Vincenzo Boccia:
«Il Sud È sempre
meno attrattivo»
Vincenzo Boccia:
«Il Sud È sempre
meno attrattivo»
di Raffaella Venerando
Vincenzo BOCCIA Vice Presidente Piccola Industria Confindustria
Per il Vice Presidente della Piccola Industria
la politica è troppo distante dai problemi del Mezzogiorno
Fisco e burocrazia, due punti di doleance per le nostre imprese.
Inutile dire che l'eccessiva pressione fiscale e l'inefficienza della macchina burocratica sono un ostacolo pesante alle attività di impresa ma questi problemi, se in alcune aree del Paese sono vissuti come disagio, al Sud diventano una vera e propria emergenza poiché, aggiungendosi ad altre difficoltà di contesto, finiscono con l'accelerare le problematiche del fare impresa nel Mezzogiorno.
Il fisco, in particolare, porta con sé non poche conseguenze negative perché è strettamente collegato alla convenienza e all'attrattività di un territorio.
Di fatto il Mezzogiorno è poco attrattivo in termini di nuovi investimenti anche perché ad oggi non esiste alcun beneficio fiscale per chi vuole investirvi. Se a questo già di per sé sconfortante dato si aggiunge un'oggettiva deficienza nella dotazione infrastrutturale delle nostre aree, non resta che riconoscere che siamo di fronte a un quadro estremamente preoccupante.
La manovra finanziaria per il 2008 in materia di “nuovo fisco” non sembra poi offrire prospettive migliori…
Mi auguro che sia riveduto e corretto l'articolo relativo al plafond del credito di imposta perché è talmente limitato da rendere eccessivamente marginale l'attrazione degli investimenti. Confindustria sta lavorando esattamente in questa direzione, ritenendo la correzione della manovra imprescindibile per credere concretamente possibile uno sviluppo economico del Sud.
La preoccupa il divario economico tra Nord e Sud?
Non poco. Ritengo che la disattenzione da parte della classe politica per la questione italiana - così preferisco definire la questione del Mezzogiorno - alla lunga creerà effetti devastanti inducendo le imprese, anche quelle sane e robuste, ad andare a investire altrove. Gli imprenditori del Sud vivono giorni difficili anche a causa delle minacce alla sicurezza dei territori. Basti pensare all'atto intimidatorio ai danni di Marco Venturi, Presidente della CCIAA e Presidente del Comitato Piccola Industria di Confindustria Caltanissetta (ad agosto due proiettili di pistola di grosso calibro e un biglietto dal contenuto minaccioso sono stati lasciati in una busta dinanzi all'abitazione dell'imprenditore) per avere la consapevolezza che si è ampiamente superata la soglia dell'emergenza. Di fronte a queste situazioni ci aspetteremmo una risposta forte da parte dello Stato non solo in termini di garanzia e sicurezza ma soprattutto in termini di coerenza. Noi imprenditori possiamo contrastare le minacce e gli attacchi della criminalità solo con due armi, lo sviluppo e l'attrazione degli investimenti, ma senza la sicurezza salta del tutto la possibilità di recuperare il ritardo in termini di sviluppo. Dobbiamo evitare che la questione italiana, che “passa” attraverso il Mezzogiorno, finisca con il diventare la questione dei meridionali che, da soli, devono risolvere un problema complessivo di mancanza di convenienze correndo il serio pericolo di dover abbandonare i territori in cui con coraggio e passione continuano a fare impresa.
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