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  Dicembre 2012

Articoli n° 03
APRILE 2007
 


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Nanotecnologia:
futuro che presenta incognite

a cura dell’Ufficio Relazioni con il Pubblico - ISPESL

Domenico GERACI - ISPESL DTS Roma, Ricercatore
Francesco GIACOBBE - ISPESL Dipartimento Messina, Tecnologo
Luigi MONICA - ISPESL DTS Roma, Tecnologo

Lo sviluppo di nanomateriali ha comportato indiscussi vantaggi, ma ha anche sollevato molti interrogativi sul loro sicuro utilizzo per la salute nei luoghi di vita e di lavoro


La scoperta, lo sviluppo e l'utilizzo da parte dell'uomo di nuovi materiali o il miglioramento delle proprietà di quelli già esistenti hanno prodotto profondi cambiamenti nel corso dei secoli in tutti i settori delle attività umane. L'evoluzione e l'innovazione tecnologica che ne è derivata hanno modificato, in varia misura, i rapporti economici, sociali e politici, influenzando, in taluni casi, anche i valori etici e morali.
Oggi la nuova frontiera dell'innovazione è rivolta verso dimensioni cosiddette “nano”. La nanotecnologia è stata, infatti, definita la tecnologia chiave del 21esimo secolo. Con il termine nanotecnologia s'intende lo sviluppo e la produzione di materiali (nanomateriali), dispositivi e sistemi che prevedono la manipolazione e/o la creazione di strutture le cui dimensioni sono comprese tra 1 e 100 nanometri.
I nanomateriali, nelle loro svariate forme, possono presentare caratteristiche chimico-fisiche ben diverse rispetto a quelli aventi dimensioni “micro” e “macro”, pur avendo uguale composizione. Questa loro peculiarità ne determina l'enorme interesse da parte del mondo scientifico e produttivo.
Il rapido sviluppo di materiali di dimensioni “nano” ha comportato indiscussi vantaggi, ma ha sollevato nuovi interrogativi sul loro sicuro utilizzo per la salute e la sicurezza nei luoghi di vita e di lavoro. La ricerca a livello mondiale, pur occupandosi in maniera specifica di questa materia, non ha ancora risolto in maniera chiara ed esaustiva le problematiche relative all'esposizione ai nanomateriali.
Allo stato attuale non è quindi possibile determinare in maniera certa e definita quali siano i rischi derivanti da questa nuova tecnologia. Inoltre eseguire una valutazione dei rischi risulta alquanto problematica essendo gli effetti dell'esposizione non dipendenti in modo univoco dalla massa e non correlabili direttamente al numero delle particelle dei nanomateriali.
Negli esperimenti condotti sugli animali si è visto che nanomateriali (nanotubi in carbonio) possono presentare effetti nocivi a carico dell'apparato respiratorio e cardiocircolatorio. In conseguenza di ciò, a titolo cautelativo, i fabbricanti di nanotubi in carbonio riportano nelle loro schede di sicurezza frasi di rischio (R 36, R 37, R 40) e consigli di prudenza (S 22, S 26, S 28, S29, S 36, S 37, S 38, S 39).
I nanomateriali possono penetrare nel corpo umano attraverso l'inalazione, l'ingestione e per assorbimento cutaneo. Solitamente il particolato fine penetra nel corpo umano soprattutto attraverso le vie respiratorie. I test condotti sugli animali hanno riscontrato la presenza di nanoparticelle nel sangue veicolate attraverso gli alveoli polmonari. Si è osservato inoltre che i nanomateriali possono diffondersi lungo il nervo olfattivo fino a raggiungere il sistema nervoso centrale. Si sa per certo che le nanoparticelle di biossido di titanio possono penetrare nel corpo umano attraverso la pelle.
Oltre agli effetti sul corpo umano, le nanoparticelle di determinati materiali (quali sostanze infiammabili o derivanti da processi catalitici), specie in combinazione con materiali metallici, comportano un potenziale rischio di reazioni chimiche non previste e difficilmente controllabili (incendi o esplosioni).
L'esposizione ai nanomateriali nei luoghi di lavoro, stando alle conoscenze attuali, è conseguente in primo luogo alla manipolazione delle stesse o di eventuali sotto-prodotti. Quindi l'attenzione deve essere posta ai dispositivi di protezione, ai processi, agli strumenti e alle attrezzature usate.
Nei riguardi dei rischi dovuti ad esplosione da polveri, occorre tener presente che tale eventualità è inversamente proporzionale alle dimensioni delle particelle, anche se non si hanno ancora dati certi relativamente a tale aspetto ed alle caratteristiche elettriche.
Nell'ambito delle lavorazioni industriali le nanoparticelle vengono prodotte attraverso i processi di saldatura e di taglio termico, nell'utilizzo di motori diesel, durante la brasatura, la smerigliatura o la fusione di metalli.
Al fine dell'impostazione del documento della sicurezza sui luoghi di lavoro secondo i requisiti richiesti dall'art. 4 del D.Lgs. 626/94, si ritiene importante per la valutazione dei rischi, in presenza di nanomateriali, considerare i seguenti fattori:
- tipologia dei locali (es. pavimentazione, classe camera bianca, sistema di aerazione e pressurizzazione, piani di lavoro, impianto trattamento aria, monitoraggio ambientale);
- tipologia delle attrezzature utilizzate (es. microscopio elettronico a scansione, camera da ultra-alto vuoto, spettrometro di massa, spettrofluorimetro);
- prassi operative (es. pulizia locali del laboratorio, accesso, manutenzione filtri);
- processi produttivi (es. litografia, meccanosintesi);
- qualifica e numerosità del personale coinvolto (es. informazione e formazione del personale, accesso ai locali);
- impiego ed idoneità dei DPI (es. maschere con filtro P3, respiratori FFP3);
- frequenze e tempi di esposizione (es. turnazione del personale, limiti di esposizione)
- specifiche tecniche e tossicologiche dei materiali impiegati (es. schede tecniche di sicurezza).
Per quanto sopra detto si può quindi affermare che nel prossimo futuro le nanotecnologie porteranno certamente cambiamenti nella nostra vita quotidiana. La speranza è che gli addetti ai lavori e non comprendano le potenzialità di questa nuova scienza, che però può comportare rischi se usata in modo indiscriminato ed incontrollato.
Si auspica quindi un futuro sviluppo ed un prossimo impiego delle nanotecnologie e dei nanomateriali che non siano limitati ai soli aspetti industriali e commerciali, ma che tengano anche in considerazione quelli di carattere etico ed ecosostenibile.

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