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  Dicembre 2012

Articoli n° 07
AGOSTO/SETTEMBRE 2010
 
Banca e Impresa - Home Page
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di Raffaella Venerando

BANCA E IMPRESA: i G.I. campani tornano in aula

Un ciclo di seminari promosso dal Gruppo regionale dei Giovani Imprenditori per un dialogo più aperto e consapevole tra mondo del credito e aziende. Maccauro: «A parità di performance di bilancio e di settore, un'azienda solo perchè opera al Sud è penalizzata come rating»

La crisi economica finanziaria ha messo in particolare evidenza la necessità per molte aziende di una rela-
zione più profonda e strutturata con le banche anche in riferimento ai vincoli sull'erogazione del credito imposti dagli accordi di Basilea 2. L'importanza di un dialogo basato su conoscenze e competenze specialistiche funzionali alla gestione della crisi e del cambiamento sono all'origine dei seminari voluti dal Gruppo G.I. di Confindustria Campania, in sinergia operativa con Intesa Sanpaolo Formazione. A disposizione di 45 giovani imprenditori campani, un'offerta formativa articolata in cinque moduli per un totale di undici giornate a partire dal 15 giugno sino a novembre.
«La metodologia del Seminario - spiega Mario Rusciano, Presidente di Intesa Sanpaolo Formazione - prevede l'alternanza di approfondimenti teorici tenuti da specialisti del settore creditizio in chiave di facilitazione e counseling e momenti di riflessione su casi pratici per l'immediata applicabilità. Insieme ai temi di Basilea e del Rating, gli altri aspetti fondamentali del seminario saranno l'"Analisi dell'equilibrio e dei fabbisogni finanziari", gli "Strumenti di finanziamento per l'impresa", le "Fonti informative aziendali per la valutazione dei rischi nel rapporto banca impresa" e la "Definizione di un efficace Business Plan. Intesa Sanpaolo Formazione mette a disposizione delle imprese clienti, la propria esperienza e competenza in materia, maturata in oltre 10 anni di attività».


Presidente, i Giovani Imprenditori per riannodare il rapporto banca-azienda ripartono dalla formazione. Perché?
Ripartiamo dalla formazione perché ritengo che sia un investimento per il futuro nel rapporto banca e impresa. L'iniziativa messa in campo come G.I. della Campania intende riportare in aula quei giovani che hanno necessità di rimodellare e intensificare il proprio rapporto con le banche, alla luce anche delle tante trasformazioni che stanno interessando così da vicino - come Basilea 2 e 3 impone - il rapporto banca-impresa. Il progetto in sinergia con Banco di Napoli e Intesa Formazione vede un'aula di giovani imprenditori, insieme in 4 mesi, focalizzarsi sulle principali tematiche che più rendono complessa la relazione delle aziende con la banca. L'idea di fondo è infatti quella di migliorare la relazione in modo bidirezionale: da un lato le nuove generazioni acquistano maggiore consapevolezza e conoscenza del mondo del credito, dall'altro la banca può trovare persone sempre più preparate all'interno dell'azienda.

Oggi per un imprenditore del Sud è la difficoltà numero uno nel rapporto con gli istituti bancari?
Credo che le difficoltà maggiori interessino soprattutto quanti non hanno aziende sane poiché in passato, anche ad una azienda che non versava in buone condizioni, non veniva negato il credito. Oggi non è più così e le banche, esattamente come le aziende, devono cautelarsi nella concessione facile di denaro. C'è però un aspetto che voglio sottolineare a gran voce: non credo sia stata una buona scelta avere ancorato il rapporto banca-impresa a strumenti puramente tecnici. Questo punto dovrebbe a mio avviso essere rivisto, privilegiando meglio e di più le idee imprenditoriali, piuttosto che le performance di bilancio.

