LA FORZA DELLE BUONE IDEE
Mauro Maccauro
Presidente Confindustria Salerno
In tempi di crisi del sistema della rappresentanza – per non parlare delle difficoltà che attraversano la politica e i partiti – il primo elemento di riflessione sull'Assemblea di Confindustria Salerno che si è svolta il 26 ottobre scorso ("Buone Idee per Nuove Sfide. Revisione della spesa e riordino degli Enti Locali") non può non prendere spunto dalla forte risposta partecipativa. La folta presenza non solo di associati e imprenditori – che, pure, è un segnale estremamente rilevante – si intreccia con quella di vasti settori delle Istituzioni, degli Ordini Professionali, del mondo accademico e delle varie categorie produttive.
Perché sottolineare questo aspetto? Perché non era scontato che nel momento in cui viene messo in discussione il ruolo stesso dei "corpi intermedi" – di quegli organismi, cioè, che sono chiamati a fungere da cinghia di trasmissione tra società civile e Istituzioni dello Stato – gli industriali salernitani riuscissero a riaffermare in maniera così convinta il proprio sentirsi - ed essere - parte a pieno titolo della classe dirigente del Mezzogiorno e del Paese.
È stato, perciò, importante presentarsi pubblicamente con una piattaforma di "buone idee" per candidarsi a "nuove sfide" ottenendo l'attenzione e l'apprezzamento del consesso civico, politico e istituzionale nel quale quotidianamente operiamo. Significa che Confindustria Salerno in questi mesi ha saputo essere identificata come interlocutore autorevole, costruttivo, dialogante, con una non semplice capacità aggregativa.
In una parola: abbiamo saputo non solo rappresentare i legittimi interessi degli industriali, ma, soprattutto, individuare un percorso di crescita socio-economica largamente condiviso. È in questo modo che – pur senza mai perdere di vista il "sindacato" delle imprese – si può provare a creare le condizioni più idonee alla nascita di una nuova stagione di rilancio del nostro sistema produttivo, ma, soprattutto, di ricostruzione di quel patto fiduciario tra cittadini e Amministrazioni dello Stato che è alla base delle regole sulle quali si regge ogni Paese autenticamente democratico.
Tanti sindaci al Teatro Verdi di Salerno, tanti amministratori pubblici, tanti "pezzi" dello Stato che insieme con il mondo "del fare" e delle organizzazioni del lavoro provano ad immaginare una via d'uscita da una delle più gravi crisi dal secondo dopoguerra ad oggi.
Per tale ragione, vale la pena sintetizzare alcune parole-chiave che nei prossimi mesi costituiranno la materia viva del futuro del nostro Paese e del nostro Mezzogiorno: il riordino della spesa pubblica; il riassetto del sistema istituzionale e la riforma delle competenze degli Enti Locali con il nuovo ruolo di Regioni e Province; l'inevitabile riorganizzazione della macchina pubblica; l'indispensabile rimodulazione della spesa dei fondi strutturali; la nuova legge elettorale (se con uno scatto di responsabilità i partiti comprenderanno che è questo il momento di svolta non più rinviabile per mantenere in piedi le architravi dello Stato democratico).
Abbiamo, dunque, cercato di volare alto: al di là degli esiti delle questioni sollevate – che consideriamo di grandissimo spessore – ne è valsa senza dubbio la pena. Perché usciamo ancora più fortemente convinti che occorre continuare a profondere il massimo sforzo per essere protagonisti del grande processo di cambiamento che dovrà trasformare il Mezzogiorno in una regione d'Europa che dialoga alla pari con il resto d'Europa e del mondo. |