ASSEMBLEA DEI SOCI 2012: Bilancio approvato e Statuto modificato
IL PROGRAMMA IIP L' innoVazione si fa concreta
I GI SALERNITANI A BRUXELLES CompetitivitÀ industriale,
crescita e occupazione
AREE INDUSTRIALI DISMESSE Quale futuro?
LA STAMPA AI TEMPI DI INTERNET Il dilemma aperto
tra tipografia e web
6˚ PREMIO BEST PRACTICES PER L'INNOVAZIONE
UN BRAND PER LE IMPRESE MIGLIORI
LA STAMPA AI TEMPI DI INTERNET
Il dilemma aperto tra tipografia e web
ENZO TODARO
Giornalista
IN DIFESA DEL MESTIERE PERCHÉ LA TECNOLOGIA HA CAMBIATO IL COME FARE IL GIORNALISTA, LA TECNOLOGIA, LA SCRITTURA, NON LA MISSIONE DI CHI SCRIVE
IL WEB COPRE E SPOGLIA. FA SENTIRE MENO SOLI TRA GLI ON LINE E TIRA AI FIANCHI DELL'EDITORIA COLPI BASSI. QUOTIDIANI, DURI A RESISTERE, PER NON MORIRE S'AFFACCIANO SUL WEB. DI PARI AL LAVORO IN EDICOLA, SCARNE, FORTI, STRONG, NOTIZIE, TITOLI E PAGINE AGGIORNATE
DI CONTINUO
Il caffé bevuto col "Mattinale" e due chiacchiere col "Piantone" per tirargli
una confidenza utile, un dettaglio, un particolare per completare il pezzo. In pagina giusto in tempo.
La ribattuta eccezionale. Un problema alla macchina in tipografia agita il direttore.
La busta del latte accanto ai manicotti del Proto....e per non bucare, solo la notizia, nelle cinque parole del titolo basso senza seguito e senza servizio.
Le ultime luci della notte spengono la cronaca di ieri. L'alba cresce lentamente.
È nuova cronaca del nuovo giorno.
Il ticchettio delle Olivetti si fa musica, cresce, prende corpo come note di spartito, nel Pastone e nei pezzi di rosa, di nera e di bianca. A sera, sempre più veloci, i tasti dello sport.
Le ultimissime le senti dalle battute e quasi le leggi.
Sul Corso, in certe ore, di gran lavoro in redazione, dalle finestre e dai balconi dei quotidiani arrivava la musica delle macchine da scrivere....
Perché per giornalisti come noi era come musica, anche quel girar, velocissimamente, il rullo per tirar via foglio e velina che ne attutiva, in copia, forza e peso del battere sui tasti.
In redazione, l'ultimo rimasto, aveva, con la notte, il compito, tacito, di non "bucare".
L'inviato dava il pezzo al telefono, trasmetteva a braccio.
Nel "Fuori Sacco" talvolta tutte le pagine con foto e fotini. Poi il telefax, le radio private e le tv, il fax, i primi computer, enormi, pesanti, ingombranti, lenti. Era solo ieri l'altro. L'editoria cominciava ad affannare. Poi, è cambiato tutto.
In ternet, il web e il mondo sempre con te.
Nelle redazioni gran lavoro silenzioso. Si digita. Si guarda. Si vede. Si tocca la cronaca. Si è, nelle cose che accadono, ovunque.
Il giornalista e il lettore. È la nuova cronaca del new deal.
News live e notizie calde in prima. Home page di fantomatici siti commerciali che raccontano tutto di quel che accade vicino e lontano.
Copia e incolla per sembrar completi di informazioni, utili e non. Non sono testate giornalistiche ma hanno visibilità nel web.
So di navigatori provati scioccati da false notizie e provetti navigatori che sanno piazzare bufale, e giornalisti che faticano, nel lavoro nobile, con poca paga, senza paga, sottopagati al tempo di internet. So di lettori che amano leggere solo se hanno il quotidiano tra le mani e si specchiano tra parole scritte, inchiostro, corsivi e richiami in grassetto, nel mondo, raccontato, di carta. Di odore di stampa che nausea ed inebria e di polpastrelli ombrati dal nero d'inchiostro ancora fresco, con tanto di firma dell'autore.
