ARCHIVIO COSTOZERO

 
Cerca nel sito



Vai al numero in corso


  Dicembre 2012

Articoli n?03
Aprile 2012
PRIMO PIANO ECONOMIA - Home Page
stampa l'articolo stampa l'articolo


BOCCIA: «Dobbiamo proseguire sulla strada delle riforme»

SANITÀ: «Occorre un massiccio controllo centrale»

È legge il dl AMBIENTE

Riforma del LAVORO Cosa cambia


BOCCIA: «Dobbiamo proseguire sulla strada delle riforme»

Negli ultimi quindici anni il Paese ha preferito "vivacchiare" con piccoli aggiustamenti, piuttosto che investire in un progetto di lungo periodo come fatto invece dalla Germania. Oggi non ci è più concesso, come dimostrato dalla crisi dei debiti sovrani

di Raffaella Venerando


Vincenzo Boccia
Presidente Piccola Industria Confindustria

Presidente, partiamo dal credito: è stato raggiunto nelle scorse settimane l'accordo per
una nuova moratoria, l'ultima. Quali i dettagli dell'intesa?

Prima di tutto è giusto ricordare che la moratoria firmata il 28 febbraio scorso con l'ABI e con le altre associazioni di rappresentanza delle imprese prosegue il grande lavoro di attenzione ai fondamentali del nostro sistema produttivo cominciato nel 2009 con il primo accordo.
Tradotto in numeri, infatti, quest'ultimo ha significato sospensioni di rate di debito per 65 miliardi di euro a beneficio di oltre 225mila imprese. Una boccata d'ossigeno preziosa, tenuto conto della congiuntura economica che attraversiamo.
Le nuove misure per il credito si suddividono in operazioni di sospensione dei finanziamenti, di allungamento e di promozione della ripresa. Le prime consentono per l'appunto di sospendere per dodici mesi il pagamento della quota capitale sia delle rate dei finanziamenti a lungo termine, sia dei canoni di operazioni di leasing immobiliare (per quelle mobiliari la durata è di sei mesi).
Le seconde permettono di allungare la durata dei mutui fino a un massimo di due anni per quelli chirografari e di tre per quelli ipotecari, nonché di ritardare le scadenze a breve termine per esigenze di cassa fino a 270 giorni. Nelle operazioni di promozione, infine, le banche possono concedere dei finanziamenti proporzionali ad aumenti di capitale effettuati dall'impresa.
Tutte le modalità descritte non comportano spese aggiuntive e, cosa molto importante, nel caso delle sospensioni e dell'allungamento delle anticipazioni su crediti vengono realizzate allo stesso tasso di interesse del contratto originario.

Quanto tempo hanno le imprese per poter beneficiare della moratoria?

La domanda deve essere presentata entro il 31 dicembre 2012 e al momento della richiesta l'impresa deve essere "in bonis", cioè non deve avere sofferenze, partite incagliate, esposizioni ristrutturate o esposizioni scadute/sconfinanti da oltre novanta giorni, né procedure esecutive in corso.
Le banche, dal canto loro, assicurano una risposta entro trenta giorni dalla presentazione della domanda.

Si chiede la collaborazione delle banche, quindi, ma non solo. Anche le parti sociali, i sindacati e le imprese, dovranno fare la propria parte…
È l'appello che il presidente del Consiglio Monti rivolge al Paese dal primo giorno del suo insediamento e che ha ribadito anche a Milano qualche settimana fa a conclusione del convegno del nostro Centro Studi. «Ognuno deve cedere qualcosa», ha detto e le posso garantire che Confindustria condivide pienamente questa indicazione di metodo.
Del resto, se negli ultimi quindici anni l'Italia è cresciuta poco, è perché "l'etica del particulare" ha prevalso nei comportamenti e le riforme che occorrevano non sono state fatte; il Paese ha preferito "vivacchiare" con piccoli aggiustamenti, piuttosto che investire in un progetto di lungo periodo come ha scelto invece la Germania.
Oggi non possiamo più permetterci tale comportamento e la crisi dei debiti sovrani lo ha ampiamente dimostrato. Per questo è importante proseguire sulla strada delle riforme avviata dal Governo.

Sul fronte internazionalizzazione, invece, l'accordo con Intesa Sanpaolo dovrebbe ridare fiato alle Pmi mettendo loro a disposizione un plafond di 500 milioni.

