SE IL TURISMO DIVENTA
UN'INDUSTRIA DI QUALITÀ
IL CONCETTO
DI " RETETERRITORIALE "– CHE ALTROVE HA
CONSENTITO, ANCHE IN
MANCANZA DI " TESORI" NATURALI ,
DI POSIZIONARSI
AI VERTICI MONDIALI PER CAPACITÀ ATTRATTIVA - RESTA NEL NOSTRO TERRITORIO UN'ASTRAZIONE CHE NON PRODUCE REDDITO PROCAPITE E RICCHEZZA DIFFUSA
Mauro Maccauro
Presidente Confindustria Salerno
Fin dall'inizio del mio mandato alla guida di Confindustria Salerno ho sottolineato che
occorre un cambio di approccio alle problematiche del settore turistico. Preliminarmente
abbiamo evidenziato che è assolutamente necessario analizzare la situazione ponendo in
primo piano la logica "industriale", senza dare spazio ad iniziative in ordine sparso, al varo
di progetti anche interessanti ma scoordinati tra di loro; al consueto dialogo tra sordi dei
diversi attori istituzionali. Al contrario: è indispensabile, invece, ripartire da un'azione di
coordinamento tra tutti i soggetti - pubblici e privati - che compongono l'estesa e articolata
filiera turistica proprio per evitare dispersioni di risorse, sovrapposizioni di piani di "promozione" o di "marketing territoriale", sterili campanilismi che hanno come orizzonte
perimetri comunali addirittura confinanti. L'approccio "industriale" da noi immaginato e
proposto in questi mesi prende spunto principalmente dall'esigenza di arrivare a disegnare
le coordinate di un "prodotto" comprensivo delle varie tipologie di offerta che – fortunatamente – sono presenti nella nostra provincia.
Un "pacchetto" che non ha pari al mondo dal punto di vista ambientale, culturale e
paesaggistico, ma che viene a mancare clamorosamente sotto il profilo della macchina
organizzativa e promozionale nel momento della competizione sui mercati e, soprattutto,
non risulta efficacemente curato sul versante fondamentale della "manutenzione" attiva
del territorio. Non mancano in ogni caso segnali incoraggianti sotto il profilo della
realizzazione di importanti infrastrutture nella città capoluogo, già positivamente avviata
a diventare punto di attrazione per un turismo qualificato e richiamato dalle grandi firme
dell'architettura mondiale. Va inoltre adeguatamente valorizzato il ruolo che il porto di
Salerno è riuscito a conquistare nell'ambito dei flussi in entrata delle navi da crociera. Per
il resto, gli sforzi degli operatori si infrangono clamorosamente di fronte all'inerzia o -
peggio ancora - alla scarsa sensibilità della "filiera" istituzionale che privilegia interventi di
grande impatto, trascurando, invece, un piano complessivo di politica turistica basato sulle
reali esigenze di tutti gli operatori. Per non parlare della pressione fiscale e di altri balzelli
che penalizzano investimenti e re-investimenti nelle strutture di accoglienza. Il concetto
di "rete territoriale" – che altrove ha consentito, anche in mancanza di "tesori" naturali, di
posizionarsi ai vertici mondiali per capacità attrattiva – resta nel nostro territorio un'astrazione
che non produce reddito pro capite e ricchezza diffusa.
È per questo complesso di motivazioni che Confindustria Salerno sta profondendo il
massimo sforzo – come in occasione della firma del Protocollo con tutti i Comuni della
Costiera Amalfitana – per mettere in campo iniziative condivise, in una logica di valorizzazione
dei singoli "cluster" territoriali presenti nel Salernitano, con l'obiettivo finale
di creare una "rete" interattiva tra i vari sub-comprensori turistici provinciali e tra questi
ultimi e i soggetti istituzionali competenti. È in questo modo che riteniamo possibile
cambiare l'approccio metodologico e costruire finalmente una "filiera" lunga, "industriale" e con un forte impatto (in termini di massa critica, ma soprattutto di qualità medio-alta)
sui mercati interni ed esteri. Il ritardo da colmare è enorme, ma il "prodotto di base" agevola molto la sua collocazione sullo "scaffale" della competizione mondiale. È una sfida
decisiva, ma non tutti se ne sono accorti. |