IL SUD CHE INNOVA E PRODUCE
I settori automotive e aeronautico
IL NOSTRO PAESE SI CONFERMA PRIMO PARTNER COMMERCIALE DELL'AREA MED MA OCCORRONO SEMPRE MAGGIORE COOPERAZIONE INDUSTRIALE, SCAMBIO DI KNOW-HOW E APPROFONDIMENTO DEI RAPPORTI FINANZIARI E INTERBANCARI PER POTENZIARE LE RELAZIONI ECONOMICHE
Massimo Deandreis
Direttore Generale SRM
La ricerca di SRM "Il Sud che Innova e Produce: i settori Automotive e Aeronautico", presentata al Banco di Napoli il 17 luglio scorso, vuole fornire un segnale di ottimismo e una vision delle grandi potenzialità di questi due settori che in Campania hanno imprese di assoluta eccellenza. Il lavoro del centro studi collegato al Gruppo Intesa Sanpaolo mette, difatti, in evidenza un elemento strutturale che va al di là della congiuntura che il settore sta vivendo oggi globalmente. Si tratta di un fenomeno di cui c'è poca consapevolezza nel dibattito sulla politica industriale del Paese, ossia che nel Mezzogiorno, nonostante la crisi, c'è una filiera di imprese che opera nel settore automotive, viva e vitale, emblema di un Sud che ha ancora un'industria manifatturiera che innova e produce.
Si tratta di quelle imprese che, inserite in un percorso globale, tentano la via della Supply Chain internazionale. Queste sono esempio di capacità imprenditoriale, di investimenti in innovazione e di processi di internazionalizzazione di successo e, pur nelle tante difficoltà e nel clima di crisi generale, rappresentano la speranza di un Mezzogiorno che può riprendere a crescere. L'analisi più articolata del settore Automotive ha implicato un'attenta riflessione sulle sue caratteristiche tecnologiche e scientifiche (sono state ad esempio analizzati i dati su R&S, importi di progetti europei ecc.), dimensionali (numero di imprese, addetti, fatturato, ecc.) e di apertura internazionale (export, import, ecc). L'automotive, in Europa, è il secondo settore, tra i Medium/high-tech, a più alta intensità di impiego di ricerca (pubblica e privata) con un Valore Aggiunto di 99 mld di euro in Europa pari al 7,1% del Manifatturiero; un fatturato di 625 mld di euro, 2,2 mln di occupati diretti , pari al 7,2% del Manifatturiero, che arrivano a oltre 6 mln se si considera anche la fornitura; un valore delle esportazioni di 410 mld di euro nel 2010.
Nel 2011 sono stati prodotti nel mondo 80 milioni di veicoli, +3,2% rispetto all'anno precedente. Il numero delle immatricolazioni degli autoveicoli subisce nei paesi occidentali una battuta d'arresto, mentre continua a crescere a ritmi forti nelle economie emergenti. Anche per l'Italia e per le sue regioni i dati relativi al settore ne confermano le importanti caratteristiche di competitività e di "valore" per l'economia nazionale e territoriale pur confermando le difficoltà.
Nel comparto Automotive, con 7,6 mld di euro di valore aggiunto (pari al 4% del manifatturiero) l'Italia è terza in Europa dopo la Germania e la Francia. Il fatturato nazionale è di 53,9 mld di euro (pari circa il 6% del manifatturiero) e si concentra principalmente in Piemonte, Lombardia, Campania, Emilia Romagna, Abruzzo e Lazio. Gli occupati ammontano a 175.732 unità, pari al 4,2% del manifatturiero distribuiti tra 2.251 imprese e 2.958 unità locali, mentre le esportazioni arrivano a 25 mld nel 2011 (+11% rispetto al 2010).
I principali numeri dell'Automotive nelle regioni italiane Fonte: Elaborazione SRM su Aida e Istat
Nel Mezzogiorno Campania, Abruzzo e Basilicata sono le regioni capofila del settore automotive rappresentando il 21,7% del fatturato nazionale; analizzando, però, oltre all'attività core business anche i settori complementari, pure la Puglia è tra le regioni protagoniste dell'industria automotive nel Meridione.
