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  Dicembre 2012

Articoli n?07
AGOSTO/SETTEMBRE 2012
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INAIL-Osservatorio della Sicurezza a cura dell'Ufficio Relazioni con il Pubblico - Dipartimento Processi Organizzativi ex-ISPESL




IL SISTEMA INFORMATIVO NAZIONAL E PER LA PREVENZIONE E LA DE F INIZIONE DI PROFILI RISCHIO


Disporre oggi di un archivio sulle cause di infortunio contribuisce ad approfondire i fattori di rischio per ricavarne indicazioni prevenzionali, per rivedere normative, documentazione tecnica, buone pratiche, ma soprattutto evidenzia che c'è ancora spazio per interventi che riducano in maniera significativa gli eventi mortali e gli infortuni nel loro complesso

Oggi le denunce superano i 40.000 casi all'anno, mentre fino a 5 anni fa si attestavano a circa 26.000 denunce all'anno. Questo non necessariamente perché ci si ammala oggi di più sul lavoro, ma perchè sono intervenuti strumenti legislativi che hanno facilitato l'emersione di molti casi non segnalati, in particolare l'ampliamento delle tabelle per il riconoscimento delle malattie professionali e le liste per le loro segnalazioni.


DI GIUSEPPE CAMPO Inail - Settore Ricerca, Certificazione e Verifica Dipartimento Processi Organizzativi