Quali i requisiti per accedervi e quali gli obiettivi?
L'internazionalizzazione, intesa sia in termini di esportazioni che di investimenti all'estero, rappresenta per la piccola e media impresa italiana una prospettiva irrinunciabile, soprattutto in un momento in cui la domanda interna è debole e non si avvertono segnali di ripresa a breve.
Ma è un campo in cui non si può improvvisare perché la concorrenza è forte e agguerrita.
L'accordo fra Piccola Industria e Intesa Sanpaolo ha l'obiettivo di accompagnare le imprese nei mercati esteri, supportandole con un insieme di prodotti e servizi studiati per rispondere alle diverse esigenze: dal finanziamento a medio lungo termine alla ricerca di partner industriali, dalla copertura rischi alla consulenza per la costituzione di società in loco, solo per fare qualche esempio.
Possono accedervi tutte le imprese, indipendentemente dal settore di appartenenza, e non sono richiesti requisiti specifici.

Ritardo dei pagamenti alle imprese da parte della PA: quanto siamo vicini a una svolta?
Possiamo dire che vi è una rinnovata attenzione al problema. Ad esempio, a marzo l'ABI e la Cassa depositi e prestiti hanno firmato una convenzione che mette a disposizione delle piccole e medie imprese un plafond di dieci miliardi di euro. Otto sono destinati a facilitare l'accesso al credito, gli altri due invece fanno parte del cosiddetto "Plafond Crediti verso la Pubblica amministrazione": in pratica le banche potranno erogare finanziamenti relativi a operazioni di cessione di "pro soluto" di crediti certificati dalla Pubblica amministrazione, che dovranno essere pagati entro dodici mesi dalla data di certificazione.
Tale accordo rappresenta un primo passo nella giusta direzione, ma dobbiamo al tempo stesso ricordare che non si applica sui debiti sanitari che, come noto, sono la vera spina nel fianco delle imprese. Secondo stime prudenziali, infatti, su un totale di circa 70 miliardi di euro di crediti vantati verso la Pubblica amministrazione, circa il 60% riguarda il comparto sanitario. Per questo motivo fra le prime misure da adottare occorre estendere anche a questo settore la certificazione dei crediti prevista dalla legge di stabilità; bisogna poi modificare le regole del patto di stabilità interno per consentire agli enti locali virtuosi di liberare risorse e, ancora, è necessario accelerare l'applicazione di una norma contenuta nel dl 78/2010 che consente alle imprese di compensare i crediti con i debiti iscritti a ruolo.
Esiste naturalmente un problema di risorse e va riconosciuto al Governo il fatto di avere stanziato con il decreto liberalizzazioni già dei primi fondi. Per utilizzarli occorre completare alcuni passaggi normativi, come ad esempio nel caso dei crediti commerciali che possono essere sì pagati anche mediante titoli di Stato ma per i quali si è in attesa di un decreto che ne definisca le modalità.
Infine, auspichiamo che il Governo recepisca in tempi brevi la Direttiva europea sui ritardi di pagamento, nella quale si stabilisce che la Pubblica amministrazione deve pagare i propri fornitori entro un massimo di 60 giorni.

Il ministro delle Attività Produttive Corrado Passera non pensa a politiche ad hoc per le imprese del Mezzogiorno.
Eppure le differenze di contesto e di "trattamento" avutesi negli anni scorsi ci sono e sono rilevanti. Condivide questa posizione?

Condividiamo la visione generale che vi è alla base, ovvero il Mezzogiorno non ha bisogno di politiche speciali perché i suoi problemi sono gli stessi di tutto il Paese, con la sola differenza che qui presentano una maggiore gravità. Basta fare pochi esempi: disoccupazione, insufficiente dotazione infrastrutturale, penuria di investimenti esteri e non. Chi oggi potrebbe sostenere in buona fede che si tratta di problemi esclusivi del Mezzogiorno?
Una volta precisato questo, ne consegue però che alle classi dirigenti del Mezzogiorno è richiesto uno sforzo supplementare per colmare i divari esistenti con le regioni settentrionali. Tale impegno può partire ad esempio da un migliore utilizzo delle risorse comunitarie, quali il Fondo sociale europeo e il Fondo europeo di sviluppo regionale. Le risorse stanziate per l'Obiettivo Convergenza che come sappiamo comprendono anche un co‑finanziamento dello Stato pari a circa il 50% ammontano in totale a 43 miliardi di euro per il periodo 2007‑2013. Francamente appare un'opportunità sprecata che a un anno dalla conclusione del programma il livello di attuazione complessivo sfiori a malapena il 20% per i pagamenti e il 47% per gli impegni.




