e-Family,
allegro ma non troppo
VII Rapporto Confindustria Servizi
sulla diffusione dell’hi-tech nelle famiglie italiane
di Roberto Triola, Ufficio Studi Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici
Il 2006 è stato l'anno della maturità digitale per il 50% delle famiglie italiane. Secondo i dati del Rapporto e-Family 2007 realizzato da Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici (in collaborazione con Anie) la diffusione nelle case degli italiani di una serie di tecnologie (secondi e terzi pc, soprattutto notebook portatili, stampanti multifunzione, lettori dvd, televisori LCD/Plasma, pay TV, videocamere e fotocamere digitali di sostituzione, lettori MP3, collegamenti a internet in banda larga) ha registrato nell'ultimo anno tassi di crescita in alcuni casi vicini al 100% rispetto al 2004.
«Le famiglie italiane - ha sottolineato Alberto Tripi, fondatore di AlmavivA e Presidente di Confindustria Servizi Innovativi e Tecnologici - si dimostrano ancora una volta più innovatrici delle istituzioni, considerando la scarsa liberalizzazione dei mercati nel settore dei servizi e l'insufficiente azione politica nel sostenere la domanda di tecnologie che sale dal Paese».
Eppure c'è una parte del Paese che continua ad avere il freno a mano tirato sull'hi-tech.
L'uso delle tecnologie cresce soprattutto in quella metà di famiglie italiane già digitalizzate. Nel resto delle famiglie la penetrazione delle tecnologie stenta ad affermarsi. Colpa principalmente del problema demografico italiano. Quella italiana è una popolazione che invecchia velocemente. Troppo alta sul totale generale risulta l'incidenza delle famiglie composte da pensionati, casalinghe e coppie senza figli.
Emerge chiaramente dai dati di NicheConsulting (la società di consulenza che ha curato l'indagine campionaria per conto di Confindustria Servizi) che il vero driver della digitalizzazione delle case italiane è la presenza dei figli. Le famiglie con figli in età scolare, a prescindere dal reddito, sono in assoluto quelle che hanno registrato nel 2006 il più alto tasso di penetrazione delle tecnologie digitali.
Ne deriva un quadro articolato, fatto di luci ed ombre, secondo il quale il 50% degli italiani vive in famiglie “attive” che adottano subito o con leggero ritardo gran parte delle innovazioni ICT. Un 40% degli italiani, invece, arriva ad usare queste tecnologie con grande ritardo. Il restante 10% degli italiani vive in famiglie escluse quasi da ogni fenomeno di innovazione digitale (molte di queste famiglie non hanno “ceduto” nemmeno alla telefonia mobile).
Età, sesso, inglese si confermano come i tre aspetti del digital divide, anche se la componente femminile della popolazione è in fase di recupero. Non incide affatto invece la localizzazione geografica. Per superare il ritardo digitale che interessa particolarmente casalinghe ed anziani, occorre indirizzare azioni sulla loro formazione, nonché sulla conoscenza dell'inglese, che solo il 3% di italiani ritiene di conoscere in modo “ottimo”.
Nel dettaglio alcuni dei risultati più importanti del Rapporto e-Family 2007.
Verso il 60% delle famiglie computerizzate
La dotazione informatica delle famiglie - vicina alla soglia del 60% - è diventata più articolata: sono aumentate significativamente le penetrazioni di secondi e terzi PC, di stampanti multifunzione, di masterizzatori, di scanner e di altre “periferiche”. Rallenta il passo, invece, la diffusione del primo PC domestico (soprattutto nei nuclei familiari composti da persone anziane, casalinghe e pensionati, presso i quali non supera il 10-15%) e del primo collegamento a internet.
L'uso di internet
Nel 2006 per la prima volta il numero di famiglie in cui vi è almeno un utilizzatore di Internet ha superato il 50%, attestandosi a circa 11,6 milioni. In valori assoluti, il numero di utilizzatori frequenti di Internet registrato in Italia nel 2006 è pari a 17,7 milioni di persone. Posta elettronica e download di musica e video le ragioni principali per l'utilizzo della rete, ma si fa largo anche una tendenza più recente, l'auto-produzione di contenuti, con gli utenti che non sono più dei semplici destinatari di Internet. Una “componente partecipativa” trainata dai siti di condivisione dei contenuti (YouTube, MySpace, Wikipedia) e immortalata dalla copertina del Time che per il 2006 come “persona dell'anno” non ha scelto alcun soggetto in particolare, ma l'utente Internet nella sua generalità.
L'anno della banda larga a tariffa fissa
Il 2006 è stato un anno decisivo nella dotazione Internet delle famiglie: i collegamenti a banda larga sono diventati il 60% dei collegamenti complessivi Internet da casa (erano meno del 50% l'anno prima). La diffusione della banda larga è stata trainata dai collegamenti a tariffa fissa, saliti da 1,5 a 3,7 milioni tra il 2005 ed il 2006 (il 72% degli abbonamenti in banda larga ha ormai questa modalità). In termini generali il 15% delle famiglie italiane è dotata ormai di un collegamento internet in banda larga a tariffa fissa.
La convergenza: crescente interesse per un fornitore unico di servizi
Le famiglie che dispongono di una piattaforma informatica in casa hanno un forte interesse per una offerta unificata di tutti i servizi tecnologici legati al fenomeno della convergenza: telefonia fissa, banda larga, telefonia mobile, televisione a pagamento (pay-tv).
Sono circa 5,7 milioni le famiglie italiane in possesso di un PC (con o senza connessione a internet) e di un telefono cellulare che valutano l'ipotesi “di un solo fornitore di servizi della convergenza” in termini positivi.
Telefonia mobile nel 90% delle famiglie
Tra le tecnologie ICT, solo la telefonia mobile è stata finora capace di coinvolgere quasi per intero il mercato “domestico”: un fenomeno che ci pone ai vertici nei confronti internazionali. Nel 90% delle famiglie vi è almeno un utilizzatore di telefonia mobile personale e nel 69% più di uno. Per quanto riguarda i telefonini di terza generazione il loro ingresso nel mercato sta procedendo velocemente: il numero dei possessori è più che raddoppiato nel giro di un anno. Ma l'effettivo utilizzo dei nuovi servizi si diffonde più lentamente, confermando un paradigma dell'ICT, in cui la diffusione del mezzo ne precede la piena capacità d'uso.
La frenata della tv digitale
Il 2006 ha registrato anche una frenata nella diffusione della televisione digitale: oltre il 40% delle abitazioni italiane dispone ormai della possibilità di ricevere programmi televisivi digitali (o tramite il satellite, o tramite il decoder digitale terrestre, o tramite la banda larga), ma solo il 25% delle famiglie italiane usa la televisione a pagamento, anche se cresce la spesa media delle famiglie per gli abbonamenti e per la visione di programmi in modalità pay per view (tipicamente film e partite di calcio).
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