ARCHIVIO COSTOZERO

 
Cerca nel sito



Vai al numero in corso


  Dicembre 2012

Articoli n° 09
NOVEMBRE 2009
 


confindustria - Home Page
stampa l'articolo stampa l'articolo

Morandini: «L’unico antibiotico alla crisi si chiama crescita»

Nonostante la crisi gli italiani in tavola chiedono la migliore qualitÀ

Nonostante la crisi
gli italiani in tavola chiedono la migliore qualitÀ

Ogni anno le imprese alimentari italiane investono oltre 2 miliardi di euro in qualità e sicurezza ed effettuano ben 400 analisi e controlli al giorno in ciascuno dei 6500 stabilimenti produttivi

L’origine delle materie prime non ha nulla a che vedere con la sicurezza di un prodotto alimentare, che viene invece garantita dal sistema di controllo italiano ed europeo fatto di severe norme igienico-sanitarie e rintracciabilità dei prodotti stessi

di Raffaella Venerando

Gian Domenico Auricchio,
Presidente Federalimentare


Presidente, cominciamo dallo scenario: l’industria alimentare come sta reagendo alla crisi e quali sono le prospettive per i prossimi mesi?
La situazione economica continua ad essere pesante, a livello nazionale e internazionale. L’arresto della caduta di alcuni parametri fondamentali, a cominciare dal PIL che mostra i primi segnali di ripresa, non comporta ancora, nella situazione dei mercati e soprattutto nei livelli occupazionali, segnali apprezzabili di ripresa.
Inoltre va aggiunto che, in un settore anticiclico come l’alimentare, la ripresa sarà caratterizzata da lentezze aggiuntive rispetto agli altri comparti dell’economia. In sostanza il rilancio dei mercati internazionali e soprattutto quello dei mercati interni in campo alimentare non sono prefigurabili prima della seconda metà del 2010.
Il mercato nazionale continua a soffrire soprattutto a causa della crisi di capacità di acquisto degli italiani. I dati Istat 2008 sui consumi alimentari mostrano un calo del -2,5% sull’anno precedente, dopo il -0,7% registrato nel 2007. La tendenza alla contrazione dei consumi prosegue anche nel 2009.
Il consuntivo delle vendite alimentari del 2° trimestre 2009 si attesta sul -1,5%, con un marginale miglioramento rispetto al -1,6% del 1° trimestre.
L’export del settore, che aveva chiuso il 2008 con una quota record di quasi 20 miliardi di euro e una crescita del +8% sul 2007, non poteva non risentire nell’anno in corso della difficile congiuntura internazionale. Così, nel 1° semestre 2009 le esportazioni si sono nettamente appesantite, raggiungendo la quota di 8.891,4 milioni di euro, con tassi del -5,5% in valuta e del -5,4% in quantità.
A pesare sull’export ha contribuito la brusca frenata del mercato nordamericano, che ha mostrato nel periodo cali del -13,2% negli USA e del -9,5% nel Canada. Ad essi si sono aggiunti quelli, più ridotti, del primo sbocco del “food and drink” nazionale, la Germania (-3,4%), della Francia (-2,8%) e del Regno Unito (-6,6%).
Tuttavia la fase più acuta della crisi sembra essere ormai alle spalle, almeno sul fronte dei parametri economici prima descritti. L’evoluzione della produzione, dell’export e dei consumi mostra infatti, facendo riferimento ai dati di metà anno, evidenti profili di assestamento.
Sul fronte della produzione è probabile che i dati di fine 2009 riescano a “limitare i danni”, segnando un consuntivo di produzione attorno, e forse inferiore, al -2%.
Anche l’export potrebbe aver superato il punto di svolta inferiore della crisi. I consuntivi di fine anno dovrebbero risultare in leggero recupero. Il commercio con l’estero potrebbe chiudere l’anno con un tasso attorno -5% in valuta.
La crisi ha cambiato le abitudini di consumo alimentare degli italiani?
Stando a quanto emerge dalla ricerca "Gli italiani e la crisi economica” - realizzata dall’Istituto di ricerca GPF per conto di Federalimentare - la spesa alimentare resiste alla crisi e si riorganizza nelle scelte. Ritornano in auge alimenti tradizionali come l'irrinunciabile piatto di pasta, ma vanno anche forte i piatti pronti a cominciare dalle vaschette di frutta e verdura che fanno risparmiare tempo in cucina, oltre agli alimenti “salutistici” con pochi grassi e a quelli etnici.
