FONDI EUROPEI E NON SOLO Occorre accelerare sulla spesa
IORIO: «Presto un piano strategico per il turismo»
IORIO: «Presto un piano strategico per il turismo»
di Raffaella Venerando
RENZO IORIO
Presidente Federturismo
Presidente, che momento vive il comparto turistico e che aria tira in prospettiva?
La crisi finanziaria internazionale e la recessione economica hanno indubbiamente inciso sull'andamento del nostro mercato turistico. Nonostante il comparto sia stato sostenuto dalla presenza straniera che ha compensato l'andamento negativo del turismo domestico, le previsioni per i prossimi mesi sono negative: diminuisce la domanda degli italiani e soprattutto cala il mercato degli stranieri che finora aveva dato buoni risultati. Il turismo è una delle principali industrie del Paese ma, come altri settori, sconta e continuerà a scontare ritardi burocratici, frammentazione e mancanza di un sistema Paese che pesano sulla competitività e la crescita del settore. Va superata la competenza esclusiva delle Regioni, con una chiara suddivisione dei ruoli, dando competenza strategica allo Stato e snellendo la micro governance locale. Rilanciare la competitività dell'Italia con una visione di lungo periodo deve essere al centro dell'agenda, ma per far questo è necessario un cambiamento e il Piano strategico, pronto entro fine anno, può rappresentare un primo passo in questa direzione.
Piano strategico. Appunto. Anche il nostro Paese come la Spagna ne avrà uno. Quali potranno esserne le ricadute e quali, invece, i punti programmatici prioritari e fondamentali?
La pubblicazione del piano strategico quinquennale del turismo della Spagna, che solo nel 2012 prevede di stanziare 438 milioni di euro in promozione e sviluppo, è la dimostrazione che all'estero il turismo è considerato un asset strategico su cui investire risorse ingenti. É quindi fondamentale anche per noi elaborare un Piano strategico nazionale del turismo dotato di risorse adeguate che ci consenta di competere con tutti i maggiori Paesi concorrenti e di accompagnare lo sviluppo del settore con una serie di investimenti pubblici e privati adeguati. Tra le priorità assolute c'è l'ammodernamento delle strutture e delle infrastrutture legate al turismo, con interventi in linea con i criteri di sostenibilità ambientale.
Destinazione Italia: chi la sceglie oggi e perché, ma soprattutto come ci vedono gli investitori stranieri?
L'Italia si conferma una meta desiderata in particolare dai turisti provenienti dai mercati extra Ue, come russi e cinesi, considerati ormai grandi top spender per il nostro Paese e dai tedeschi che la scelgono per la sua ricchezza, fatta non solo di arte e storia, ma anche di risorse naturali. L'Italia dispone di un patrimonio ineguagliabile che potrebbe essere valorizzato molto più di quanto già non lo sia ma iI vero problema rimane la nostra scarsa capacità di attrarre capitali finalizzati agli investimenti industriali nel turismo. Per incentivare gli investimenti esteri e rendere più concorrenziale l'offerta turistica italiana sui mercati internazionali è necessario innanzitutto semplificare le procedure per chi vuole investire nel settore.
Ma da un punto di vista di sviluppo turistico il nostro Paese può dire di avere un vantaggio competitivo tutto nazionale?
Il nostro Paese gode di una ricchezza incomparabile, possediamo un mix di creatività, patrimonio artistico, bellezza paesaggistica unici che gli altri Paesi ci invidiano e che ha contribuito a fare del Made in Italy un vero marchio di successo. Non dobbiamo però adagiarci sulla logica della rendita di posizione ma fare in modo di accrescere l'attrattività turistica dei nostri territori valorizzando le identità culturali e le risorse paesaggistico- ambientali e pianificando. La pianificazione dello sviluppo turistico non riguarda le sole risorse turistiche ma si estende al territorio in cui sono inserite, interessando l'accessibilità, la mobilità, il disegno urbano e la formazione professionale.
Cresce l'attesa per l'EXPO 2015: che effetto potrà avere sul turismo nei prossimi anni?
L'Expo 2015 rappresenta una grande opportunità per l'economia del nostro Paese e per l'industria turistica in particolare. É un'iniziativa che, a fronte di grandi investimenti, è in grado dirimettere in moto l'economia del territorio, sia per il numero di turisti che attrae, sia come vetrina sul mondo per il "Made in Italy." É un'occasione per cooperare, creare business, sviluppare infrastrutture, per portare la cultura e l'eccellenza italiana nel mondo, per formare capitale umano e offrire nuova occupazione ai lavoratori.
Tasse, balzelli e ora anche l'Imu rappresentano un altro aggravio considerevole per il comparto.
Come sarebbe possibile ovviare a una pressione fiscale così soffocante?
Quali invece dovrebbero essere i giusti incentivi fiscali per potenziare l'imprenditoria turistica e ammodernare il settore? L'introduzione dell'Imu e della tassa di soggiorno hanno determinato un ulteriore inasprimento fiscale sulle imprese del turismo e in particolare su quelle ricettive rispetto alla media europea. Pressioni fiscali così gravose (solo l'Imu per un albergo di 100 camere in centro a Milano potrebbe arrivare fino a 100.000 euro) sono contrarie alle politiche di sviluppo e indeboliscono ulteriormente il rilancio del settore turistico. É quindi necessaria una revisione della fiscalità, a cominciare dal meccanismo della tassa di soggiorno (che comporta un aggravio per il turista del costo del soggiorno compreso tra il 5 e il 10%) verso un modello più equo e diffuso tra tutte le imprese turistiche e che non penalizzi gravemente la competitività della destinazione Italia rispetto ai nostri Paesi concorrenti Francia e Spagna già privilegiati da aliquote IVA inferiori alla nostra. Sarebbe auspicabile che la tassa di soggiorno fosse applicata a tutte le imprese turistiche così come definite nel codice del turismo e che fosse applicata un'aliquota sensibilmente ridotta (intorno all'1% per assicurare invarianza di gettito) sul valore delle prestazioni, favorendo in modo sensibile la competitività dei prezzi delle nostre destinazioni. Sarebbe anche opportuno, come ha richiesto il Pd, prevedere nel Decreto Sviluppo delle agevolazioni fiscali per le ristrutturazioni delle strutture turistico/ ricettive per rilanciare gli investimenti nel turismo riqualificando le strutture alberghiere italiane. |