LA MORATORIA IN PILLOLE

Al fine di sostenere le imprese in un momento di congiuntura economica recessiva e di
scarsa liquidità, il 3 Agosto del 2009 fu sottoscritto un accordo tra il Ministero dell'Economia e delle finanze, l'ABI e le Associazioni delle imprese, tra cui Confindustria, che consentiva alle aziende capaci di documentare la "continuità aziendale", di sospendere per 12 mesi le rate dei mutui o dei leasing. Il 28 febbraio 2012 questo accordo è stato rinnovato.
Questi i punti salienti: a) sospensione per 12 mesi della quota capitale delle rate di mutuo e per 12 o 6 mesi della quota capitale prevista nei canoni di leasing "immobiliare" e "mobiliare". Possono essere sospese le rate di mutui e leasing che non abbiano già usufruito della sospensione prevista dall'Avviso del 3 agosto 2009 e che non siano scadute da più di 90 giorni. b) allungamento della durata dei mutui, posticipo fino a 270 giorni delle scadenze a breve termine relative ad anticipazioni bancarie su crediti certi ed esigibili e allungamento fino ad un massimo di 120 giorni delle scadenze del credito agrario di conduzione. Possono essere ammessi alla richiesta di allungamento i mutui che non abbiano beneficiato di analoga facilitazione secondo quanto previsto dall'Accordo per il credito alle pmi del 16 febbraio 2011. Possono essere ammessi all'allungamento anche i mutui sospesi al termine del periodo di sospensione.
Possono beneficiare di queste agevolazioni le piccole e medie imprese che: hanno un numero di dipendenti a tempo indeter‑minato o determinato non superiore a 250 unità e un fatturato annuo minore di 50 milioni di euro (oppure un totale attivo di bilancio fino a 43 milioni di euro); nonostante le diffcoltà finanziarie temporanee dovute alla crisi hanno adeguate prospettive economiche e di continuità aziendale; non hanno nei confronti dalla banca "sofferenze" "partite incagliate", "esposizioni ristrutturate" o "esposizioni scadute/sconfinanti" da oltre 90 giorni.

Le domande vanno presentate entro il 31 dicembre 2012. Le domande di allungamento dei mutui che a questa data dovessero essere ancora in sospensione potranno essere presentate entro il 30 giugno 2013.

Le banche si impegnano a fornire una risposta di norma entro 30 giorni.


NESSUNA MAGGIORAZIONE DI TASSO
Le operazioni di sospensione del pagamento delle rate non possono comportare un aumento dei tassi praticati rispetto al contratto originario, non determinano l'applicazione di interessi di mora e/o di commissioni e spese di istruttoria e vengono effettuate senza richieste di garanzie aggiuntive.

Per maggiori info, è possibile rivolgersi a MARCELLA VILLANO, AREA SERVIZI ALLE IMPRESE CONFINDUSTRIA SALERNO tel. 089.200841 m.villano@confindustria.sa.it


BANCO DI NAPOLI E CONFINDUSTRIA SALERNO RINNOVANO L'ACCORDO PER LO SVILUPPO DELLE PMI: PER LA CAMPANIA 800 MILIONI DI EURO

L' obiettivo comune è il continuo sostegno allo sviluppo delle piccole e medie imprese, che rappresentano la struttura portante del sistema produttivo campano.
Si rafforza ancor di più la collaborazione tra Confindustria Salerno e il Banco di Napoli, che hanno ratificato l'accordo nazionale che prevede un plafond di 10 miliardi di euro per le imprese italiane.
A livello Campania l'accordo prevede un plafond di 800 milioni di euro.
L'accordo è stato presentato il 27 marzo scorso nella Sede di Confindustria Salerno in via Madonna di Fatima 194, alla presenza di Mauro Maccauro, Presidente di Confindustria Salerno, Roberto Magliulo, Presidente del Comitato Piccola Industria di Confindustria Salerno, Giuseppe Castagna, Direttore Generale del Banco di Napoli, Fabio Murino, Coordinatore del Mercato Imprese dell'Area Campania del Banco di Napoli, Maria Cristina Bertellini, Vice Presidente della Piccola Industria di Confindustria, Marco Ghio, di Prodotti di Raccolta e Sistemi di Pagamento di Intesa Sanpaolo, Leonardo Dini, di Sviluppo Internazionalizzazione Imprese di Intesa Sanpaolo.
I punti decisamente innovativi dell'accordo sono tre: la valorizzazione delle persone che lavorano in azienda con il sostegno alla formazione dei dipendenti e allo sviluppo occupazionale, gli interventi di finanza straordinaria e razionalizzazione organizzativa (Lean Management), i finanziamenti e la consulenza per una maggiore efficienza energetica ed eco‑sostenibilità dell'azienda.