Secondo lei cosa deve fare, in particolare, una banca nel Mezzogiorno per lo sviluppo dell'imprenditoria?
Innanzitutto vorrei chiarire che al Mezzogiorno non vi è alcuna necessità di una nuova banca, o di una banca del Sud. Poco importa infatti se oggi non esistono più sui nostri territori grandi istituti di credito di riferimento con "testa e cuore" in loco. Ciò che più interessa all'imprenditore è infatti il poter confrontarsi con interlocutori preparati che offrano alle aziende le condizioni migliori per agevolare la crescita aziendale. Mi preme però denunciare una distorsione presente all'interno del rating aziendale: a parità di performance di bilancio e di settore, un'azienda solo perché opera al Sud è penalizzata come rating. Trovo questo aspetto discriminante e scorretto. Semmai dovrebbe essere esattamente il contrario, poiché i clienti sono gli stessi ma le difficoltà di contesto molto più gravi.




Giuseppe Castagna
Direttore Generale del Banco di Napoli

Direttore, una delle ragioni della crisi può essere stata quella dall'abbandono da parte delle banche del loro core business tradizionale? È possibile un ritorno al valore sociale delle banche?
Bisogna fare chiarezza su questi punti. La crisi è nata nei paesi anglosassoni dove la regolamentazione del sistema finanziario e bancario è meno rigida che in Europa e, in particolare, in Italia. É in questi paesi che la banche da tempo hanno privilegiato l'"investment" rispetto al tradizionale "core business" cui faceva riferimento. In Italia le banche, ed in primis Intesa Sanpaolo e quindi il Banco di Napoli, hanno sempre mantenuto la barra dritta verso un modello che alcuni analisti finanziari ritenevano primitivo, ma che invece rispetta e garantisce chi affida alle banche il proprio denaro e chi dalle banche si attende credito e servizi per la propria attività. In questo senso, e vengo al secondo punto, le banche in Italia già svolgono il loro ruolo sociale che è quello di operare correttamente secondo trasparenti criteri di mercato cercando di stare vicini alle esigenze delle imprese e delle famiglie e quindi del territorio. Non dimentichiamo poi che diverse fondazioni bancarie svolgono un importante ruolo di sostegno di iniziative sociali in diversi territori italiani. Se invece per ruolo sociale intendiamo qualche cosa che va oltre le regole del mercato, allora il discorso cambia e non mi auguro un ritorno al passato.
Perché il rapporto banca-impresa sia positivo, le imprese cosa è necessario che facciano? E le banche invece?
In una parola "comunicare". Nel senso letterale del termine cioè mettere in comune le informazioni e le esigenze reciproche. Spesso le aziende, in particolare le più piccole e meno strutturate, fanno fatica a rappresentare se stesse in modo da poter essere comprese dal sistema bancario. Soprattutto in un momento di crisicome quello attuale, dove i fatturati non brillano, è necessario presentare un "business plan" che possa aiutare le banche a guardare oltre i numeri. In questo senso anche le banche possono aiutare le imprese indicando alle imprese i criteri del rating. Il Governatore Draghi ha di recente nuovamente sottolineato l'importanza del radicamento nel territorio da parte delle banche per aumentarne l'attrattività complessiva.
Il suo istituto di credito rispetto a questo aspetto come si posiziona?
Con 800 filiali nel Mezzogiorno, cioè in Campania, Puglia, Basilicata e Calabria. Siamo capillari come iCarabinieri e siamo la prima banca del Mezzogiorno. Ma è chiaro che i numeri per quanto importanti non dicono tutto. La nostra presenza è forte perche è forte il nostro rapporto con le imprese e le famiglie che va avanti in tantissimi casi da diverse generazioni. Un rapporto basato sulla conoscenza, sul dialogo, sulla nostra capacità di offrire servizi e consulenze di qualità, oggi necessari sia alle imprese che devono innovare e internazionalizzarsi per rimanere competitive, sia alle famiglie che chiedono una gestione del risparmio "di qualità".
Quali le finalità del ciclo di seminari organizzati con il Gruppo Giovani Imprenditori della Campania?
Come ho detto prima la necessità avvertita nei diversi colloqui con gli imprenditori è quella di una migliore "comunicazione". Ma per ben dialogare è necessario parlare la stessa lingua. l Seminari organizzati dal Banco di Napoli con il Gruppo Giovani Imprenditori della Campania ed il supporto specialistico di Intesa Formazione vogliono proprio trasmettere ai giovani imprenditori il linguaggio, gli strumenti e i criteri della finanza al fine di agevolare e velocizzare il dialogo tra le imprese e le banche.

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