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  Dicembre 2012

Articoli n?06
Luglio 2012
EDITORIALE - Home Page
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TAGLI E IMPOSTE PENALIZZANO IL SUD

Occorre una nuova responsabilità civica

NEL MEZZOGIORNO OCCORRE RIPARTIRE DA DUE PRINCIPI FONDAMENTALI: TAGLI MASSICCI ALLA SPESA E ATTIVAZIONE OPERATIVA DEI FONDI STRUTTURALI EUROPEI DISPONIBILI. BISOGNA DARE UNA SCOSSA POSITIVA ALLE PUBBLICHE AMMINISTRAZIONI STIMOLANDOLE ALL'EFFICIENZA MA, SOPRATTUTTO, AD ACQUISIRE UNA NUOVA RESPONSABILITÀ CIVICA, PRIMA ANCORA CHE ISTITUZIONALE E POLITICA, ELIMINANDO DEFINITIVAMENTE DANNOSI "VUOTI" DI POTERE DECISIONALE

Mauro Maccauro
Presidente Confindustria Salerno


In tempi di crisi strutturale dell'economia europea e globale è evidente che i riflessi sui sistemi locali in ritardo di sviluppo siano molto pesanti, al limite della sopportazione da parte di famiglie e imprese.
Lo studio della Svimez – commentato dal vicedirettore Luca Bianchi in questo numero di CostoZero – rileva alcuni aspetti che sottolineano, con la forza dei numeri, come la riduzione degli investimenti accoppiata all'aumento della pressione fiscale non possa fare altro che deprimere le dinamiche non solo della crescita, ma della pura sopravvivenza in quelle regioni che stentano ad avviare politiche di convergenza con le aree più avanzate. Solo qualche dato per capire esattamente le dimensioni negative dello scenario all'interno del quale ci stiamo muovendo.
Le quattro manovre effettuate nel 2010 e nel 2011 e approvate dal precedente e dall'attuale Governo hanno avuto un impatto complessivo sul Pil più pesante nel Mezzogiorno rispetto al Centro Nord.
Il peso cumulato che le maggiori entrate hanno sul Pil è sostanzialmente uniforme sull'intero territorio nazionale. Come è noto nel Centro Nord pesa maggiormente l'imposizione diretta, al Sud quella indiretta, ma complessivamente le imposte hanno una maggiore incidenza sul Pil delle aree meridionali perché le indirette (dentro le quali figura anche l'Imu) pesano per 43 miliardi e le dirette per 11.
Ultimo, ma non meno fondamentale riferimento ai numeri, è quello al taglio delle spese per investimenti, che penalizza il Mezzogiorno, in particolare per la forte riduzione delle risorse del Fas attuata con successivi interventi dal Governo precedente (oltre 300 milioni nel 2011, oltre 2 miliardi nel 2012, circa 4 miliardi nel 2013).
Il peso dei soli tagli agli investimenti sul Pil nel 2012 è pari a mezzo punto percentuale in Italia, di cui lo 0,4% nel Centro Nord e lo 0,9% al Sud. In cifra fissa vuol dire che nel triennio 2011/2013 le manovre correttive di finanza pubblica comporteranno una riduzione delle spese per investimenti di 4,4 miliardi al Sud. Se questo è il contesto, è chiaro che nel Mezzogiorno (ma non solo) occorre ripartire da due principi fondamentali: tagli massicci alla spesa (spending review) e attivazione operativa dei fondi strutturali europei disponibili.
Si tratta, cioè, di dare una scossa positiva alle Pubbliche Amministrazioni stimolandole all'efficienza ma, soprattutto, ad acquisire una nuova responsabilità civica, prima ancora che istituzionale e politica, eliminando definitivamente dannosi "vuoti" di potere decisionale.
É in questo senso che il ruolo delle associazioni categoriali può assumere ulteriore spessore: indicare potenziali soluzioni, segnalare e denunciare ritardi, sprechi, inspiegabili "assenze" rispetto a provvedimenti che potrebbero essere sbloccati nel giro di pochi giorni.
Non ci sono altre soluzioni, la vera filiera da costruire è quella dell'unità di intenti: pubblico e privato insieme, rispettando i ruoli, ma non perdendo mai di vista l'obiettivo di uscire veramente dalla crisi e di avviare percorsi di crescita condivisi e duraturi.

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