Capitale umano
Si pone in grande evidenza l'importanza delle persone che lavorano in azienda, quello che viene definito "capitale umano": un patrimonio che può essere ulteriormente valorizzato sia attraverso finanziamenti come Formazione e Lavoro, destinato agli investimenti nel campo della formazione, del welfare aziendale e dello sviluppo occupazionale, sia attraverso iniziative di formazione mirate.
Banco di Napoli, con Intesa Sanpaolo Formazione, sostiene i progetti formativi delle imprese a partire dall'analisi dei bisogni alla fase di erogazione vera e propria fino al monitoraggio e valutazione dei risultati.
Il Gruppo Intesa Sanpaolo ha inoltre firmato un accordo con Fondimpresa, il più importante fondo interprofessionale in Italia per la formazione continua, che conta oltre 62.000 imprese associate. Grazie a Fondimpresa le aziende possono disporre di un "conto formazione" che rende direttamente disponibili il 70% dei contributi versati all'INPS per la formazione prevista dalla legge: Intesa Sanpaolo, con le sue banche del territorio, anticipa i contributi accantonati dall'azienda sul "conto formazione" fino all'80% dell'importo e per una durata di 15 mesi.
Con Finanziamento Gestione Business Fondimpresa la Banca risponde invece a necessità personalizzate di finanziamento fino ad un massimo di 100.000 euro.

Crescita dimensionale

Per accelerare il processo di crescita il Banco di Napoli, attraverso il Gruppo Intesa Sanpaolo, offre la possibilità di avvalersi delle più innovative soluzioni di finanza straordinaria (acquisition finance, project financing, real estate financing, cartolarizzazioni, Equity Capital Market, M&A, Advisory).
E' un settore nel quale il Gruppo attraverso società specializzate come Banca IMI ha realizzato negli anni grandi casi di successo e che ora mette a disposizione delle PMI italiane.
L'accordo dedica un'attenzione specifica anche ai progetti di razionalizzazione organizzativa e al cosiddetto Lean Management. Intesa Sanpaolo si impegna a fornire consulenza e attività di formazione per gli imprenditori che vogliano far propria l'impostazione del Lean Thinking e definirne la possibile applicazione in azienda. Per i piani di riorganizzazione interna così come per le necessità di sostenere le vendite sono disponibili linee di credito sia a breve sia a mediolungo termine.

