Il conferimento della laurea honoris causa
in Economia e Commercio sugella il legame
tra l’industriale e la città di Benevento
di Francesca ZAMPARELLI
Nato a Roma il 17 febbraio 1947, laureato in Giurisprudenza, Luigi Abete è uno dei più noti e autorevoli esponenti del mondo imprenditoriale italiano. Tra i numerosi e rilevanti incarichi assunti, bisogna ricordare la Presidenza del Comitato Nazionale Giovani Imprenditori di Confindustria dal 1978 al 1982 e la Presidenza di Confindustria tra il 1992 e il 1996. É membro di diritto a vita della Giunta di Confindustria, è Presidente dell'Unione Industriali di Roma ed è Vicepresidente dell'Abi e dell'Associazione fra le Società Italiane per Azioni. Tra il 1993 e il 2001 è stato inoltre Presidente dell'Università Luiss “Guido Carli”, della quale risulta tuttora presidente onorario. Dal 1997 ricopre la carica di Presidente di Cinecittà Studios e dal 1998 è Presidente della Banca Nazionale del Lavoro. È membro del Consiglio di Amministrazione della FINELDO e della TOD'S S.P.A.. Nel 2000 è stato insignito dell'Onorificenza di Cavaliere del Lavoro.
L'attività imprenditoriale di Luigi Abete presenta un forte radicamento nell'area sannita. Abete è infatti Presidente della A.Be.T.E. S.p.A. (Azienda Beneventana Tipografica Editoriale), una società fondata dal padre nel 1946, operante nei settori grafico-cartotecnico, editoriale e turistico-alberghiero. È inoltre amministratore delegato di Abete Sviluppo S.p.A., holding di un gruppo di aziende operante principalmente nei settori grafico e cartotecnico, con stabilimenti in Lombardia, Umbria, Lazio Basilicata e Campania. È stato insignito del premio “Gladiatore d'Oro” 2004 della provincia di Benevento.
Nel corso di una straordinaria carriera imprenditoriale e politica, Luigi Abete è dunque riuscito a combinare un forte radicamento nel territorio sannita con una eccezionale capacità di proiezione nazionale ed internazionale, che lo ha condotto nel 1992 ad assumere la guida di Confindustria in una delicatissima fase di transazione per l'economia italiana. In quegli anni, infatti, la crisi del Sistema Monetario Europeo, la conseguente instabilità valutaria o la prospettiva di un mancato ingresso nell'Unione Monetaria Europea alimentavano le pressioni politiche a favore dell'abbattimento dell'inflazione e del disavanzo pubblico. Al tempo stesso, tuttavia, sussisteva l'esigenza di salvaguardare il cosiddetto metodo della concertazione. In uno scenario così incerto e controverso, Abete assunse un delicatissimo ruolo di sollecitazione e di mediazione. Imprenditore romano, con delle attività localizzate in prevalenza nel centro-sud, Abete seppe di fatto interpretare il suo ruolo in chiave realmente generale, ossia globale e prospettica. Sotto la presidenza di Abete venne infatti stipulato l'accordo del luglio 1992 tra governo e parti sociali che stabilì l'abolizione della scala mobile ed in seguito venne firmato il patto del luglio 1993 sulla politica dei redditi. Si trattò ad avviso di molti per la definizione degli indirizzi di politica economica nazionale in quegli anni.
Il conferimento della laurea Honoris Causa in Economia e Commercio da parte dell'Università degli Studi del Sannio rappresenta la conferma del forte rapporto che lega Luigi Abete e la città di Benevento. “Industria, Finanza, servizi: l'impresa italiana e le nuove sfide dell'internazionalizzazione” è stato l'argomento trattato nella lectio doctoralis del Presidente degli industriali di Roma. Il quadro che Abete traccia del sistema paese è positivo: « Sono stati fatti grandi passi in avanti nella Finanza e nell'Industria dove, a livello europeo, manteniamo le posizioni. Il vero punto dolens - spiega - sono le infrastrutture materiali e immateriali. Ed è in questo settore che si deve intervenire». Tre le direttrici su cui Abete imposta il suo ragionamento: Finanza, Industria e Servizi che marciano verso la stessa direzione “l'internazionalizzazione”, partendo però da presupposti diversi. Tre rotaie che viaggiano su un medesimo binario, verso un identico obiettivo: lo sviluppo.
«L'economia italiana - argomenta il presidente Abete - in un contesto europeo è ben posizionata. Negli ultimi 10 anni il settore finanziario ha subito un notevole sviluppo, recuperando lo svantaggio di partenza. Insomma, si è avvicinata alla media europea guadagnando in efficienza ed efficacia».
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