Un riferimento normativo puntuale per la costituzione di un sistema informativo nazionale è rappresentato dall'articolo 8 del D.Lgs. 81/2008, il cosiddetto Testo Unico sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, in cui viene connotato il ruolo del nascente "SINP", sistema informativo nazionale per la prevenzione.
Dal testo dell'articolo 8 si percepisce chiaramente come il SINP non sia solo un semplice collettore di dati ma debba essere costituito secondo finalità specifiche, tra le quali quelle di «orientare, programmare, pianificare, valutare l'efficacia dell'attività di prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali». Il Decreto 81, nel ribadire l'importanza e la centralità del processo di valutazione dei rischi (artt. 28 e 29), tiene bene in considerazione l'alto numero di microimprese che caratterizzano il tessuto economico in Italia (su oltre 4.500.000 aziende, la maggior parte di esse è caratterizzata da una dimensione inferiore od uguale a 9 dipendenti) e introduce il comma 5 nell'articolo 29 dove si afferma che «i datori di lavoro fino a 10 lavoratori, effettuano la valutazione dei rischi…sulla base delle procedure standardizzate », oggi non ancora stabilite ma sulle quali sono impegnati i tavoli tecnici incaricati. Questo allo scopo di aiutare e sostenere il datore di lavoro con procedure validate dalla Commissione consultiva, organismo individuato dall'articolo 6 dello stesso Decreto, tenendo conto dei profili di rischio e degli indici infortunistici di settore. In particolare, per i profili di rischio, un contributo informativo può essere fornito anche da due Sistemi di sorveglianza avviati anni addietro dall'Inail Ricerca in collaborazione con le Regioni, riguardanti gli infortuni mortali e le malattie professionali rilevati dai Servizi di prevenzione delle Asl.
Con la nascita del sistema di sorveglianza sugli infortuni mortali, ad inizio degli anni 2000, si è stabilito come obiettivo generale di monitorare i casi di infortunio agendo sulle informazioni raccolte nelle inchieste svolte dai Servizi di prevenzione delle ASL, in particolare per quello che concerne le modalità di accadimento e le cause degli eventi stessi. Le fonti informative sulle cause degli infortuni non sono numerose, in tal senso la fonte dei Servizi di prevenzione è particolarmente preziosa perché il loro intervento avviene sempre nei casi di infortunio grave, con prognosi oltre i 40 giorni, e in quelli mortali. In questi casi, infatti, la Procura della Repubblica delega ai Servizi la consulenza tecnica per gli approfondimenti d'indagine. La finalità principale è l'accertamento delle responsabilità, ma sui dati raccolti in corso d'indagine è possibile mettere in evidenza proprio le cause. In base a tali cause è possibile trarre indicazioni per individuare quali misure e quali politiche di prevenzione attuare in concreto per aggredire il fenomeno infortunistico, non solo con riferimento agli eventi più gravi ma agli infortuni in complesso.
La banca dati del Sistema di sorveglianza ha raccolto, dal 2002 al 2008, un archivio di oltre 3000 infortuni mortali e gravi. Sono in fase di pubblicazione i dati relativi agli anni più recenti, 2009-2011, tenendo conto che occorre attendere che le indagini vengano definitivamente chiuse prima di poterle inserire in archivio e analizzare.
Il modello di rilevazione impiegato nel Sistema di sorveglianza, in primo luogo, considera come infortunio quell'evento (l'incidente) che in ambito lavorativo rende disponibile un'energia che nel giungere a contatto con il lavoratore ne determina il danno.
É partendo da questa definizione di infortunio (che lega tre elementi: incidente, contatto e danno) che si cerca di far luce sui determinanti e i modulatori: i primi (che, come dice il termine, determinano un incidente) sono i veri e propri fattori causali, i modulatori sono altri fattori che agiscono sull'entità del danno stesso (ad es. se viene indossato il casco, il trauma cranico sarà evitato o molto attenuato per le cadute di oggetti di peso relativamente contenuto). Disporre oggi di un archivio sulle cause di infortunio contribuisce ad approfondire i fattori di rischio per ricavarne indicazioni prevenzionali, per rivedere normative, documentazione tecnica, buone pratiche, ma soprattutto evidenzia che c'è ancora spazio per interventi che riducano in maniera significativa gli eventi mortali e gli infortuni nel loro complesso. Un altro elemento che emerge dalla lettura delle storie presenti in archivio, indica che oggi occorre ripensare a modalità comunicative migliori e condivise per incidere sulla corretta percezione dei rischi. Si parla in genere di cultura della sicurezza ma, in termini più pragmatici, è opportuno riferirsi al concetto di "consapevolezza dei rischi". In questa accezione, la cultura è una proposta di elevato livello che ispira le condotte da attuare, la consapevolezza ne è la sua traduzione concreta.
Allora, accrescere questa consapevolezza corrisponde a rendere più incisive ed efficaci le misure adottate. Al pari delle banche dati assicurative sugli infortuni, disponiamo da lungo tempo nel nostro Paese di archivi sulle malattie professionali costruiti a seguito delle denunce presentate all'Inail. Oggi tali denunce superano i 40.000 casi all'anno, mentre fino a 5 anni fa si attestavano a circa 26.000 denunce all'anno.
Questo non necessariamente perché ci si ammala oggi di più sul lavoro, ma perchè sono intervenuti strumenti legislativi che hanno facilitato l'emersione di molti casi non segnalati, in particolare l'ampliamento delle tabelle per il riconoscimento delle malattie professionali e le liste per le loro segnalazioni. Sempre all'inizio degli anni 2000, nel momento in cui si è iniziato a lavorare con le ASL per utilizzare maggiormente i dati delle loro inchieste infortuni, veniva individuato nella stessa fonte anche una buona base di conoscenza per le malattie professionali, in quanto le segnalazioni di queste giungono, attraverso diversi canali, anche alle ASL. Nel 2007, il "Patto per la tutela della salute e la prevenzione nei luoghi di lavoro"stabilisce che il Sistema informativo integrato per la prevenzione nei luoghi di lavoro debba avvalersi per la patologie correlate al lavoro del sistema informativo MALPROF.
Dalle informazioni contenute nell'archivio del sistema si osserva un primo dato interessante: nel 2010 sono state raccolte oltre 15000 segnalazioni per il 72.1% delle quali i medici del lavoro dei Servizi delle ASL hanno riconosciuto un probabile collegamento con l'attività lavorativa. Tale percentuale rafforza la necessità di integrare i dati disponibili sulle denunce e sugli indennizzi, con un sistema di monitoraggio, quale MALPROF, in grado di evidenziare tempestivamente i probabili nessi di causa tra l'attività lavorativa e i problemi di salute dei lavoratori, oltre che i possibili rischi emergenti. In conclusione, nell'ottica di trarre indicazioni per operare interventi di prevenzione, si possono ricavare dai sistemi di sorveglianza realizzati in questi anni in collaborazione tra l'Inail Ricerca e le Regioni utili indicazioni operative. Le stesse informazioni serviranno tanto nella fase di sorveglianza dei luoghi di lavoro quanto per individuare e programmare interventi efficaci di prevenzione, non trascurando da parte dei Servizi delle ASL l'opportunità di operare sul versante dell'assistenza alle imprese oltre che della vigilanza.

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