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  Dicembre 2012

Articoli n?03
Aprile 2012
ENERGIA - Home Page
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Biomasse e AGROENERGIE

Il ruolo dell'Azienda Sperimentale della Regione Campania IMPROSTA

di Vincenzo Pellecchia, Sustainable Manager

Si fa sempre più sentito e attuale il dibattito nazionale intorno allo sviluppo delle Fonti di energia rinnovabile, specie sulle tipologie da perseguire anche in tema di nuova occupazione e di rispetto dell'ambiente soprattutto dopo il Referendum dello scorso anno che ha sancito l'abbandono della opzione nucleare.
In Italia si sono già installati (stima 2011) impianti fotovoltaici per 12.750 MW di potenza, mentre per le Bioenergie, (date dalla valorizzazione delle biomasse solide, dal biogas e dai bioliquidi), il valore si attesta su poco più di 3.000 MW di potenza installata.
Ma il dato interessante è che se spostiamo l'attenzione sull'energia prodotta il rapporto si ribalta: per le Bioenergie abbiamo una produzione di 11.320 GWh, mentre per il fotovoltaico 10.730 GWh pur con una potenza installata ben quattro volte superiore.
Il Mezzogiorno e una regione come la Campania possono contribuire molto di più alla rivoluzione verde delle fonti energetiche derivanti dallo sfruttamento delle biomasse.
Soprattutto attraverso le tante aziende agricole sul territorio, visto che i loro scarti colturali e reflui zootecnici, in uno alle colture espressamente dedicate a finalità energetiche, sono di estremo interesse per il settore delle rinnovabili, sempre più strategico per il futuro del Paese.
Gli indirizzi comunitari per la attuale programmazione di sviluppo rurale hanno spinto sin dall'inizio verso la promozione di nuove fonti di reddito agricolo, come la produzione delle biomasse.


Azienda Improsta - Il palazzo

Infatti proprio nel Reg. CE 1698/05 si evidenzia la necessità di «incentivare i miglioramenti nei settori della trasformazione e della commercializzazione dei prodotti agricoli e forestali primari sostenendo gli investimenti finalizzati a rendere tali settori più efficienti, a promuovere la produzione di energie rinnovabile da biomasse agricole e forestali, ad introdurre nuove tecnologie ed innovazione, ad aprire nuovi sbocchi di mercato».
Tra gli obiettivi del PSR (Programma di Sviluppo Rurale) 2007‑2013 della Regione Campania nel settore della biomassa vi sono: incentivare il ricorso alla consulenza e alla formazione nel campo della produzione di materie prime a finalità energetica o di energie da biomassa; classificare la biomassa combustibile e le relative migliori tecnologie per l'utilizzazione; sostenere l'utilizzo forestale dei terreni a scopo energetico, mediante erogazione di contributi alle specie a rapido accrescimento coltivate a breve durata (Short Rotation Forestry); stimolare la raccolta e il conferimento di biomasse ad elevato potenziale energetico concentrate in particolari distretti territoriali; incentivare la produzione di impianti per la produzione di energia termica e/o elettrica alimentati da biomasse agro‑forestali; incentivare il recupero di biogas prodotto da biomasse agricole e da effluenti zootecnici.
Vi sono altre due importanti misure anche di carattere ambientale: l'imboschimento di terreni agricoli e quello di superfici non agricole che, tra gli obiettivi, hanno quello strategico dell'attenuazione dei cambiamenti climatici in applicazione del protocollo di Kyoto; in entrambe le misure sono previsti premi per imboschimenti con specie a rapido accrescimento per la produzione di biomassa a fini energetici.



