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  Dicembre 2012

Articoli n?06
Luglio 2012
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di Alfonso Amendola Dip. di Scienze Politiche, Sociali e della Comunicazione, Università di Salerno - Direttore Artistico "Mediateca MARTE"




LICIO ESPOSITO
L'animazione e la cronaca

Una progettazione audiovisiva di grande azione e progressione creativa che ben è sintetizzata nella sua regia più recente: il cortometraggio illustrato "Munnizza" dedicato a Peppino Impastato e sua madre Felicia


Fin dalle sue "origini" Licio Esposito ha lavorato attorno all'immagine in movimento guardando al sistema espressivo audiovisivo nella sua totalità: stop-motion, video-home, installazioni multimediali, videoclip.
Su tutto, si badi bene, facendo prevalere sempre la tensione verso l'animazione, il disegno, l'immaginario cartoonistico.
Dalla vocazione amatoriale al rigore della professione il passo è stato immediato. Licio firma, subito a livello nazionale, soprattutto spot pubblicitari e avvia collaborazioni importanti nel panorama dell'audiovisivo.
Nel 1999 Esposito fonda la Cactus Film Produzioni e si sposta verso un circuito indipendente che nel tempo si rivolge sempre più verso quel "cinema autonomo", teorizzato da Roberto Silvestri, e che oggi rappresenta una delle soglie più profonde, necessarie e "militanti" del cinema contemporaneo.
A tutto questo va aggiunto la dimensione performativa di Licio, che nell'incrocio disciplinare di differenti forme di spettacolo (tra danza e teatro, tra musica e videopoesia) elabora degli straordinari live con la sabbia: ovvero "visioni di sabbia", tecnica utilizzata soprattutto nei cortometraggi in animazione. Parlare del lavoro di Licio Esposito significa entrare nel cuore vivo di una progettazione audiovisiva di grande azione e progressione creativa. Un processo che ritroviamo nella sua regia più recente: il cortometraggio illustrato "Munnizza" dedicato a Peppino Impastato e sua madre Felicia.
Il cortometraggio, coordinato da Paola Vacca in collaborazione con l'Associazione "casa memoria Felicia e Peppino Impastato", è illustrato da Marta Dal Prato che ha firmato il soggetto assieme allo stesso Licio Esposito ed è una storia di passione e politica centrata su Peppino Impastato (di cui compaiono diverse poesie, interpretate da Andrea Satta).
La storia, disegnata nelle prevalenti tonalità di un blu elettrico e nell'ombra di un'inquietudine chiaroscurale, è un viaggio memoriale nella biografia del giornalista e militante politico siciliano ucciso dalla mafia il 9 maggio del 1978. Il cortometraggio è per noi l'occasione di ritrovare un'idea di cinema a metà strada tra la linea della graphic novel e il "sentire" politico.
Licio Esposito nella sua regia sa afferrare, mediante il racconto dell'animazione, i dati della realtà che neppure il documentario più asciutto e rigoroso riuscirebbe mai ad ottenere.
La macchina cinematografica di Esposito diviene una sorta di prolungamento della narrazione giornalistica ricostruendo un percorso vivo e fatale dove compaiono situazioni, personaggi, paesaggi, incontri che effettivamente hanno circondato il mondo di Peppino Impastato.
L'occhio-obiettivo di Licio Esposito non dimentica mai una sorta di "manualità", di vigore artigianale e di fisicità del disegno. Spesso si sofferma su particolari che tematizzano perfettamente la situazione che lentamente andrà ad esplodere.
La "fame" d'immagini che ogni filmaker deve necessariamente avere, viene qui colmata da un riprendere convulso, spietato, senza remore né retoriche.

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