Resta alta l’attenzione del consumatore per la qualità e la garanzia offerta dalla marca. La crisi c'é e si sente, ma in tavola i consumatori cercano comunque la migliore qualità. Gli italiani - come sottolinea la ricerca - sono molto preoccupati per gli effetti della crisi soprattutto in termini di disoccupazione e di perdita del potere d'acquisto; tuttavia le previsioni di risparmi e tagli rispetto al budget familiare riguardano un po’ tutte le voci tranne l’alimentare.
Origine dei prodotti in etichetta: Federalimentare preferisce l’opzione “scelta volontaria” a quella “obbligatoria”.
L’industria alimentare è a favore del principio espresso su base volontaria. L’istituzione di un principio obbligatorio infatti si ripercuoterebbe come un “boomerang” sul concetto stesso di Made in Italy alimentare, che si basa sulla ricetta e non sull’origine delle materie prime impiegate, spesso peraltro insufficienti sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo.
Vi è inoltre un problema di competitività internazionale dei nostri prodotti. Da trenta anni ormai la disciplina in materia di etichette e pubblicità dei prodotti alimentari è competenza del legislatore comunitario. Per il quale l’indicazione in etichetta dell’origine del prodotto o delle materie prime utilizzate rimane una scelta volontaria del produttore.
In sostanza le regole devono essere le stesse per tutti…Una norma che obblighi solo le imprese italiane, ma non le loro concorrenti europee e dei Paesi terzi, a nuove prescrizioni indebolirebbe la capacità competitiva della nostra industria alimentare. La norma italiana non potrebbe infatti mai applicarsi ai prodotti provenienti dall’estero e immessi sul mercato italiano.
Mi preme, infine, ribadire per l’ennesima volta che l’origine delle materie prime non ha nulla a che vedere con la sicurezza di un prodotto alimentare. La sicurezza viene infatti garantita dal sistema di controllo italiano ed europeo - uno dei più rigidi e affidabili al mondo - fatto di severe norme igienico-sanitarie e rintracciabilità dei prodotti stessi. Ogni anno le imprese alimentari italiane investono oltre 2 miliardi di euro in qualità e sicurezza ed effettuano, grazie ai propri 60.000 addetti, ben 400 analisi e controlli al giorno in ciascuno dei 6.500 stabilimenti produttivi. Come confermato dall’ultimo Monitor Doxa, gli italiani si fidano della marca: il produttore mette il suo nome e la sua faccia e, secondo le regole del mercato, se sbaglia paga!
La qualità da sola è sufficiente per garantire la tenuta di un prodotto sui mercati?
Il fiore all’occhiello dell’Industria Alimentare Italiana è da sempre la qualità dei suoi prodotti, non a caso i più ricercati e imitati al mondo. Se la sicurezza alimentare costituisce per le aziende del settore un prerequisito, la qualità è espressione di una scelta volontaria, volta a valorizzare tradizioni, gusti, abitudini, esigenze e sensibilità dei consumatori. Per ottenere gli standard qualitativi dei prodotti alimentari italiani occorrono diversi fattori: criteri di selezione delle materie prime, ricette tradizionali ed originali, metodi di lavorazione e controllo, sistemi di confezionamento e distribuzione.
I consumatori sono consapevoli dell’impareggiabile livello qualitativo offerto dai prodotti dell’industria alimentare italiana e ci premia, come dimostrano i sondaggi, scegliendo 7 volte su 10 prodotti di marca. Tuttavia oggi più che mai abbiamo bisogno del sostegno delle istituzioni per penetrare con sempre maggiore efficacia nei mercati internazionali e portare i nostri cibi e le nostre bevande sugli scaffali dei supermercati di tutto il mondo, soprattutto lì dove è più evidente e dannoso il fenomeno della contraffazione e dell’italian sounding. Stimiamo infatti che il mercato dei prodotti che “imitano” il made in Italy alimentare si aggiri intorno ai 50 miliardi di euro l’anno, oltre il doppio rispetto alle esportazioni messe a segno nel 2008. A tal proposito mi auguro che il 2010 possa essere finalmente l’anno della svolta!

Download PDF
Costozero: scarica la rivista in formato .pdf
Novembre - 1.730 Mb
 

Cheap oakleys sunglassesReplica Watcheswholesale soccer jerseyswholesale jerseysnike free 3.0nike free runautocadtrx suspension trainingbuy backlinks
Direzione e Redazione: Assindustria Salerno Service s.r.l.
Via Madonna di Fatima 194 - 84129 Salerno - Tel. (++39) 089.335408 - Fax (++39) 089.5223007
Partita Iva 03971170653 - redazione@costozero.it