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  Dicembre 2012

Articoli n° 04
Maggio 2007
 


UNIONE Industriali DI napoli - Home Page
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Grandi imprese pronte
a investire nel napoletano

Come migliorare la struttura finanziaria aziendale

Allarme Svimez:
aumenta il divario tra Sud e media Ue

Donne protagoniste
con il progetto Intraprendere

Giovani Imprenditori
in visita a Gay-Odin


Allarme Svimez:
aumenta il divario tra Sud e media Ue

di Bruno BISOGNI

Gli esiti del Seminario promosso a Palazzo Partanna lo scorso lunedì 16 aprile

Riqualificazione urbana ed in particolare di Napoli, per rilanciare il Sud: queste le parole chiave della relazione del consigliere della Svimez, Paolo Baratta, al centro del seminario “Strategie e priorità d'azione per lo sviluppo di Napoli e delle grandi aree urbane del Sud”, svoltosi lunedì 16 aprile presso l'Unione Industriali di Napoli. L'iniziativa è stata promossa e organizzata dalla Svimez, Associazione per lo Sviluppo dell'Industria nel Mezzogiorno, insieme all'Associazione imprenditoriale, attraverso il suo Centro Studi coordinato da Diego Guida.
Nella relazione Baratta ha tra l'altro sottolineato come, mentre in Irlanda, Spagna, nei paesi dell'Est nuovi entranti e in Inghilterra sia in atto una crescita superiore alla media europea (quindi un fenomeno di “convergenza”), nel Mezzogiorno la situazione è ribaltata: non solo il livello del reddito pro capite è inferiore al 75% della media europea, ma risulta in un ulteriore arretramento relativo. Si stanno definendo le destinazioni dei fondi europei, di quelli nazionali di cofinanziamento e delle risorse del Fondo per le aree sottoutilizzate, per il periodo 2007-2013.
É noto che per il Mezzogiorno questi fondi ammontano a 100 milioni di euro. Se verranno utilizzati tutti, in valore relativo rappresenteranno circa il 4% del Prodotto Interno Lordo annuale del Mezzogiorno.
Si tratta di un rilevante intervento che mette alla prova una intera generazione di amministratori pubblici.
I fondi europei sono finalizzati espressamente a favorire la convergenza.
Tra i criteri principali per la scelta dei progetti da finanziare dovrebbe esservi la loro capacità di produrre “effetti ravvicinati” indotti, in particolare sugli investimenti delle imprese, capaci di creare prodotto e produttività. Questa è la condizione per fermare il declino relativo e per riprendere un cammino di convergenza verso il resto di Europa. Nel nuovo quadro costituzionale delle competenze istituzionali, appare chiaro che questo compito sta quasi interamente sulle spalle delle autorità locali.
«Un obiettivo di convergenza verso le restanti regione europee - ha sottolineato Baratta - esige un rinnovato impegno per le grandi città. Nella loro amministrazione va sostenuta un progettualità imprenditoriale che sappia sviluppare azioni di riqualificazione ispirate al concetto del creare valore urbano. Le nuove leggi sull'urbanistica lo consentono».
Si evidenzia però una contraddizione: tante risorse europee e nazionali per progetti singoli di miglioramento del territorio a fronte della situazione di seria carenza di risorse ordinarie da destinare al rinnovamento urbano per le istituzioni locali, che di questa riqualificazione dovrebbero essere i motori primi.
«É possibile superare - si è chiesto il Consigliere della Svimez - almeno in parte questa asimmetria, nel decidere le destinazioni che ancora devono essere definite? Vi è il pericolo, altrimenti, che il processo sia zoppo e che i tanti progetti possono far la figura di un gran paese innalzato sui pennoni di navi che procedono a mezza forza per carenza di carburante».
Nel suo intervento introduttivo, il Presidente dell'Unione Industriali di Napoli, Giovanni Lettieri, ha rimarcato il ruolo di guida che può assumere Napoli nel processo di coesione delle aree meridionali del Paese e il rilancio che può derivarne per le politiche più complessive di crescita dell'area Mediterranea: «Ci sono dei fatti positivi che non lasciano incolto il terreno della speranza: lo sviluppo delle vie del mare; l'aggiornamento tecnologico e l'ampliamento dei percorsi ferroviari ed intermodali; la messa a sistema dei centri di ricerca; la crescita della produttività nel settore privato manifatturiero; l'affermazione, a livello di eccellenze, di diverse e significative attività imprenditoriali. Ciò che ancora manca è la realizzazione di un disegno organico che dia certezze e celerità ai processi di trasformazione».
«Sullo sviluppo delle città - ha sottolineato il Presidente degli industriali napoletani - si gioca la vera partita dell'economia moderna e del progresso: oltre l'80% del Prodotto Interno Lordo è realizzato nelle aree urbane e la catena del valore, anche per le imprese classicamente industriali, non è più sviluppabile nell'ambito delle mura aziendali. D'altro canto la stessa Unione Europea è ormai convinta della centralità delle aree urbane quale volano di sviluppo. Le ha poste quali priorità della politica di intervento per la coesione, superando la logica dei progetti pilota della fine degli anni '80, e quella dei programmi specifici (Urban) degli inizi anni 2000. Allo stesso modo, si accresce la sensibilità del Governo nazionale sul tema. Nella finanziaria 2007 è stata recepita la proposta dell'Unione Industriali di Napoli volta alla introduzione di zone franche urbane quale strumento di sviluppo di determinate aree. Più che nell’assunzione di consapevolezza e nella progettazione da parte delle istituzioni, per Lettieri il nodo critico da superare sta pertanto nella certezza dei percorsi».
Il seminario, oltre che da Lettieri, è stato aperto dal Presidente della Svimez, Nino Novacco.
Sono intervenuti ai lavori fra gli altri il Presidente della Commissione Trasporti del Parlamento Europeo, Paolo Costa, il Professore ordinario di Diritto Amministrativo all'Università di Chieti “G. D'Annunzio”, Paolo Urbani, il Professore associato di Urbanistica all'Università di Napoli “Federico II”, Fabrizio Mangoni, il Professore ordinario di Urbanistica all'Università di Napoli “Federico II”, Attilio Belli, il Presidente della Fondazione Mezzogiorno Europa, Andrea Geremicca, l'Assessore allo Sviluppo del Comune di Napoli, Nicola Oddati.

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