Il peso del Mezzogiorno nel settore automotive viene evidenziato anche nei dati dell'export che - in ripresa dopo la crisi del 2009 – presentano su base decennale un trend costantemente sopra gli 850 milioni (con un peso sull'Italia che si è mantenuto sempre sopra il 17% e che ha toccato il picco del 22,2% di quota nel 2007).
Nel contesto produttivo meridionale la Campania ha un ruolo chiave; lapresenza di potenzialità innovative nella ricerca universitaria (ricerca applicata sui materiali) e una rilevante tradizione produttiva del tessuto imprenditoriale caratterizzano il settore.
Il Valore Aggiunto del settore in Campania è di 766,5 mln di euro pari al 10% del VA Manifatturiero con un Fatturato di 5.013 mln di euro pari al 9,3% dell'Italia. Gli addetti alle unità locali sono 13.750 (pari al 7% del settore manifatturiero regionale contro il 4% del dato nazionale) e si distribuiscono in 159 unità locali. In Campania sono presenti 106 aziende (pari al 4,7% dell'Italia) con prevalenza di quelle di piccola dimensione 1-9 addetti: (55% contro 49% dell'Italia). Le esportazioni al 2011, pari a 338,98 mln di euro rappresentano soltanto l'1% dell'Italia, pari al 4% del settore manifatturiero regionale (in Italia il 7%) e risultano in calo. Tale trend è iniziato nel 2007 ed ha continuato a manifestarsi negli anni successivi - anche per l'interruzione dellaproduzione di Pomigliano - toccando il suo valore minimo proprio nel 2011 (339 mln, di 1.829 mln nel 2006). Un ruolo centrale va detto con forza è assunto da Pomigliano: ben 22 imprese del parco fornitori di primo livello sono state coinvolte per la produzione del modello Fiat nuova Panda.
A settembre entreranno in lavorazione due nuovi modelli: la Panda a metano e quella quattro per quattro. Negli ultimi anni si è assistito ad una riconfigurazione della filiera produttiva campana, in particolare a partire dal 2008.
Diverse sono state le reazioni dell'indotto: chiusura di imprese di 2° e 3° livello; delocalizzazione, spesso in paesi a basso costo; diversificazione su scala nazionale/internazionale nell'ambito della filiera FIAT; riposizionamento da parte di un gruppo di imprese eccellenti nei livelli alti della filiera produttiva. I dati al primo trimestre 2012 relativo ai settori Autoveicoli e Rimorchi in Campania e a Napoli evidenziano, dunque, luci e ombre. A Napoli la ripresa dell'attività di Pomigliano ha avuto già un impatto importante (anche se forse inferiore alle attese in quanto vincolato da un mercato dell'auto in difficoltà), infatti l'export è aumentato del 24% (rispetto al primo trimestre 2011) mentre l'import addirittura del 63%.
Positiva anche la performance esportativa della provincia di Salerno (cresciuta del 69%). Negativa invece la situazione nella provincia di Avellino dove le difficoltà ben note hanno determinato la riduzione del 40% dell'export e del 14% dell'import. In Campania tali diverse tendenze provinciali generano un andamento di leggera crescita dell'export (+6%) e un calo dell'import abbastanza significativo (-27%). Per cogliere, però, al meglio le diverse opportunità di crescita offerte da tali settori occorre valorizzare i vantaggi competitivi che il Mezzogiorno in generale e la Campania possono offrire, individuando un orientamento specialistico per il territorio sulla falsa riga di ciò che il Piemonte ha fatto, qualificando la sua filiera automotive sul design. É necessario pertanto: - migliorare la capacità di partecipazione ai percorsi progettuali individuati a livello europeo che rappresentano gli elementi pivot degli investimenti internazionali (CARs 21 automotive); - unire le migliori forze territoriali, sia nel campo produttivo che nel sistema della ricerca e in quello finanziario per individuare percorsi sostenibili e condivisi per la crescita; - coinvolgere il sistema istituzionale (regionale/nazionale) nel raggiungimento dei progetti di sviluppo. La ricerca è disponibile su www.sr-m.it.
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