SPORT E POTERE, un legame vecchio quanto il mondo
di Lucia Coscia, Addetto stampa della PDO Salerno, stampa@pdosalerno.it
Fin dall'antichità interessi politici ed economici hanno sempre cercato di sfruttare, a proprio vantaggio, il variegato universo sportivo
In un'iscrizione venuta alla luce a Pompei, sulla facciata della casa di Giulia Felice (documento nel Museo di Pompei CIL , IV, num. 1147) il "Palazzinaro" arricchito Aulo Vettio, mecenate dello sport, decise di scendere "in campo" anche nella politica e, opportunisticamente, si mise a cercare voti presso i tifosi della squadra che lui sponsorizzava, dichiarando di essere meritevole per il lodevole e munifico piacere e il godimento che lui offriva al popolo con la "sua" squadra di palla molto famosa. Per ottenere questo consenso, utilizzò nella sua propaganda elettorale il nome, le insegne e i colori della squadra per farsi eleggere senatore. Pensando ai tempi nostri…diremmo "nulla di nuovo sotto il sole": anni fa, anche in Italia, un partito politico è nato allo stesso modo. "Panem et circenses" scriveva il poeta latino Giovenale, satireggiando sulla politica degli imperatori romani.
Pane e gare da circo, o grandiosi spettacoli sportivi, così la plebe non si accorgeva degli imbrogli fatti a suo danno nei palazzi di potere. La frecciata di Giovenale è applicabile a tutte le culture pre o post romane che siano. Prendendo spunto dall'attualità e dalla storia, bisogna sottolineare che lo sport non va mai estrapolato dal contesto che lo circonda. La frase "la politica non deve entrare nello sport" è in questo senso fuorviante, poiché interessi politici ed economici hanno sempre cercato di sfruttare a proprio vantaggio il sempre variegato universo sportivo. Dal punto di vista politico lo sport ha
avuto un ruolo determinante, soprattutto negli stati di recente formazione, nel processo di nation-building, per creare identità nazionali. Ma è servito anche come strumento per giustificare un regime e le vittorie degli atleti nazionali sono sempre state utili per aumentare il consenso.
Il rapporto tra sport e politica acquistò una forma organica soprattutto nell'esperienza italiana del fascismo che elevò l'attività sportiva a strumento di aggregazione delle masse popolari. L'avvento della televisione, le logiche di mercato promosse dall'industria sportiva, la presenza sempre più massiccia degli sponsor configurano oggi lo sport come uno dei più caratteristici consumi della società di massa, creando altre forme di potere legate al mercato. Ma sarebbe sbagliato vedere lo sport come un qualcosa di completamente succube della politica e servile rispetto agli interessi delle grandi corporazioni; non va infatti dimenticato come ci siano anche innumerevoli funzionari e dirigenti, spesso volontari o poco pagati, che lavorano per
Sport
preservare l'integrità dello sport. Non possiamo, inoltre, dimenticare il fatto che lo sport è fatto da atleti. Ossia donne e uomini dotati di una coscienza autonoma che non subiscono semplicemente le decisioni politiche ma le possono anche influenzare. Riguardo ciò non possiamo non citare il celebre podio dei 200 metri a Città del Messico dove Carlos e Smith strinsero a pugno il guanto nero simbolo del Black Power o il più recente commovente abbraccio alle Olimpiadi di Pechino fra la russa Natalia Paderina e la georgiana Nino Salukvadze (nella foto) mentre i due paesi d'origine delle atlete erano in guerra tra loro. Per fortuna oggi è ancora il risultato sportivo ad essere al centro di tutto e c'è ancora una certa attenzione per l'aspetto morale, basti pensare a Pelè, testimonial sempre appetibile, mentre Maradona ha perso parte del proprio richiamo a causa delle troppe voci negative girate sul suo conto. L'ultimo aspetto legato allo sport e al potere è quello del doping, il principale problema dello sport odierno.
Le cause sono da ricercarsi proprio nei facili guadagni che il successo sportivo promette e che, pur esistendo, sono riservati solo a pochi meritevoli…mentre tutti gli altri cercano il risultato ad ogni costo e maniera. La lotta contro questo fenomeno è, a parole, serrata ma nei fatti spesso i provvedimenti non sono sufficientemente severi e di questo non possono disinteressarsene, come spesso accade, né le istituzioni governative, né quelle sportive. |