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  Dicembre 2012

Articoli n?03
Aprile 2012
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CIBO ed energia/1

VERRUCHE: conoscerle per meglio curarle


CIBO ed energia/1

Interrogativi e soluzioni sul problema della carne e l'inefficienza delle fattorie affrontato

di Giuseppe Fatati Presidente Fondazione Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica

Eugenio Del Toma ha affermato che i mass media hanno ridimensionato nel volgere di pochi anni il mito della carne: dal piedistallo dell'eccellenza si è ritrovata nella scomoda posizione di imputato.
La domanda ricorrente è se mangiare carne fa male all'ambiente, oltre che alla salute.
Ai nuovi dilemmi dell'onnivoro ha cercato di rispondere il giornalista Michael Pollan, guidandoci in un viaggio inusuale dalla zolla al piatto, che nelle tre parti che costituiscono il suo saggio "Il dilemma dell'onnivoro", analizza il sistema alimentare industriale, la cosiddetta agricoltura biologica e infine l'alimentazione basata su caccia e raccolta. Scegliendo come emblema la coltivazione del mais si pone la domanda: «Sapevate che quasi il 75% dei cibi o bevande che consumiamo contengono derivati del mais e che quindi gli esseri umani sono vere e proprie pannocchie con le gambe?».
Ho letto il volume di Pollan e, come altri, sono rimasto sconcertato dalla quantità di informazioni ricevute.
È fuor di dubbio che il tentativo sia quello di stimolare una presa di coscienza ma la lettura non è nè scorrevole, nè facilmente digeribile al punto di essere tentato più volte di riporre il volume nello spazio più lontano e inaccessibile della mia biblioteca. La ragazzina triste in copertina con la mela in mano e lo sguardo inquietante non aiuta. Anche l'autore deve aver capito di aver esagerato perché ha reso disponibile una edizione più agile destinata ai giovani adulti in cui, comunque, non rinuncia ad una copertina con fredde cosce di pollo da supermercato.
Molto critico nei confronti dell'onnivoro è anche Safran Foer che, nel suo bestseller "Se niente importa", illustra la teoria secondo cui il problema non è che mangiare carne sia dannoso per la salute del singolo individuo, ma per l'ecosistema che lo ospita, e quindi per l'intero pianeta. Il libro nasce da un'indagine durata quasi tre anni; è racconto, inchiesta, testimonianza e invita tutti alla riflessione e focalizza l'attenzione del lettore sul discrimine fra umano e inumano.
Foer ha recentemente affermato: «Sappiamo con molta sicurezza che gli allevamenti animali sono la causa numero uno del riscaldamento globale, eppure ancora poche persone ne parlano.
E ancora meno persone si preoccupano della provenienza del cibo che mettono in tavola. Gli allevatori sono incentivati ad alimentare le vacche con il granturco, un tipo di nutrimento che non sono in grado di digerire correttamente: questo è il motivo per cui virtualmente tutte le mucche americane vengono trattate con antibiotici o altri additivi pericolosi per la loro salute». La tesi di Foer sembra condivisa: la FAO sostiene che il 18% delle emissioni di CO sono dovute alla produzione e al consumo della carne, la Union of Concerned Scientist dice che i metodi attuali di allevamento contribuiscono a rendere meno effettivi gli antibiotici e alla diffusione di influenze animali. Persino il controverso premio Nobel Al Gore ha consigliato al mondo di diminuire il numero di bistecche a tavola.
Foer sostiene inoltre che la domesticazione sia un fatto evolutivo non politico. Non è un regime che gli uomini hanno imposto agli animali. Tutto sarebbe iniziato quando, diecimila anni fa, poche specie particolarmente opportuniste scoprirono, per tentativi ed errori darwiniani, che avevano più possibilità di sopravvivere all'interno di un'alleanza con gli umani che da soli. Gli uomini potevano dare cibo e protezione in cambio di uova, latte e carne.
Dal punto di vista dei domesticati l'affare si è rivelato incredibilmente vantaggioso, almeno fino ad oggi. Altri sono di parere opposto. Mangiare carne non è detto che faccia male al pianeta, anzi. A lanciare la provocazione è l'ecologista Simon Fairlie, caporedattore della rivista inglese The Ecologist ed ex vegetariano.
(L'argomento sarà ripreso nel prossimo numero di CostoZero).

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