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  Dicembre 2012

Articoli n° 03
APRILE 2007
 


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Un’altra Italia
con le liberalizzazioni

La sfida delle idee

Inaugurato da Montezemolo, nasce a Salerno il SITIT

Un’altra Italia
con le liberalizzazioni


di Raffaella VENERANDO

Il Ministro Bersani agli imprenditori:
«I processi di riqualificazione cambieranno il volto del Paese»

Pier Luigi Bersani, ministro dello Sviluppo Economico, arriva in Confindustria Salerno nel primo pomeriggio di un giorno “particolare”.
È il 28 febbraio e di lì a qualche ora il Governo Prodi si gioca il futuro con il voto di fiducia in Senato.
La tensione, però, non gli impedisce di sottrarsi al fuoco di fila di domande da parte di una platea numerosa di imprenditori e autorità della provincia.
Sul tavolo criticità del Sud, ma anche questioni difficili che investono l'intero Paese.
Andrea Prete, presidente di Confindustria Salerno, si dice subito «preoccupato per la evidente scarsa governabilità del Paese, problema tutto italiano un tempo dovuto all'instabilità dei partiti, oggi del singolo». Continua elencando uno ad uno i problemi più stringenti per chi fa impresa nel nostro territorio: «Il gap tra Nord e Sud permane; gli occupati al meridione sono la metà di quelli del settentrione. Il territorio campano è debolmente attrattivo per tante ragioni. Si va dalla scarsa infrastrutturazione ai costi alti della energia, dal difficile clima sociale al problema annoso dei rifiuti, della sanità “malata” e della pubblica amministrazione inefficiente. Non possiamo continuare a perdere occasioni». Prima di lasciare la parola al Ministro per le sue osservazioni rispetto all'eloquente “cahier de doleance” del mondo imprenditoriale, Prete guarda al “bicchiere mezzo pieno” e si congratula con Bersani per aver rimesso al centro del disegno politico l'industria. «Credo che sia il fondo di competitività sia quello per la finanza di impresa possano essere d’aiuto al nostro sistema produttivo».
Il Ministro risponde con i “fatti”. Sintetizza l'idea alla base di Industria 2015: «Le nostre imprese sono spesso troppo piccole, ecco quindi che il Governo ha individuato delle agevolazioni per le aziende che intendono fondersi, incentivando la messa in rete». La crescita dimensionale delle aziende è per Bersani necessaria per competere sulla scena nazionale e mondiale, altrimenti «vi mangiano se rimanete piccoli».
 È d'accordo con gli imprenditori, «la burocrazia italiana è al collasso. Semplificare non basta. Bisogna abolire. Occorre una pubblica amministrazione più leggera che favorisca le imprese anziché ostacolarle, ma soprattutto bisogna lavorare perché l'apparato burocratico si liberi dai meccanismi di intermediazione con il territorio». Preannuncia poi che gli strumenti di concertazione saranno rivisti per migliorarne l'efficacia e renderli così più funzionali alle dinamiche di sviluppo. Saranno finanziate di rimando solo le opere e gli interventi realmente in linea con i progetti complessivi e validi per il Paese.
Il Ministro passa quindi alla difesa delle sue liberalizzazioni, anzi fa di più.
Anticipa che altri campi si aggiungeranno alla lista dei settori da riformare e che le sue deregolamentazioni altro non sono che un valido aiuto per il Sud: «Ogni liberalizzazione fatta è una conquista doppia perché il Mezzogiorno ne beneficia in termini di emersione del lavoro irregolare e sburocratizzazione. L'obiettivo è tenere insieme aperture del mercato e liberalizzazioni, diritti del consumatore e semplificazione amministrativa. E aggiungerei la lotta all'evasione che garantisce, a sua volta, un diritto del cittadino onesto».
È convinto che con le liberalizzazioni si possa davvero cambiare il volto del Paese, anche se occorre una rivoluzione culturale perché si tratta di «processi di riqualificazione che innescano un vero ribaltone».
Chiude i lavori lanciando un messaggio ottimista: «Ci sono tutti gli strumenti per mettere in piedi qualcosa di nuovo per il Mezzogiorno».


L'intervista di Ernesto Pappalardo - Ridurre la forbice tra Nord e Sud

Liberalizzazioni, fiscalità di vantaggio, ottimizzazione dell'impiego dei fondi europei e nazionali: ma tutto questo non può bastare. Secondo il Ministro Pier Luigi Bersani il punto di partenza per la crescita dell'economia del Mezzogiorno resta la legalità.

Ministro Bersani da che cosa bisogna cominciare?
La legalità e quindi la trasparenza sono una condizione essenziale per il rilancio dell'economia.

A suo giudizio quali sono le priorità per il Mezzogiorno?
Infrastrutturazione, servizi e legalità sono le tre priorità per il Mezzogiorno. La sicurezza del territorio è un problema centrale insieme alla disoccupazione giovanile.

Gli imprenditori lamentano i ritardi della pubblica amministrazione e meccanismi di vera e propria “malaburocrazia”…
Occorre certamente una pubblica amministrazione più efficiente, meno appesantita da meccanismi di intermediazione con il territorio. In questo contesto siamo pronti a rivedere le procedure della programmazione negoziata.

Può essere più chiaro su questo punto?
Sì, in pratica ci siamo posti il problema di adeguare gli strumenti della programmazione negoziata in modo da renderli più funzionali alle dinamiche di sviluppo. Anche questo passaggio rientra nel discorso relativo allo snellimento delle procedure burocratiche e all'esigenza di ottimizzare impiego delle risorse e interventi sul territorio.

E la fiscalità di vantaggio?
La stabilizzazione del credito d'imposta ed il cuneo fiscale stanno attivando di fatto una fiscalità di vantaggio nel Mezzogiorno. Con la Finanziaria, per la prima volta i fondi nazionali per il Sud sono stati programmati in un arco di sette anni, seguendo la pianificazione dei fondi UE. In questo modo si è resa disponibile una mole di risorse impressionante: oltre 100 miliardi di euro.

Ottimista o pessimista sul futuro del Sud?
Abbiamo tutti gli strumenti per mettere in cantiere qualcosa di nuovo per il Mezzogiorno. Siamo in un contesto congiunturale abbastanza positivo. Nonostante ciò occorre accelerare per ridurre la forbice tra Nord e Sud del Paese.



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