompieri. I cultori del bianco assoluto stiano lontani da spiagge e piscine: essere fuori luogo non è mai un segno di educazione. Una mozzarella che vaga tra i carboni ardenti ha un unico destino e sappiamo tutti qual è. La crema abbronzante in spiaggia non deve essere un rito erotico o anatomico: i passaggi fondamentali vengono fatti in cabina, e fuori passano giusto i ritocchi. Trucco e acconciatura non sono l'ideale per le esposizioni al sole e se ci ispiriamo ai modelli dei servizi fotografici di moda, ricordiamo che questi raramente sono scattati oltre il mese di marzo, quindi il sole c'è, ma non squaglia! Quanto all'eterno dilemma, se proprio le visioni sono estreme c'è ben poco da fare: chi si sente Carla Fracci andrà al mare dopo le 19 coperto e protetto, chi si sente Silvio Berlusconi ci andrà a mezzogiorno, da gennaio a gennaio, oppure chiederà al ferramenta la vernice più indicata.
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