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Il rilancio dell'AUTOMOTIVE Presentato il rapporto sulla FMA, Fabbrica Motori Automobilistici
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di Filomena Labruna
Il rilancio dell'AUTOMOTIVE Presentato il rapporto sulla FMA, Fabbrica Motori Automobilistici
Il presidente di Confindustria Avellino, Silvio Sarno, alla presenza del leader nazionale della Fiom, Maurizio Landini, spiega come innalzare la competitività del settore auto attraverso il consorzio costituito in Irpinia
Il rilancio dell'automotive irpino passa attraverso la logica consortile. Ad indicare il percorso Silvio Sarno, Presidente di Confindustria Avellino, intervenuto alla presentazione del secondo rapporto sulla Fma e sull'industria dell'auto in Irpinia tenutosi martedì 19 ottobre presso il Country Sport di Picarelli. Promosso dalla sezione territoriale della FiomCgil il rapporto, elaborato dal sociologo Francesco Pirone, fotografa in maniera analitica l'iter storico e produttivo della Fabbrica Motori Automobilistici con sede in Irpinia, fino a fornire una panoramica di quella che è la situazione attuale dell'industria locale.
L'intervento di Silvio Sarno
L'intervento di Maurizio Landini
Il report evidenzia le origini dello stabilimento motoristico di Pratola Serra e i numeri della Fma in ottica di perfomance produttiva. All'inizio del 2010 l'azienda, targata Fiat, ha superato i 6milioni di motori prodotti dall'inizio dell'attività a fine 1996, con una media annua di 430mila motori, raggiungendo la punta massima nel 2001 con 570mila motori prodotti. Ma il suo valore minimo lo tocca nel 2009, quando la produzione non va oltre le 178mila unità, entrando in una fase di crisi, dettata dalla recessione internazionale, che causa alla Fma una riduzione dei volumi rispetto al livello raggiunto nel 2007.
Una congiuntura difficile che nel biennio 2008-2009 ha avuto un impatto più pesante sul settore metalmeccanico irpino, dove a pagarne il prezzo in generale è stato l'intero indotto automotive campano, che però già negli anni precedenti aveva manifestato una dinamica imprenditoriale. «Lo screening effettuato - dice Sarno - descrive una realtà inequivocabile. La piattaforma di mercato della Fma si è ristretta. Oggi lo stabilimento dipende quasi esclusivamente dalla Fiat e questo, inevitabilmente, ha ridotto i volumi produttivi».
Il tavolo dei relatori
Ma una risposta valida c'è per dare nuova linfa, vigore e maggiore competitività al settore auto nel contesto locale che rappresenta uno degli asset portanti dell'economia domestica. Si chiama Irpinia Automotive. «Un consorzio - spiega il leader degli industriali irpini - nato
da un attento lavoro di Confindustria Avellino e che raggruppa in maniera intelligente le imprese territoriali del comparto automotive».
Il consorzio raggruppa 22 imprese irpine, selezionate in un'ottica di filiera.
Chiara la mission con una formula che può essere vincente. «Mettere al centro - sottolinea il presidente Sarno - utilizzando la leva del l'organismo consortile, nuove politiche di sviluppo».
Tra le prime attività consortili figura la partecipazione ad un bando regionale per l'attivazione di un Contratto di programma che vede coinvolte 18 imprese del consorzio in un progetto che prevede investimenti per un importo di circa 62 milioni di euro da destinare ad ampliamenti delle strutture esistenti e ad attività di ricerca e sviluppo. Progetto tra l'altro già istruito e valutato positivamente. «Le imprese consortili - chiarisce poi Sarno - hanno iniziato ad investire ma al momento non abbiamo registrato nessuna risposta da parte degli organi istituzionali. La Regione dopo aver rassicurato sul finanziamento ci ha lasciati soli». Da qui l'appello alla classe dirigente locale e regionale «affinchè dice - si creino le giuste ed adeguate condizioni per caratterizzare il nostro territorio». «La politica - aggiunge - ha il dovere di creare le premesse per rendere il territorio competitivo». Un concetto, un modello di governance endogena su cui il numero uno dell'Associazione di Via Palatucci rimarca più volte l'importanza e lo spessore nel suo intervento. «É il territorio - evidenzia - il vero elemento che contraddistingue lo sviluppo». Identificare il territorio irpino con segni distintivi e peculiarità uniche e consone alle esigenze economiche serve ad esso per stabilizzare le produzioni chiedendo il minimo sforzo ai lavoratori. Questa la strada da percorrere. «Con la volontà - auspica Sarno - di andare avanti insieme in una logica sinergica». Sarno poi invita gli operai e il sindacato ad evitare iniziative di protesta.
«Non so a cosa servirebbe scioperare - dichiara - in una provincia in crisi dove non si lavora. La collaborazione, l'unità di intenti resta una delle poche strade percorribili».
Il leader degli industriali irpini è cauto sul piano industriale della Fiat presentato da Marchionne. «Fare un piano industriale - spiega - è diventata un'impresa difficilissima.
I mercati di riferimento cambiano e, purtroppo le certezze sono destinate a ridursi». Condivisione d'intenti anche da parte di Cosimo Sibilia, presidente della Provincia di Avellino, intervenuto anche lui al dibattito economico. «Credo fortemente - dichiara Sibilia - nel lavoro di equipe». «Una delle mie priorità quando mi sono insediato a Palazzo Caracciolo è stata la vertenza lavoro in Irpinia. Una particolare attenzione viene riservata alla questione Fma». «Ritengo - conclude Sibilia - che essa vada inserita in una vertenza nazionale. Ma è chiaro che serve unità e compattezza per ottenere qualche risultato concreto». L'attenzione sul comparto metalmeccanico legato al filone auto viene posta da Maurizio Landini, segretario nazionale della Fiom-Cgil.
É d'accordo con Sarno nel ritenere il comparto automotive fattore e componente strategicamente fondamentale per una struttura produttiva. Poi focus sulla mobilità intesa come l'insieme di infrastrutture che muovono i trasporti cittadini. «Ha una potenzialità di crescita infinita" afferma - ma siamo dinanzi ad una sovracapacità produttiva rispetto alla domanda odierna di mercato».
«C'è bisogno - continua Landini - di una politica industriale, come in Francia e Germania, dove sono stati investiti molti soldi pubblici per salvare il sistema di produzione auto». «In Italia - aggiunge - c'è un ritardo anche su una produzione diversa che fa sì che si vendano meno auto e ci sia più cassa integrazione». Infine Landini sottolinea che per uscire dalla crisi bisogna ripensare ad un nuovo modello sociale. «Se gli accordi valgono per tutti - dichiara - bisogna consentire a tutti i lavoratori di poterli votare. Solo così si potranno evitare accordi separati». «Non si può pensare di uscire dalla crisi esclusivamente tagliando e riducendo i diritti - conclude il leader della Fiom - la politica deve tornare ad occuparsi dei problemi delle persone».
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