VINO, anche la scelta del bicchiere è questione di etichetta
di Nicola Santini
www.ttimestyle.com
Confesso di non essere un intenditore, o meglio, ho talmente tanti amici sommelier che preferisco sempre chiedere consiglio quando si tratta di scegliere un buon vino da abbinare alle pietanze che cucino o quando ordino al ristorante.
Quando si tratta però di galateo, ho sempre qualcosa da ridire perché non sempre le cose vengono fatte come si deve e qui entro in gioco io. Indipendentemente, quindi, dalla scelta di questa o quell'etichetta (di vino), c'è la mia etichetta che la fa da padrona. Iniziamo dalla scelta dei bicchieri: il bicchiere dovrebbe essere incolore, inodore e possibilmente di cristallo.
Questa regola non è un attentato alla fantasia ma un atto di buon senso e cultura del vino: chi beve può cogliere e godere meglio le sfumature del vino. Se avete voglia di colore, riservatelo ai vini da dessert.
I bicchieri a gambo lungo sono preferibili per evitare che le dita tocchino "la coppa", adibita a contenitore del vino; per scegliere bene però bisogna sapere qualcosa in più sulle caratteristiche del vino che andiamo a servire. Per i vini bianchi non servono bicchieri troppo grandi perché non hanno bisogno di molta ossigenazione.
La bocca non troppo ampia fa sì che si esaltino caratteristiche come freschezza e profumi di frutta a polpa bianca, incanalandosi più facilmente. Molto simili ma un po' più grandi sono quelli per i rossi non invecchiati che hanno il calice sempre lungo ma più svasato perché il bicchiere racchiuda il profumo di questi vini giovani e leggeri. Diverso è quando si tratta di vini rossi molto invecchiati, i cui profumi arrivano dal soggiorno di anni e anni in bottiglia: bicchieri "panciuti", base ampia che consenta una buona ossigenazione e uno sviluppo del profumo per meglio assaporare il bouquet.
Si chiamano Balloon e vanno usati anche per i vini molto pregiati quelli con il piede largo e lo stelo medio, belli da vedere, con la loro coppa generosa, quasi una mezza palla. Il dilemma arriva anche per il brindisi con champagne o spumante: il flûte per i secchi, slanciato che fa salire bene le bollicine in superficie, è ottimo per gli aperitivi, mentre per gli spumanti dolci è meglio il bicchiere a coppa: ricordate che questi bicchieri arrivano in tavola insieme allo spumante su un vassoio e non sono parte della mise en place iniziale.
Questo perché l'etichetta tende a bandire lo schema confusionale dei troppi bicchieri a tavola. Il numero perfetto è il tre: acqua, vino bianco e vino rosso da sistemare in alto a destra e in ordine decrescente dal piatto verso l'esterno. Se il menu prevede più vini, gli altri bicchieri staranno in vista su un tavolino di servizio e verranno messi al loro posto una volta tolti gli altri. Chiudiamo con un brindisi: non è obbligatorio alzarsi se non da parte di chi vuole intitolare il brindisi a qualcuno.
Si alzano i calici, impugnando lo stelo e non la coppa, ci si guarda negli occhi senza toccare l'uno il bicchiere dell'altro e senza dire "cin cin".
Gli astemi faranno il gesto e si bagneranno leggermente le labbra senza bere. Ultima regola, al femminile: le signore non si versano mai il vino da sole e se i loro cavalieri non si accorgono che è il momento di farlo, non è maleducato chiederlo. Un brindisi alle buone maniere.
|