La formazione in Campania per la programmazione europea 2007/13
La Regione deve garantire ai giovani e alle imprese innanzitutto un timing certo
Vittorio
PARAVIA
Presidente Fondazione Antonio Genovesi Salerno-SDOA
Il periodo di programmazione 2007/13 è l’ultimo in cui le regioni meridionali beneficeranno dei contributi per il sostegno delle politiche di sviluppo. Per quanto riguarda la formazione il discorso è complesso perché da tempo gli indirizzi comunitari e nazionali privilegiano gli interventi di sistema intesi come iniziative caratterizzate da un’ampia e qualificata rete locale di sostegno. In questa prospettiva la formazione per i giovani in Campania presenta più di un elemento di criticità, perché gli strumenti che la Regione propone, pur concettualmente e tecnicamente corretti, si sono dimostrati inadeguati. Facciamo tre esempi a nostro avviso significativi. Prima di tutto la formazione manageriale. I Master sono finanziati con il sistema dei voucher assegnati ai richiedenti che selezionano il prodotto più in linea con le proprie aspettative professionali indipendentemente dalla localizzazione regionale degli offerenti. Il sistema, concettualmente valido, non funziona in Campania né per i beneficiari né per le Agenzie formative perché i bandi sono pubblicati tardi rispetto ai periodi di competenza ed i voucher erogati molto tempo dopo la conclusione dei percorsi formativi. I giovani, pertanto, non avendo la capacità di anticipare le quote di partecipazione sono spesso costretti a rinunciare all’opportunità finanziaria loro riservata, mentre le Scuole localizzate in regione non riescono a far leva su questo strumento per allargare la base di partecipazione. Il secondo esempio riguarda la formazione post-diploma. L’applicazione dello strumento IFTS è complessa perché si richiede di identificare filiere e nodi regionali di progettazione che impongono agli Istituti superiori, alle Agenzie formative, alle Università ed ora anche ai Centri di Ricerca, attività preliminari articolate e di difficile gestione.
In conclusione una riflessione sui Patti Formativi Locali. La Regione afferma che la formazione deve essere funzionale all’occupazione e quindi destina i fondi alle aziende che prendono precisi impegni di assunzione dei partecipanti. Purtroppo i tempi di realizzazione accelerati dettati dall’agenda regionale e condizionati dalla necessità di spendere per rispettare i parametri dell’UE, stanno rendendo inefficace lo strumento perché le aziende in prevalenza di piccole dimensioni non sono pronte ad assumere gli impegni richiesti in tempi brevi. In questo scenario non certo incoraggiante speriamo che la Regione modifichi i programmi rendendoli più attinenti alle esigenze di giovani e imprese: anticipare i tempi dei bandi sui voucher e garantire a tutti tempi certi di riferimento; snellire le procedure degli IFTS; riformulare, infine, la tempistica e i contenuti dei Patti Formativi Locali rendendoli più accessibili alle PMI.
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