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  Dicembre 2012

Articoli n?07
AGOSTO/SETTEMBRE 2012
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SE IL TURISMO DIVENTA
UN'INDUSTRIA DI QUALITÀ

IL CONCETTO DI " RETETERRITORIALE "– CHE ALTROVE HA CONSENTITO, ANCHE IN MANCANZA DI " TESORI" NATURALI , DI POSIZIONARSI
AI VERTICI MONDIALI PER CAPACITÀ ATTRATTIVA - RESTA NEL NOSTRO TERRITORIO UN'ASTRAZIONE CHE NON PRODUCE REDDITO PROCAPITE E RICCHEZZA DIFFUSA



Mauro Maccauro
Presidente Confindustria Salerno


Fin dall'inizio del mio mandato alla guida di Confindustria Salerno ho sottolineato che occorre un cambio di approccio alle problematiche del settore turistico. Preliminarmente abbiamo evidenziato che è assolutamente necessario analizzare la situazione ponendo in primo piano la logica "industriale", senza dare spazio ad iniziative in ordine sparso, al varo di progetti anche interessanti ma scoordinati tra di loro; al consueto dialogo tra sordi dei diversi attori istituzionali. Al contrario: è indispensabile, invece, ripartire da un'azione di coordinamento tra tutti i soggetti - pubblici e privati - che compongono l'estesa e articolata filiera turistica proprio per evitare dispersioni di risorse, sovrapposizioni di piani di "promozione" o di "marketing territoriale", sterili campanilismi che hanno come orizzonte perimetri comunali addirittura confinanti. L'approccio "industriale" da noi immaginato e proposto in questi mesi prende spunto principalmente dall'esigenza di arrivare a disegnare le coordinate di un "prodotto" comprensivo delle varie tipologie di offerta che – fortunatamente – sono presenti nella nostra provincia.
Un "pacchetto" che non ha pari al mondo dal punto di vista ambientale, culturale e paesaggistico, ma che viene a mancare clamorosamente sotto il profilo della macchina organizzativa e promozionale nel momento della competizione sui mercati e, soprattutto, non risulta efficacemente curato sul versante fondamentale della "manutenzione" attiva del territorio. Non mancano in ogni caso segnali incoraggianti sotto il profilo della realizzazione di importanti infrastrutture nella città capoluogo, già positivamente avviata a diventare punto di attrazione per un turismo qualificato e richiamato dalle grandi firme dell'architettura mondiale. Va inoltre adeguatamente valorizzato il ruolo che il porto di Salerno è riuscito a conquistare nell'ambito dei flussi in entrata delle navi da crociera. Per il resto, gli sforzi degli operatori si infrangono clamorosamente di fronte all'inerzia o - peggio ancora - alla scarsa sensibilità della "filiera" istituzionale che privilegia interventi di grande impatto, trascurando, invece, un piano complessivo di politica turistica basato sulle reali esigenze di tutti gli operatori. Per non parlare della pressione fiscale e di altri balzelli che penalizzano investimenti e re-investimenti nelle strutture di accoglienza. Il concetto di "rete territoriale" – che altrove ha consentito, anche in mancanza di "tesori" naturali, di posizionarsi ai vertici mondiali per capacità attrattiva – resta nel nostro territorio un'astrazione che non produce reddito pro capite e ricchezza diffusa.
È per questo complesso di motivazioni che Confindustria Salerno sta profondendo il massimo sforzo – come in occasione della firma del Protocollo con tutti i Comuni della Costiera Amalfitana – per mettere in campo iniziative condivise, in una logica di valorizzazione dei singoli "cluster" territoriali presenti nel Salernitano, con l'obiettivo finale di creare una "rete" interattiva tra i vari sub-comprensori turistici provinciali e tra questi ultimi e i soggetti istituzionali competenti. È in questo modo che riteniamo possibile cambiare l'approccio metodologico e costruire finalmente una "filiera" lunga, "industriale" e con un forte impatto (in termini di massa critica, ma soprattutto di qualità medio-alta) sui mercati interni ed esteri. Il ritardo da colmare è enorme, ma il "prodotto di base" agevola molto la sua collocazione sullo "scaffale" della competizione mondiale. È una sfida decisiva, ma non tutti se ne sono accorti.

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