Azienda Improsta - Caldaia a biomasse


La Piana del Sele è l'area più importante della Campania, assieme alla provincia di Caserta, per le attività zootecniche, rappresentate prevalentemente dall'allevamento bufalino, per la produzione di mozzarella di bufala e degli altri prodotti lattierocareari.
In evidenza è il Progetto RAMSES: "Risorse Agro‑Forestali‑Energetiche per il Mezzogiorno e lo Sviluppo Economico Sostenibile", uno dei progetti interregionali approvati dal MI.P.A.F. nel 2001 in attuazione del PRO.BIO. Programma Nazionale Biocombustibili, tra le Regioni Campania, Calabria e Basilicata, con il supporto tecnico dell'ITABIA, Italian Biomass Association.
Nella prima fase in Campania c'è stata la realizzazione di un impianto termico dimostrativo a legno cippato presso l'Azienda agro‑forestale sperimentale Improsta di proprietà della Regione Campania, proprio nella Piana del Sele, ad Eboli in provincia di Salerno; il relativo impianto di teleriscaldamento composto da: caldaia a legno cippato con potenza di 290 KW alimentata con short rotation forestry (colture forestali energetiche a ciclo breve) in circa 20 ettari di estensione, SRF che forniscono circa 57 tonnellate di legno cippato per alimentare la caldaia e riscaldare le varie unità: il Palazzo, il Centro Studi, la Casiola, la Guanaleria, 2 serre oltre che la produzione di acqua calda sanitaria.
A questo è seguito il progetto Ramses II Campania: Impianto dimostrativo per la produzione di energia elettrica e termica da fonte rinnovabile: biogas, ottenuto dalla digestione anaerobica dei reflui zootecnici prodotti dall'allevamento di bufale.
L'obiettivo del Progetto è realizzare un impianto al fine di divulgare l'utilizzo di reflui zootecnici come fonte di biogas, con i vantaggi economico‑ambientali già dimostrati, in generale, nell'ambito del RAMSES Fase I. Qualche cenno storico: nel 1841 la tenuta Improsta viene acquistata dalla famiglia Farina di Baronissi (Sa) che rappresenta una delle dinastie agrarie protagoniste dei processi di riammodernamento della Piana del Sele.
Il loro patrimonio terriero contava più di 10.000 ettari di proprietà dislocate lungo tutto il territorio tra Battipaglia e Eboli con vari edifici urbani e rurali.
Nel 1956 l'Improsta fu rilevata dall'Ente Nazionale per la Cellulosa e la Carta che ne fece una delle aziende leader per il Meridione nella ricerca e produzione di materiale vivaistico per il rimboschimento, al fine di abbassare il deficit che l'Italia aveva nei confronti dell'import di materia prima per la cellulosa. La gestione fu affidata alla Società Agricola e Forestale, una S.p.A. appositamente creata per avere una più efficiente operatività nella conduzione delle sue aziende sparse su tutto il territorio nazionale.
Nel 1994 l'ENCC viene posto in liquidazione e, per un periodo di quasi 10 anni, la gestione mira soprattutto al mantenimento del patrimonio e dell'allevamento bufalino, finché nel 2003 il complesso di beni patrimoniali denominato "Improsta" viene devoluto a titolo gratuito alla Regione Campania.
L'acquisizione del complesso di beni patrimoniali, è stata ispirata dalla volontà di dare una risposta alla crescente esigenza di ricerca applicata, sperimentazione e servizi reali concentrati in un unico sito.
La disponibilità di superfici agricole (ben 135 ettari), di infrastrutture e di personale specializzato consente di pensare all'Improsta come ad un Centro regionale di servizi avanzati ed ad un'azienda pilota nel sistema agroalimentare, al servizio di tutti i comparti produttivi. La gestione dell'azienda è affidata al Consorzio per la Ricerca Applicata in Agricoltura (C.R.A.A.), un'associazione senza fini di lucro che annovera tra i suoi soci, oltre alla Regione Campania, l'Università degli Studi Federico II di Napoli, l'Università degli Studi del Sannio, l'Università degli Studi di Salerno e la Eureco Spa (ex Cirio ricerche).
C'è da scommettere su un ruolo futuro sempre maggiore di Improsta; da indiscrezioni, che però meriterebbero sicure conferme, si ipotizza l'avvio di un Concorso di idee per la realizzazione di un Parco Energetico aperto a tutte le Fonti di Energia Rinnovabili compatibili con l'ambiente: dal Solare, all'eolico, alla geotermia e alle Biomasse.

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