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  Dicembre 2012

Articoli n° 04
Maggio 2007
 


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salute e benessere

SPORT

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IL SEGNALIBRO

SPORT

Sempre in campo
per nuove sfide


Il principe è regista di alcune scuole calcio giovanili per educare i ragazzi allo sport “sano”

di Carlo Ippolito, Vice Presidente Aisport


 Giuseppe Giannini, 43 anni ad agosto. Una carriera lunga e prestigiosa costellata da oltre 300 presenze in serie A ed una cinquantina con la maglia della nazionale. Il principe, soprannome che i tifosi della Roma gli attribuirono per il suo modo elegante di stare in campo, dopo qualche breve esperienza in Austria (ma anche a Napoli e a Lecce) ha lasciato il calcio nel 2000 con una partita di addio nel “suo” stadio Olimpico, appena tre giorni dopo la conquista dello scudetto della rivale Lazio. Non fu “l'homenaje” che aveva sempre sognato. Un'invasione di campo, per il troppo entusiasmo ma anche per i noti deficit strutturali dello stadio, rovinò quello che doveva essere il tributo del suo pubblico.
Lasciata l'attività agonistica, dopo qualche non fortunatissima esperienza da allenatore, Giannini ha iniziato in società con alcuni ex compagni di squadra una attività di scuole calcio giovanili.
Anche in questa sua nuova sfida imprenditoriale dimostra di avere le idee chiare così come quando dal centro del campo orchestrava con maestria il gioco della Roma. É recente infatti la notizia di contatti avanzati con il Barcellona calcio interessato ad acquisire nella sua orbita uno dei centri sportivi da lui diretti. Sport ed impresa quindi sembra un binomio inscindibile per il futuro professionale del “principe”. Particolarmente apprezzato, infatti, è stato il suo intervento al convegno organizzato da Confindustria Salerno e dall'Aisport, di cui è socio onorario, dal titolo “Investire nello sport e nel turismo” tenutosi a Salerno il 29 marzo scorso.
«Un'impresa finalizzata allo sport deve essere coadiuvata da persone che lo sport lo conoscono per davvero per averlo praticato» è in sintesi il suo pensiero. «Solo chi ha frequentato questo mondo è a conoscenza delle sue problematiche ed è in grado di affiancare l'imprenditore nelle scelte migliori. Troppe volte certe decisioni sono state lasciate in mano a gente che dello sport sa poco o nulla». Anche sulla questione degli stadi venuta drammaticamente alla ribalta dopo i tragici fatti di Catania, Giannini è andato giù duro: «É assurdo che in questo paese ci sia voluta una vittima per comprendere come la fatiscenza di molti impianti possa aver contribuito all'aumento del fenomeno-violenza negli stadi. Il Governo ha varato quindi i provvedimenti che conosciamo solo sull'onda emotiva degli eventi. Questa improvvisazione è anch'essa figlia della poca conoscenza della materia». La disamina non finisce qui. «Non è solo un problema di norme di agibilità o di statica degli impianti - ha aggiunto - ma anche di mentalità e di educazione allo sport. É quella che va cambiata, non solo le strutture che pure hanno la loro importanza». Oggi nessuno vuole perdere, mai.
«La verità - conclude - è che manca il rispetto per l'avversario, l'etica dello sport. Tutti vogliono tutto e subito senza passare per i mille sacrifici che l'affermazione in una disciplina sportiva necessita. Per troppi il calcio è visto come una comoda scorciatoia per arrivare alla ricchezza facile. Se non si sradicherà radicalmente questo principio passi avanti se ne potranno fare pochi».

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