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Il galateo del PIC NIC

Un'abitudine british che ha però precise sue regole per trasformarsi in un momento di elegante relax

di Nicola Santini
www.ttimestyle.com

Da Pasquetta in poi inizia ufficialmente la stagione dei pic nic, momento tanto ameno quanto goloso per associare i piaceri del vivere all'aria aperta a quelli della compagnia e della buona tavola.
Fare un pic nic a regola d'arte non è per niente scontato, anzi.
Quello che può sembrare un momento di informalità assoluta, se curato perbene, può dare scorci di piacevole eleganza e originalità nell'arte del ricevere.
Ma quali sono gli ingredienti per far sì che un pic nic non si riduca a un panino addentato su una coperta in un giardino pubblico? Buon gusto e bon ton, naturalmente, sono alla base del successo di questa abitudine così british ma che anche nel nostro Paese ha un suo perché.
Innanzitutto partiamo dal significato di questa parola. Letteralmente pic nic significa "piluccare", ossia assaggiare con le dita, prendere piccoli bocconi, che non richiedano eccessivo servizio.

L'evoluzione dei menù, poi, fa sì che si mangi anche qualche pietanza un po' più elaborata, ma con la regola che non sia necessario l'uso del coltello fatta eccezione quello per tagliare pane e salumi facendo sì quindi che mangiare sulle ginocchia non diventi un'impresa impossibile. Cake salate, quiches, frittatine, ma anche polpette asciutte e i rotoli gustosi che mi ha insegnato la mia adorata Anna Moroni, sono i piatti più gettonati per queste occasioni. La location è importante quasi quanto il menù.
Cerchiamo un posto silenzioso, con una bella vista, la possibilità di godere dei tiepidi raggi di sole primaverili ma anche di qualche zona d'ombra. Va da sé che la nostra presenza nei luoghi dove Madre Natura la fa da padrona non debba essere mai invasiva: portiamo con noi l'indispensabile per essere comodi, ma non creiamo inutili ecomostri.
Se il barbecue da campo è la nostra scelta, cerchiamo un luogo che non sia totalmente ingombrato, anche perchè il profumo goloso delle carni alla brace non è amato da tutti. Ricordiamo poi di pulire raccogliendo i rifiuti.
La compagnia è l'altro ingrediente essenziale. Diffidate da chi ha dalla sua solo meravigliose stoviglie e cesti da romanzo inglese: fondamentale in queste occasioni è la vicinanza di persone easy che si adattino.
L'abbigliamento?
Elegante ma informale: niente tacchi per lei, niente scarpe da città per lui, ma nemmeno tute da ginnastica a tutti i costi. Il cosiddetto look da casual friday newyorkese, fatto di spezzati, abiti comodi, scarpe basse ma non tenute da lavori pesanti, si rivela sempre la soluzione più azzeccata. Le ricette? Ve ne suggerisco una in anteprima dal mio libro "L'ora della Merenda" che esce proprio in queste settimane.

Cake pecorino e pere
Ingredienti per 4 persone: ● 250 g farina integrale ai cereali ● 2 uova ● 100 g di pecorino grattugiato ● 2 pere ● 150 g di latte ● 40 g di olio d'oliva● 1 cipolla● 1 bustina di lievito per torte salate ● sale e pepe Stufate in una padella la cipolla tritata con due cucchiai d'olio .

Se necessario aggiungete un paio di cucchiai d'acqua e portate a cottura. In una ciotola setacciate la farina con il lievito e il sale.
In un'altra invece sbattete le uova con il latte e l'olio, poi versate i liquidi sopra alla farina e il lievito.
Mescolate bene e amalgamate il formaggio al composto.
Aggiustate di sale e di pepe e incorporate la cipolla e le pere sbucciate e tagliate a cubetti.
Versate in uno stampo da plum cake rivestito di carta forno e cuocete in forno già caldo per circa 20 minuti, alla temperatura di 180°.