Effcienza energetica ed eco‑sostenibilità
Informazioni, servizi e finanziamenti per accompagnare le imprese che vogliono intraprendere la strada della sostenibilità energetica e coglierne i vantaggi economici rappresentano un articolato capitolo dell'accordo.
Il Banco di Napoli è in grado infatti di sostenere imprese di qualsiasi settore che investono nell'energia "verde" e nella tutela ambientale: eco‑turismo, eco‑sharing, effcienza energetica, certificazioni ambientali, sicurezza sul lavoro, bio‑edilizia. Nel 2010 il Gruppo Intesa Sanpaolo ha erogato finanziamenti "verdi" per oltre 3,3 miliardi di euro. Gli interventi possibili spaziano dalla semplice installazione di pannelli fotovoltaici alla realizzazione di impianti più complessi, anche attraverso formule di leasing.
Le imprese che intendono realizzare investimenti nel settore energetico possono avvalersi della consulenza di un desk specialistico di Mediocredito italiano, società del Gruppo dedicata allo sviluppo delle pmi. Gli altri punti dell'accordo Con questo nuovo accordo si intendono rinsaldare ulteriormente il patto per lo sviluppo tra Impresa, Banca e Territorio valorizzando tutte le potenzialità di crescita delle pmi italiane.
L'impegno comune è di sostenere gli imprenditori in settori strategici come la costituzione delle Reti d'impresa e la realizzazione di altre forme di alleanza, l'innovazione e la ricerca, l'internazionalizzazione. "Fare rete" per aumentare la massa critica, avere maggiore forza sul mercato, migliorare le possibilità di accesso al credito: è una scelta che molte aziende hanno già fatto e che sta destando crescente interesse.
Il Gruppo Intesa Sanpaolo, che ha accompagnato la realizzazione delle prime Reti d'Impresa italiane, mette a disposizione team territoriali di specialisti del Mediocredito italiano che forniscono assistenza legale, creditizia e tecnica oltre al supporto nella ricerca di partner industriali. Sul versante del credito, la Banca si impegna a valutare le necessità di finanziamento delle aziende impegnate in un contratto di rete o in altre forme di aggregazione con la massima considerazione per gli evidenti vantaggi che ne derivano e la capacità di creare valore nel tempo.
Il Banco di Napoli finanzia i progetti di ricerca, sviluppo e innovazione delle imprese: dall'acquisto di nuove tecnologie al miglioramento dei sistemi informativi, all'innovazione di prodotti e processi.
La società del Gruppo Intesa Sanpaolo Eurodesk offre alle imprese italiane consulenza per accedere alle opportunità di finanziamento a fondo perduto e agevolato dell'Unione Europea nonché assistenza per partecipare direttamente ai grandi progetti di ricerca europei. Per consentire alle imprese di ripensare il proprio mo‑ dello di business in un'ottica internazionale il Banco di Napoli agisce su tre fronti: offerta finanziaria, servizi di consulenza, supporto territoriale. Desk specialistici per Cina, Americhe, Asia, EuroMed‑Africa, Est Europa si occupano di scouting dei mercati, ricerca di partner industriali, pianificazione e realizzazione di investimenti all'estero.
I finanziamenti disponibili consentono di cogliere le opportunità sui mercati ma anche di "mitigarne" i possibili rischi con prodotti di copertura. Il dialogo tra Impresa, Banca e Territorio L'intesa siglata a livello nazionale è la terza fase di un percorso che Confindustria Piccola Industria e Intesa Sanpaolo hanno intrapreso a partire dal 2009 con un primo impegno comune per garantire la liquidità necessaria alle imprese colpite dalla crisi. A settembre 2010 un nuovo accordo ha confermato le misure adottate un anno prima e, nel contempo, ha rilanciato la competitività delle imprese italiane incentivando gli investimenti in ricerca e sviluppo e per l'internazionalizzazione, motori decisivi per far ripartire la crescita. Per attuare questo percorso comune Confindustria e Intesa Sanpaolo si sono impegnate a migliorare e a rafforzare il dialogo e ad agevolare in modo significativo l'accesso al credito.
Dopo il Diagnostico e il Simulatore, previsti dall'accordo 2010, la nuova intesa compie un ulteriore passo avanti con la Presentazione commerciale, uno strumento a disposizione dei Gestori Imprese che analizza e sintetizza una serie di indicatori economici quantitativi, quali le prospettive macroeconomiche, il settore di riferimento, il posizionamento dell'azienda, e che individua le potenziali aree di sviluppo.
Ascolto e dialogo hanno contraddistinto anche la declinazione territoriale degli accordi, che lo scorso anno ha toccato 85 città e coinvolto circa 10.000 imprese. Un'esperienza che prosegue con il road show 2011‑2012 con il massimo coinvolgimento delle strutture territoriali di Confindustria, di Intesa Sanpaolo con la Banca dei Territori e dei Confidi.

Per maggiori dettagli sull'accordo, è possibile rivolgersi a MARCELLA VILLANO, AREA SERVIZI ALLE IMPRESE CONFINDUSTRIA SALERNO tel. 089.200841 m.villano@confindustria.sa.it

Download PDF
Costozero: scarica la rivista in formato .pdf
Aprile - 1.820 Kb
 

Cheap oakleys sunglassesReplica Watcheswholesale soccer jerseyswholesale jerseysnike free 3.0nike free runautocadtrx suspension trainingbuy backlinks
Direzione e Redazione: Assindustria Salerno Service s.r.l.
Via Madonna di Fatima 194 - 84129 Salerno - Tel. (++39) 089.335408 - Fax (++39) 089.5223007
Partita Iva 03971170653 - redazione@costozero.it