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  Dicembre 2012

Articoli n?09
NOVEMBRE 2012
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UN'AZIENDA SANITARIA PIÙ UMANA

di Raffaella Venerando


ANTONIO SQUILLANTE
Direttore Generale ASL Salerno

Direttore Squillante, partiamo dal suo curriculum vitae: lei qualche anno fa è stato componente del Consiglio Direttivo del Gruppo Giovani di Confindustria Salerno, una buona palestra ai tempi, anche per altri suoi coetanei. Cosa le ha lasciato quella esperienza?
Sicuramente gli anni di impegno nel Gruppo Giovani Imprenditori salernitano sono stati per me un'ottima scuola, specie dal punto di vista gestionale. Il confronto continuo con altri trentenni propositivi e determinati – ero nel Direttivo insieme a tante valide persone, tra cui l'attuale presidente di Confindustria Salerno Mauro Maccauro – è stato fondamentale per acquisire alcune skill che oggi metto al servizio della mia attività professionale. C'è un filo rosso, infatti, che corre assieme alla storia del movimento dei Giovani Imprenditori. Ed è da sempre la forza delle idee assieme alla volontà di svolgere in autonomia un preciso ruolo sociale, fatto di denuncia, di critica e di proposta. Posso dire con orgoglio che questa è ancora oggi la forma mentis che guida le mie azioni e le mie scelte.

Quanto crede conti questa sua formazione di ieri nel lavoro che affronta oggi?
Più mi addentro nel mio nuovo ruolo, più mi convinco che essere persona preparata tecnicamente non basti, non sia sufficiente. di per sè. Non basta infatti essere buoni tecnici, profondi conosci tori di norme e numeri per svolgere al meglio il compito di direttore generale di una Asl così composita e vasta, come quella di Salerno. Sono indispensabili anche altre qualità personali che credo di aver bene allenato nel corso degli anni passati in Confindustria Salerno: capacità di ascolto, dialogo ma soprattutto abilità nel capire se chi si ha di fronte si pone con uno spirito autentico e sano di proposta, piuttosto che mosso dalla volontà di perseguire un secondo fine spesso personalistico.

Da imprenditore e da uomo di "vertice", quali ritiene siano i principali problemi del nostro territorio, innanzitutto provinciale?
La disoccupazione in primis, un male da tempo presente nelle nostre aree che la crisi economica non ha fatto altro che acuire. In questo momento così difficile però io ravvedo una possibilità da cogliere: quando tutto andava bene, sembrava logico e naturale che chiunque facesse tutto, che chiunque si provasse in ruoli anche lontani dalle proprie inclinazioni. In momenti storici dove tutto è semplice spesso l'improvvisazione e l'incompetenza spadroneggiano.
Chi, invece, riesce a rimanere a galla oggi nonostante la burrasca è davvero persona meritevole e dotata.
La classe dirigente che sopravvivrà alla crisi – come in una selezione naturale che premia solo i migliori – sarà quella realmente adeguata a detenere ruoli e incarichi di responsabilità, risultando la più adatta. Oltre alla dimensione lavorativa, mi preoccupa anche la crisi profonda in cui è finita la politica che - anziché governare il cambiamento - si è chiusa in se stessa per autotutela lasciandosi travolgere dagli scandali e alimentando quel sentimento di disaffezione e disincanto nei cittadini italiani. Il cambiamento però è possibile, ma tutto è nelle mani dei cittadini stessi, gli unici che possono con scelte ponderate e lungimiranti riportare la politica al suo ruolo autentico, quello di baluardo per la democrazia. Non dimentichiamo che è sempre il popolo che sceglie e che quindi spesso offerte politiche scadenti nascono da altrettanto scadenti domande. Spetta agli italiani, fin dal prossimo appuntamento elettorale, operare delle scelte coerenti puntando all'interesse generale. Il vero cambiamento dovrà necessariamente essere legato a un cambio di mentalità: al momento del voto si scelgano finalmente candidati non secondo fini egoistici ma per il benessere della collettività.




Passiamo più nel dettaglio alle sue attività: che aria tira nella Asl Salerno? Che situazione ha ereditato?
Voglio dire innanzitutto che la Asl Salerno è un'azienda di difficile gestione, considerato l'elevato numero di dipendenti – più di diecimila – e il cospicuo fatturato di oltre un miliardo e mezzo di euro. Le difficoltà quindi ci sono e sono tante. Chi mi ha preceduto ha avviato una buona opera di risanamento e in questa direzione occorre continuare perché è necessario mettere prima i conti in ordine, altrimenti non è possibile fare alcuna programmazione di spesa.
Dal punto di vista finanziario, le difficoltà sono legate al debito: 750 milioni di euro quasi tutto azionato. Se non verrà prorogato il decreto di impignorabilità dei conti correnti dubito che la Asl Salerno riuscirà ad offrire assistenza medica adeguata. Si badi bene: so che dietro un decreto ingiuntivo c'è chi ha diritto a riscuotere una contro-prestazione per un lavoro regolarmente svolto, ma purtroppo oggi scontiamo i danni di una passata gestione – quella ante 2009 – che è stata a dir poco dissennata originando un debito che, al 31 dicembre 2010, era di un miliardo e 100 milioni di euro. Grazie all'impegno del governatore della giunta regionale della Campania Stefano Caldoro e al blocco dei pignoramenti oggi il buco si è ridotto a 750 milioni, cifra che contiamo di estinguere fino alla fine del 2013 tornando in una situazione di indebitamento sostenibile rispetto al fatturato. Spero pertanto che il Parlamento non vanifichi gli sforzi fatti finora non riproponendo il blocco dei pignoramenti.

La Sanità è uno dei principali indici di civiltà di un popolo, eppure in Campania la forbice tra livello di costi ed efficacia-efficienza dei servizi si allarga sempre più. Da cosa dipende questo squilibrio?
In larga misura lo squilibrio è riconducibile ad anni di malagestione, caratterizzati dal perseguimento di scopi personali piuttosto che di fini ispirati all'interesse generale. In troppi e troppo a lungo hanno dimenticato che noi vendiamo salute e che i nostri non sono clienti, ma persone spesso in seria difficoltà. L'aspetto umano è fondamentale in un lavoro come il mio. Per questo ho intenzione di lavorare sulla riumanizzazione del rapporto Asl-paziente. Vanno coltivate di più le qualità umane e umanistiche di tutti i professionisti della salute, un passo – il primo – indispensabile per riappropriarsi di una sanità efficiente. Il cittadino, con i suoi diritti, deve tornare al centro dell'interesse di ogni struttura sanitaria dell'Azienda che ho il privilegio di dirigere.



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