| CRESCITA, un percorso solo avviato
É fuori discussione che molto sia stato fatto ma altrettanto resta da fare, specie in merito alla questione credito
Sarebbe urgente risolvere il problema del ritardo dei pagamenti da parte della PA. Abbiamo accolto, infatti, con allarmismo il dato fotografato dal monitoraggio effettuato presso le nostre aziende associate sull'entità dei crediti sospesi da parte della PA: 70 milioni di euro che rendono bene l'idea della dimensione del problema
 Mauro Maccauro
Presidente Confindustria Salerno
Siamo passati mutuando le parole del nostro Premier dalla necessità di "salvare" il Paese, all'esigenza di favorirne la "crescita".
É fuori discussione che molto sia stato fatto.
Tuttavia, è forte la sensazione che resti qualcosa di pericolosamente incompiuto nel percorso che dovrebbe oliare i meccanismi della rinascita economica della Nazione, soprattutto nelle nostre aree.
Tanto per cominciare, sarebbe urgente risolvere il problema del ritardo dei pagamenti da parte della Pubblica Amministrazione.
Abbiamo accolto, infatti, con allarmismo il dato fotografato dal monitoraggio effettuato presso le nostre aziende associate sull'entità dei crediti sospesi da parte della PA: 70 milioni di euro che rendono bene l'idea della dimensione del problema. Rischiamo, così, di vedere aziende che muoiono di troppi crediti, oltre che di debiti. Nessuno può ignorare, allora, che non si può parlare seriamente di crescita in un contesto così pesantemente rallentato dai ritardi di chi, invece, dovrebbe contribuire ad alimentare un senso di fiducia nell'economia.
Chi ha seguito le iniziative delle ultime settimane intraprese da parte della nostra Territoriale, ha avuto modo di vedere che, sul tema, ci stiamo attivando per la costituzione di un tavolo di lavoro fra Confindustria Salerno, ABI, ANCI e tutti gli altri Enti potenzialmente interessati per competenza, al fine di individuare proposte e strumenti operativi.
Ci conforta vedere che il Governo si stia impegnando per soluzioni "ponte", attraverso ipotesi di cessioni "pro solvendo" del credito alle banche.
Resta da vedere però quanto "costerebbe" alle già malcapitate imprese aderire a tali ipotesi di cessione. Un aiuto potrebbe senz'altro derivare dal recepimento della direttiva comunitaria (2011/7/UE) che impone alla PA di pagare i propri debiti verso le imprese entro un massimo di 60 giorni, recepimento integrale che dovrà essere realizzato entro il 15 novembre 2012 come prescritto dallo Statuto delle Imprese. Sarebbe un passo fondamentale per dare impulso a quella ormai improrogabile opera di ristrutturazione delle insoddisfacenti procedure di pagamento della Pubblica Amministrazione.
Un'altra soluzione aggiuntiva, poi, potrebbe essere la compensazione tra debiti e crediti verso lo Stato: si potrebbe commutare una parte dei debiti che le aziende hanno contratto a scomputo nei crediti che le imprese hanno verso la stessa PA per prestazioni di servizio o altro in imposte, realizzando una "semplice" operazione di saldo tra il dovuto e quanto invece si deve riscuotere. Per le imprese non si aggiungerebbe così al danno di non vedersi riconosciuti i corrispettivi nei tempi, la beffa di vedersi invece richiedere il pagamento tempestivo tributi e tasse.
Restando in argomento, le novità in tema di moratoria dei debiti verso banche e istituti di credito, internazionalizzazione e rateazione dei debiti iscritti a ruolo – cui sono dedicati ampi approfondimenti nel contesto della rivista – sono certamente accattivanti. Mentre scrivo questo editoriale, però, ad oltre un mese dalla firma dell'accordo, non è stato ancora possibile ricevere notizie certe sulle possibilità e le modalità di adesione alla moratoria da parte dei principali istituti di credito e società di leasing, col pericolo che "mentre il medico riflette sulla cura, il malato muoia". |