Pezzi che leggi e rileggi e lanci d'agenzie nelle news, tutte uguali.
Di navigatori che han messo in ginocchio la carta stampata. Gente senza Dio e navigatori senza patente. Usurpano, copiano, incollano, rimaneggiano, ripropongono. Un duro colpo al linguaggio giornalistico.
Nuovi codici e parole criptate. Sintesi estrema e secca comunicazione. Essenziale. Talvolta demenziale. Il web copre e spoglia.
Fa sentire meno soli tra gli on line e tira ai fianchi dell'editoria colpi bassi.
Quotidiani, duri a resistere, per non morire s'affacciano sul web. Di pari al lavoro in edicola, scarne, forti, strong, notizie, titoli e pagine aggiornate. Di continuo. Vive. Interattive anche.
Trovate giornalistiche che reggono la crisi e ritrovati giornalisti che si affannano con rinomati giornalisti a tener testa nel confronto. Carta stampata o sito internet? Tipografia o web?
E che ne è della carta stampata al tempo di internet come mi chiede CostoZero...?
La carta stampata resiste. Malgrado il clima di forte incertezza economica ci sono lettori che leggono, prima o dopo gli on line, più di un giornale. Eppure quel che rimane scritto è già vecchio nella visione globale della vita, ora, qui, di là e altrove.
C'è stato un cambiamento rapido, seppure lento nello scorrere delle varie e diverse trasformazioni. L'influenza della tecnologia ha dilatato la comunicazione, i rapporti, la scrittura e il pensiero pensante. La tecnologia ha cambiato il come fare il giornalista.
Non ha cambiato il mestiere o la missione del giornalista. Ha cambiato, la tecnologia, la scrittura.
Veloce, essenziale, secca di poche parole per una lettura rapida. Per una lettura che se ne dà con un'occhiata. Sguardo e presa d'occhio di quel che si cerca di sapere, di quel che interessa. Linguaggio chiaro, più chiaro e accessibile anche sulla stampa. Telegiornali al passo di internet e mai più d'un quotidiano scritto, dove leggi ogni particolare con dovizia di cronaca che nobilita sempre più il giornalista d'oggi. Frastornato dal silenzio dei new media, attento a non perder punti d'ascolto, tensione nel lavoro e il far vedere attraverso....le parole, le immagini e le tendenze sociali.
È sempre dietro la velocità il giornalista. Ogni giorno di più. Una corsa. Senza rete. Nella rete. In una ragnatela di interessi che penalizza l'operatore dell'informazione quanto il fruitore della notizia.
Una questione di risorse ma anche di competenze, di accesso e di cultura digitale che divide noi della vecchia Olivetti, gli internauti, i disconnessi (che sono ancora la maggioranza) e gli sconnessi che pur esistono sempre.
La tensione della velocità è l'adrenalina dei giovani giornalisti d'oggi come un tempo, sino a ieri, era la tensione dell'attesa e della ricerca della notizia. Si è oggi, nell'era digitale, perché c'è stato tutto quanto prima.
Nel bene e nel male. Avanti.
Nel futuro del presente di oggi perché oggi è il passato di ieri.
Dal Proto al web master...si dice così?....Dal televisore in bianco e nero alla tv on demand, in streaming, dalle "lenzuolate" del giornale in edicola a twitter...dagli Analfabeti di ieri agli Analfabeti di oggi.
La stessa divisione sociale tra chi sa e chi ignora. Tra chi leggeva e chi no.
Tra chi comprava "la mazzetta" dei giornali e faceva media lettore con chi all'edicola non si avvicinava neanche. Tra chi consulta la rassegna on line e chi non legge neanche i titoli in vetrina da Pierino, Mario, Matteo l'edicolante.
Tra chi ha e chi non ha....lavoro, strumenti per informare, comunicare, dialogare, vivere.
Tra tante crisi dell'editoria tenute, sin qui, sempre a vista mi piace sostenere anche "Ai tempi di internet".... giornali stampati e nuovi giornalismi.
Credere ancora nel sogno che ha avvinto la mia vita professionale: schiena dritta, mani pulite e poche parole per dire l'essenziale. Nuovi giornalismi. Nuovi Giornalisti, con schiena dritta, voce libera, tenacia, audacia e umiltà. Sempre. Un patrimonio di libertà!
|